Profilo fitochimico- Il recente interesse per la chimica di questo genere ha portato all’isolamento di diversi composti dotati di differenti attività biologiche. Le classi chimiche più caratteristiche sono rappresentate dai naftodiantroni, acilfloroglucinoli, flavonoidi, xantoni, tannini, proantocianidine, benzofenoni, olio essenziale. Il suo più importante principio attivo (ipericina) è contenuto sia nei fiori, sia nelle foglie. Utilizzi. Medicinali: è una pianta da sempre popolarmente utilizzata come rimedio vulnerario e cicatrizzante delle piaghe, cosa che trova anche riscontro scientifico; l’ipericina, infatti, assieme a tannini ed alcuni terpeni contenuti nell’olio essenziale, avrebbe una marcata attività antinfiammatoria a livello delle mucose. Preparati a base di olio di iperico vengono utilizzati come cicatrizzanti in ulcere, piaghe e scottature, nonché come balsami anticatarrali ed antiflogistici negli stati infiammatori dei bronchi e delle vie genito-urinarie. E’ stata studiata sperimentalmente anche un’azione vasale e cardiocinetica (vasodilatazione). Più recentemente, si sono valutate le sue capacità antidepressive; è infatti efficace contro depressioni endogene e psicogene grazie all’azione stimolante, o quasi eccitante, dell’ipericina. Alimentari: infusi e tisane (sommità fiorite). Una particolare preparazione è il “vino di iperico”. Industriali: è impiegato nel settore liquoristico (infiorescenze macerate nella grappa) per le interessanti proprietà aromatiche e digestive ed in quello cosmetico come protettore dai raggi solari, astringente per pelli arrossate e delicate, tonificante per quelle stanche ed invecchiate. Il succo rosso serve come colorante naturale. Artigianali: infuso, tintura alcolica ed oleosa, decotto. Ornamentali: H. perforatum è poco impiegato a scopo ornamentale. Altre specie (H. elatum, H. calycinum, H. polyphyllmm, H. cerastoides “Silvana”, ecc.) vengono utilizzate per coprire il terreno nelle bordure, nelle scarpate e nei giardini rocciosi. Propagazione. Per seme: esistono varietà selezionate molto richieste, come “Godet Deborance” e “Zorzi”. Per via vegetativa: in maggio-giugno si prelevano le talee lunghe 5 cm, per la radicazione; le talee radicate svernano in cassoni freddi e sono trapiantate nell’aprile dell’anno successivo. Oppure, si prelevano talee di 10-12 cm da germogli laterali non fioriferi delle specie a maggiore dimensione (con porzione del ramo portante) da porre in letto freddo; trapianto in aprile/maggio. Si moltiplica anche per divisione dei cespi (in autunno o in primavera): le piantine si mettono a dimora in file distanti 40-60 cm, con 25-30 lungo la fila. In vitro: con propagazione di tessuti ed organi; è alquanto costosa, ma ha come vantaggi la trasformazione genetica di cellule, tessuti e organi, e la possibilità di micropropagare una grande quantità di piante da germogli trasformati, cosa impossibile da realizzare con le altre metodiche. Esigenze ambientali. Temperatura: mite; sebbene rustico, l’iperico nelle zone a clima invernale freddo, è poco duraturo. Luce: posizione soleggiata. Acqua: non teme periodi siccitosi (non vuole ristagno idrico). Vento: (non riportato). Substrato: nessuna esigenza particolare, anche se predilige terreni profondi. Problemi fitopatologici Funghi: sono state descritte infezioni da: Seimatosporium hypericum (i sintomi consistono in necrosi e fessurazioni del fusto, punteggiatura necrotica rosso-ambra sulle foglie); Diploceras hypericum e Sclerotium rolfsii (“ruggine” sulle foglie e disseccamento del fusto); Microsphaera spp. (agente di oidio o “mal bianco”, per cui compaiono sulle foglie le tipiche aree biancastre, polverulente); Fusarium solani (appassimento e marciume della sommità e della parte radicale delle piante, con conseguente clorosi e necrosi delle foglie); Colletotrichum gloeosporoides (morte dei semenzai a causa della comparsa di profonde lesioni che cingono alla base lo stelo delle giovani piantine); Passalora hyperici (i sintomi sulle foglie consistono in macchie fogliari). Insetti: sono frequenti gli attacchi da cicadellidi. Acari: raramente riscontrati. Altro: In Letteratura risultano alcune segnalazioni d’infezione naturale da fitoplasmi e precisamente quella relativa alla cv Godet Deborance riscontrata infetta nel 2002 in Emilia-Romagna. I sintomi consistono in nanismo, fillodia e virescenza del fiore. Analisi degli oli essenziali ottenuti da piante sane ed infette da fitoplasmi (gruppo stolbur, 16SrXII-A) hanno evidenziato in quello da iperico infetto una frazione monoterpenica inferiore del 51,25%, ed un’abbondanza di sesquiterpeni (+12%); indiscutibili anche le modifiche a carico di β-cariofillene (+15,5%) e germacrene D (+12,1%). Analisi di estratti metanolici hanno evidenziato un contenuto di flavonoidi totali nettamente superiore nelle piante sane rispetto a quelle infette da fitoplasmi; similmente, anche la pesudoipericina è presente in minore quantità nell’iperico infetto, contrariamente all’acido clorogenico che aumenta considerevolmente fin’anche a raddoppiare. Ciò dimostra l’influenza di questi parassiti patogeni sul contenuto dei principi attivi.

Hypericum perforatum L.

BELLARDI, MARIA GRAZIA
2015

Abstract

Profilo fitochimico- Il recente interesse per la chimica di questo genere ha portato all’isolamento di diversi composti dotati di differenti attività biologiche. Le classi chimiche più caratteristiche sono rappresentate dai naftodiantroni, acilfloroglucinoli, flavonoidi, xantoni, tannini, proantocianidine, benzofenoni, olio essenziale. Il suo più importante principio attivo (ipericina) è contenuto sia nei fiori, sia nelle foglie. Utilizzi. Medicinali: è una pianta da sempre popolarmente utilizzata come rimedio vulnerario e cicatrizzante delle piaghe, cosa che trova anche riscontro scientifico; l’ipericina, infatti, assieme a tannini ed alcuni terpeni contenuti nell’olio essenziale, avrebbe una marcata attività antinfiammatoria a livello delle mucose. Preparati a base di olio di iperico vengono utilizzati come cicatrizzanti in ulcere, piaghe e scottature, nonché come balsami anticatarrali ed antiflogistici negli stati infiammatori dei bronchi e delle vie genito-urinarie. E’ stata studiata sperimentalmente anche un’azione vasale e cardiocinetica (vasodilatazione). Più recentemente, si sono valutate le sue capacità antidepressive; è infatti efficace contro depressioni endogene e psicogene grazie all’azione stimolante, o quasi eccitante, dell’ipericina. Alimentari: infusi e tisane (sommità fiorite). Una particolare preparazione è il “vino di iperico”. Industriali: è impiegato nel settore liquoristico (infiorescenze macerate nella grappa) per le interessanti proprietà aromatiche e digestive ed in quello cosmetico come protettore dai raggi solari, astringente per pelli arrossate e delicate, tonificante per quelle stanche ed invecchiate. Il succo rosso serve come colorante naturale. Artigianali: infuso, tintura alcolica ed oleosa, decotto. Ornamentali: H. perforatum è poco impiegato a scopo ornamentale. Altre specie (H. elatum, H. calycinum, H. polyphyllmm, H. cerastoides “Silvana”, ecc.) vengono utilizzate per coprire il terreno nelle bordure, nelle scarpate e nei giardini rocciosi. Propagazione. Per seme: esistono varietà selezionate molto richieste, come “Godet Deborance” e “Zorzi”. Per via vegetativa: in maggio-giugno si prelevano le talee lunghe 5 cm, per la radicazione; le talee radicate svernano in cassoni freddi e sono trapiantate nell’aprile dell’anno successivo. Oppure, si prelevano talee di 10-12 cm da germogli laterali non fioriferi delle specie a maggiore dimensione (con porzione del ramo portante) da porre in letto freddo; trapianto in aprile/maggio. Si moltiplica anche per divisione dei cespi (in autunno o in primavera): le piantine si mettono a dimora in file distanti 40-60 cm, con 25-30 lungo la fila. In vitro: con propagazione di tessuti ed organi; è alquanto costosa, ma ha come vantaggi la trasformazione genetica di cellule, tessuti e organi, e la possibilità di micropropagare una grande quantità di piante da germogli trasformati, cosa impossibile da realizzare con le altre metodiche. Esigenze ambientali. Temperatura: mite; sebbene rustico, l’iperico nelle zone a clima invernale freddo, è poco duraturo. Luce: posizione soleggiata. Acqua: non teme periodi siccitosi (non vuole ristagno idrico). Vento: (non riportato). Substrato: nessuna esigenza particolare, anche se predilige terreni profondi. Problemi fitopatologici Funghi: sono state descritte infezioni da: Seimatosporium hypericum (i sintomi consistono in necrosi e fessurazioni del fusto, punteggiatura necrotica rosso-ambra sulle foglie); Diploceras hypericum e Sclerotium rolfsii (“ruggine” sulle foglie e disseccamento del fusto); Microsphaera spp. (agente di oidio o “mal bianco”, per cui compaiono sulle foglie le tipiche aree biancastre, polverulente); Fusarium solani (appassimento e marciume della sommità e della parte radicale delle piante, con conseguente clorosi e necrosi delle foglie); Colletotrichum gloeosporoides (morte dei semenzai a causa della comparsa di profonde lesioni che cingono alla base lo stelo delle giovani piantine); Passalora hyperici (i sintomi sulle foglie consistono in macchie fogliari). Insetti: sono frequenti gli attacchi da cicadellidi. Acari: raramente riscontrati. Altro: In Letteratura risultano alcune segnalazioni d’infezione naturale da fitoplasmi e precisamente quella relativa alla cv Godet Deborance riscontrata infetta nel 2002 in Emilia-Romagna. I sintomi consistono in nanismo, fillodia e virescenza del fiore. Analisi degli oli essenziali ottenuti da piante sane ed infette da fitoplasmi (gruppo stolbur, 16SrXII-A) hanno evidenziato in quello da iperico infetto una frazione monoterpenica inferiore del 51,25%, ed un’abbondanza di sesquiterpeni (+12%); indiscutibili anche le modifiche a carico di β-cariofillene (+15,5%) e germacrene D (+12,1%). Analisi di estratti metanolici hanno evidenziato un contenuto di flavonoidi totali nettamente superiore nelle piante sane rispetto a quelle infette da fitoplasmi; similmente, anche la pesudoipericina è presente in minore quantità nell’iperico infetto, contrariamente all’acido clorogenico che aumenta considerevolmente fin’anche a raddoppiare. Ciò dimostra l’influenza di questi parassiti patogeni sul contenuto dei principi attivi.
2015
Tradizione e innovazione nel comparto delle colture aromatiche e officinali
243
247
Bellardi, M.G.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/573511
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