Mošeh Zacuto fu rabbino di Mantova dal 1673 alla morte, avvenuta il 1 ottobre 1697. Apprezzato cabbalista e poeta nato ad Amsterdam all’inizio del Settecento (secondo Appelbaum attorno al 1610 per altri attorno al 1625), fece i suoi studi nelle accademie rabbiniche dell’Europa orientale e dal 1645 abitò a Venezia, fino al suo insediamento come rabbino capo di Mantova. Zacuto scrisse una quantità incredibile di opere in diversi campi del sapere ebraico: normativa, poesia ed esoterismo o qabbalah, allo studio della quale introdusse una schiera di suoi discepoli mantovani, tra cui spiccano Aviad Sar Shalom Basilea e Yehudah Briel. Zacuto ha scritto una quantità impressionante di opere di vario genere fra cui possiamo elencarne tre: la poesia, l’enigma e due drammi che forse furono anche rappresentati sul palcoscenico. Il suo corpus di poesie è stato studiato da Dvora Bregman, mentre il genere a cui appartiene quello qui presentato per la prima volta in versione italiana è quello del dramma. Si tratta di un lunghissimo poema intitolato Tofte aruk, vale a dire l’inferno “allestito” come traduce la curatrice, ma si potrebbe anche più letteralmente dire “apparecchiato, preparato” come il tavolo apparecchiato di Yosef Caro ossia il grande compendio della normativa talmudica lo Šulhan aruk

Mošèh Zacuto, L’inferno allestito. Poema di un rabbino del Seicento sull’Oltretomba dei Malvagi, Testo ebraico a Fronte, a cura di Michela Andreatta, Bompiani, Testi a fronte, Rizzoli Libri S.p.A. / Bompiani, Milano 2016, pp. 221, ISBN 9788845281631

PERANI, MAURO
2016

Abstract

Mošeh Zacuto fu rabbino di Mantova dal 1673 alla morte, avvenuta il 1 ottobre 1697. Apprezzato cabbalista e poeta nato ad Amsterdam all’inizio del Settecento (secondo Appelbaum attorno al 1610 per altri attorno al 1625), fece i suoi studi nelle accademie rabbiniche dell’Europa orientale e dal 1645 abitò a Venezia, fino al suo insediamento come rabbino capo di Mantova. Zacuto scrisse una quantità incredibile di opere in diversi campi del sapere ebraico: normativa, poesia ed esoterismo o qabbalah, allo studio della quale introdusse una schiera di suoi discepoli mantovani, tra cui spiccano Aviad Sar Shalom Basilea e Yehudah Briel. Zacuto ha scritto una quantità impressionante di opere di vario genere fra cui possiamo elencarne tre: la poesia, l’enigma e due drammi che forse furono anche rappresentati sul palcoscenico. Il suo corpus di poesie è stato studiato da Dvora Bregman, mentre il genere a cui appartiene quello qui presentato per la prima volta in versione italiana è quello del dramma. Si tratta di un lunghissimo poema intitolato Tofte aruk, vale a dire l’inferno “allestito” come traduce la curatrice, ma si potrebbe anche più letteralmente dire “apparecchiato, preparato” come il tavolo apparecchiato di Yosef Caro ossia il grande compendio della normativa talmudica lo Šulhan aruk
2016
Perani, Mauro
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