La questione della disabilità ha visto nell'ultimo quarantennio un sostanziale cambiamento sotto tre punti di vista, quello semantico, quello istituzionale e quello categoriale. Siamo di fronte non solo ad una frontiera in espansione (pensiamo alle numerose tipologie di disabilità che oggi abbiamo conosciuto rispetto a ieri, come i Disturbi Specifici di Apprendimento, le forme di autismo high functioning, sindromi genetiche che comportano peculiarità a carico delle diverse aree di funzionamento), ma ad un quadro oltremodo complesso di difficoltà dove le variabili più significative per l’inclusione non sono quelle date dalla limitazione funzionale, o, meglio, dal loro rovescio – le capacità residue – ma sono quelle prodotte dall'ambiente, dalla famiglia, dalla scuola, dalla rete di mutuo aiuto, dal contesto cittadino. Questo è il modello biopsicosociale della disabilità proposto dall’ICF, che affonda le sue radici nel concetto di inclusione e trova applicazioni pratiche a livello internazionale come quelle dell’Index for Inclusion di Booth e Ainscow.
Caldin, R., Zappaterra, T. (2016). La frontiera attuale dell’inclusione e la formazione iniziale degli insegnanti specializzati per il sostegno. Pisa : Edizioni ETS.
La frontiera attuale dell’inclusione e la formazione iniziale degli insegnanti specializzati per il sostegno
CALDIN, ROBERTA;
2016
Abstract
La questione della disabilità ha visto nell'ultimo quarantennio un sostanziale cambiamento sotto tre punti di vista, quello semantico, quello istituzionale e quello categoriale. Siamo di fronte non solo ad una frontiera in espansione (pensiamo alle numerose tipologie di disabilità che oggi abbiamo conosciuto rispetto a ieri, come i Disturbi Specifici di Apprendimento, le forme di autismo high functioning, sindromi genetiche che comportano peculiarità a carico delle diverse aree di funzionamento), ma ad un quadro oltremodo complesso di difficoltà dove le variabili più significative per l’inclusione non sono quelle date dalla limitazione funzionale, o, meglio, dal loro rovescio – le capacità residue – ma sono quelle prodotte dall'ambiente, dalla famiglia, dalla scuola, dalla rete di mutuo aiuto, dal contesto cittadino. Questo è il modello biopsicosociale della disabilità proposto dall’ICF, che affonda le sue radici nel concetto di inclusione e trova applicazioni pratiche a livello internazionale come quelle dell’Index for Inclusion di Booth e Ainscow.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.