Si tratta di un volume che sintetizza la moderna storia economico-commerciale della Cina, ruotando attorno ai suoi attuali successi. E’ scritto in maniera incisiva, ma efficace. Le definizioni sono alquanto categoriche, come quella che afferma che nessuna economia pianificata ha avuto tali successi, tanto da essere oggi il maggior recipiente di FDI, considerati come il miglior mezzo per incrementare lo sviluppo. La Cina occupa il 7% delle terre mondiali, ma la popolazione rurale ammonta al 22% di quella globale, con il rapporto più basso del mondo in relazione alla superficie, ma con discrete possibilità di irrigazione. La World Bank ha appurato che in Cina i poveri sono diminuiti dai 270 milioni del ’78 - allorché costituivano il 28% della popolazione - al 9,2% del 1985 con 97 milioni. Si stima che a metà anni settanta almeno il 35 % fosse illetterata o semiletterata, mentre oggi aumenta notevolmente il numero degli universitari. Si valuta che il grande balzo in avanti di Mao nel 1949 abbia procurato trenta milioni di morti per fame, ma già negli anni ottanta, allorché fu inventata la formula dell’economia di mercato socialista, che stava per valorizzare il grande capitale umano, il livello di mortalità era sceso eccezionalmente in basso per un paese povero. In seguito, è stato stipulato con la WTO il più grande accordo mai effettuato, per fare di tutto il paese un’area di libero scambio, tanto che si potrebbe individuare nel trend economico una cosiddetta global business revolution, che supererebbe pure l’impatto della prima rivoluzione. La sola produzione petrolifera delle compagnie di Stato pone la Cina al quinto posto nel mondo. Se dopo gli anni settanta la Cina non si fosse aperta al commercio, all’economia internazionale e agli investimenti, il progresso delle sue imprese non sarebbe neppure comparabile a quello attuale, tuttavia il passo dei giganti mondiali è stato superiore. Infatti il suo passaggio al commercio mondiale è stato diverso dagli altri paesi dell’Estremo Oriente che hanno lasciato maggiore spazio alla liberalizzazione. I suoi punti di forza sono stati i cosiddetti FMCG (Fast Moving Consumer Goods), quali i quick service restaurants, gli outlets. I punti deboli sono l’eccesso di dipendenti e le numerose filiali delle grandi imprese, la domanda interna che è rivolta verso beni a basso valore aggiunto, prodotti in piccolissime aziende e il rigido controllo delle amministrazioni locali, mentre lo Stato mostra fatica a mantenere la supervisione delle fusioni tra le grandi imprese. Pervasiva è divenuta la corruzione, in quanto non c’è separazione tra proprietà statale e management, a differenza di quanto avviene in Giappone e in Corea. Una peculiarità della Cina rispetto al Giappone risiede nelle ideologie di fondo: per il Giappone la crescita è una contropartita del fallimento militare, quindi una questione di vita o di morte; per la Cina si è trattato di uscire allo scoperto nel momento giusto, quello del mercato globale degli anni ottanta e di trovare la tecnologia informatica già predisposta, oltre ad essere facilitata da una corrente di M & A o merger and acquisitions. Una via alla modernizzazione dovrebbe liberare le grandi imprese di Stato dal controllo burocratico, per usare i moderni strumenti di management degli organismi globali. Prima della chiusura col passato, le economie di URSS e Cina poggiavano le loro fondamenta su grandi imprese con numerosi impiegati che mantenevano col datore di lavoro un rapporto denominato “dalla culla alla tomba”, rallentando il processo di modernizzazione, cosa che avviene pure in Giappone. Ora si sta cercando una strada per rendere meno gravoso il licenziamento, attraverso percorsi di pre-pensionamento, soprattutto per le donne che vengono messe a riposo all’età di quarant’anni.

NOLAN P. Transferring China, London, Wimbledon Publ. Comp.,2004 / GALVANI A.. - In: ANNALI DI RICERCHE E STUDI DI GEOGRAFIA. - ISSN 0392-8713. - STAMPA. - LXII:(2006), pp. 125-126.

NOLAN P. Transferring China, London, Wimbledon Publ. Comp.,2004.

GALVANI, ADRIANA
2006

Abstract

Si tratta di un volume che sintetizza la moderna storia economico-commerciale della Cina, ruotando attorno ai suoi attuali successi. E’ scritto in maniera incisiva, ma efficace. Le definizioni sono alquanto categoriche, come quella che afferma che nessuna economia pianificata ha avuto tali successi, tanto da essere oggi il maggior recipiente di FDI, considerati come il miglior mezzo per incrementare lo sviluppo. La Cina occupa il 7% delle terre mondiali, ma la popolazione rurale ammonta al 22% di quella globale, con il rapporto più basso del mondo in relazione alla superficie, ma con discrete possibilità di irrigazione. La World Bank ha appurato che in Cina i poveri sono diminuiti dai 270 milioni del ’78 - allorché costituivano il 28% della popolazione - al 9,2% del 1985 con 97 milioni. Si stima che a metà anni settanta almeno il 35 % fosse illetterata o semiletterata, mentre oggi aumenta notevolmente il numero degli universitari. Si valuta che il grande balzo in avanti di Mao nel 1949 abbia procurato trenta milioni di morti per fame, ma già negli anni ottanta, allorché fu inventata la formula dell’economia di mercato socialista, che stava per valorizzare il grande capitale umano, il livello di mortalità era sceso eccezionalmente in basso per un paese povero. In seguito, è stato stipulato con la WTO il più grande accordo mai effettuato, per fare di tutto il paese un’area di libero scambio, tanto che si potrebbe individuare nel trend economico una cosiddetta global business revolution, che supererebbe pure l’impatto della prima rivoluzione. La sola produzione petrolifera delle compagnie di Stato pone la Cina al quinto posto nel mondo. Se dopo gli anni settanta la Cina non si fosse aperta al commercio, all’economia internazionale e agli investimenti, il progresso delle sue imprese non sarebbe neppure comparabile a quello attuale, tuttavia il passo dei giganti mondiali è stato superiore. Infatti il suo passaggio al commercio mondiale è stato diverso dagli altri paesi dell’Estremo Oriente che hanno lasciato maggiore spazio alla liberalizzazione. I suoi punti di forza sono stati i cosiddetti FMCG (Fast Moving Consumer Goods), quali i quick service restaurants, gli outlets. I punti deboli sono l’eccesso di dipendenti e le numerose filiali delle grandi imprese, la domanda interna che è rivolta verso beni a basso valore aggiunto, prodotti in piccolissime aziende e il rigido controllo delle amministrazioni locali, mentre lo Stato mostra fatica a mantenere la supervisione delle fusioni tra le grandi imprese. Pervasiva è divenuta la corruzione, in quanto non c’è separazione tra proprietà statale e management, a differenza di quanto avviene in Giappone e in Corea. Una peculiarità della Cina rispetto al Giappone risiede nelle ideologie di fondo: per il Giappone la crescita è una contropartita del fallimento militare, quindi una questione di vita o di morte; per la Cina si è trattato di uscire allo scoperto nel momento giusto, quello del mercato globale degli anni ottanta e di trovare la tecnologia informatica già predisposta, oltre ad essere facilitata da una corrente di M & A o merger and acquisitions. Una via alla modernizzazione dovrebbe liberare le grandi imprese di Stato dal controllo burocratico, per usare i moderni strumenti di management degli organismi globali. Prima della chiusura col passato, le economie di URSS e Cina poggiavano le loro fondamenta su grandi imprese con numerosi impiegati che mantenevano col datore di lavoro un rapporto denominato “dalla culla alla tomba”, rallentando il processo di modernizzazione, cosa che avviene pure in Giappone. Ora si sta cercando una strada per rendere meno gravoso il licenziamento, attraverso percorsi di pre-pensionamento, soprattutto per le donne che vengono messe a riposo all’età di quarant’anni.
2006
NOLAN P. Transferring China, London, Wimbledon Publ. Comp.,2004 / GALVANI A.. - In: ANNALI DI RICERCHE E STUDI DI GEOGRAFIA. - ISSN 0392-8713. - STAMPA. - LXII:(2006), pp. 125-126.
GALVANI A.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/57121
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