Il fenomeno della dispersione scolastica chiama in causa una pluralità di fattori concorrenti e richiede un approccio multidisciplinare. Riflettere sulle azioni di contrasto alla dispersione significa muoversi in un contesto contraddistinto, da un lato, da dati in crescita che testimoniano una realtà tutt’altro che rassicurante e, dall’altro, da molteplici esperienze, metodologie, teorie che costituiscono un bagaglio importante non sempre però valorizzato nella pratica. Le variabili in gioco sono molte, ma oltre alla focalizzazione sul ragazzo/a “disperso” è importante puntare lo sguardo sul sistema formativo che genera dispersione. Inoltre, quando parliamo di dispersione ci riferiamo ad un fenomeno più ampio rispetto a quello dell’abbandono. A partire dei primi anni ottanta del novecento col concetto di “dispersione” si è inteso designare non soltanto l’abbandono scolastico conclamato, ma anche fenomeni quali il ritardo nel conseguimento dei titoli, l’evasione, la dispersione in presenza, vale a dire tutte quelle situazioni che denotano una fatica da parte dello studente a stare all’interno dei percorsi scolastici prestabiliti e l’inadeguatezza del sistema a fornire efficaci risposte valide per tutti gli studenti. In quegli anni si è sviluppato un dibattito pedagogico teso a superare una lettura del fenomeno limitata ai soli fattori socio-economici o socio-culturali (povertà, cultura di appartenenza, scarto linguistico) ed anche una esclusiva focalizzazione sulle metodologie didattiche, per concentrarsi invece sulle condizioni generali necessarie a favorire l’apprendimento. Questa prospettiva nasce dalla constatazione che non è scientificamente accettabile applicare la logica della causa-effetto legando indissolubilmente le condizioni di partenza di uno studente agli esiti del percorso scolastico, così come non è possibile pedagogicamente limitare la ricerca di possibili risposte nella prassi didattica svincolata dall’azione sul sistema educativo generale in cui l’esperienza scolastica è inserita. Per poter orientare azioni educative efficaci in questo ambito occorre tenere conto che l’oggetto della dispersione non è (solo) lo studente, ma anche gli operatori del settore (spesso demotivati e lasciati soli nel tentativo di fare fronte a questa problematica) e tutta la struttura educativa di cui il ragazzo/a disperso non è che il sintomo del fallimento. Il sistema scolastico italiano presenta alcune criticità strutturali che non favoriscono il successo scolastico per tutti gli studenti. In particolare, facciamo riferimento alle transizioni tra i livelli scolastici (tra primaria e secondaria e tra secondaria di primo e secondo grado) e alla scarsa connessione tra scuola e territorio, tra sistema educativo formale e non formale. Questi passaggi spesso rappresentano delle fratture, delle terre di mezzo insidiose e piene di ostacoli, dei passaggi troppo repentini tra contesti molto differenti e a cui gli studenti devono fare fronte senza adeguati sostegni.

Fare sistema nella lotta alla dispersione scolastica / Tolomelli, Alessandro. - In: ANIMAZIONE SOCIALE. - ISSN 0392-5870. - STAMPA. - 300, aprile 2016:(2016), pp. 63-73.

Fare sistema nella lotta alla dispersione scolastica

TOLOMELLI, ALESSANDRO
2016

Abstract

Il fenomeno della dispersione scolastica chiama in causa una pluralità di fattori concorrenti e richiede un approccio multidisciplinare. Riflettere sulle azioni di contrasto alla dispersione significa muoversi in un contesto contraddistinto, da un lato, da dati in crescita che testimoniano una realtà tutt’altro che rassicurante e, dall’altro, da molteplici esperienze, metodologie, teorie che costituiscono un bagaglio importante non sempre però valorizzato nella pratica. Le variabili in gioco sono molte, ma oltre alla focalizzazione sul ragazzo/a “disperso” è importante puntare lo sguardo sul sistema formativo che genera dispersione. Inoltre, quando parliamo di dispersione ci riferiamo ad un fenomeno più ampio rispetto a quello dell’abbandono. A partire dei primi anni ottanta del novecento col concetto di “dispersione” si è inteso designare non soltanto l’abbandono scolastico conclamato, ma anche fenomeni quali il ritardo nel conseguimento dei titoli, l’evasione, la dispersione in presenza, vale a dire tutte quelle situazioni che denotano una fatica da parte dello studente a stare all’interno dei percorsi scolastici prestabiliti e l’inadeguatezza del sistema a fornire efficaci risposte valide per tutti gli studenti. In quegli anni si è sviluppato un dibattito pedagogico teso a superare una lettura del fenomeno limitata ai soli fattori socio-economici o socio-culturali (povertà, cultura di appartenenza, scarto linguistico) ed anche una esclusiva focalizzazione sulle metodologie didattiche, per concentrarsi invece sulle condizioni generali necessarie a favorire l’apprendimento. Questa prospettiva nasce dalla constatazione che non è scientificamente accettabile applicare la logica della causa-effetto legando indissolubilmente le condizioni di partenza di uno studente agli esiti del percorso scolastico, così come non è possibile pedagogicamente limitare la ricerca di possibili risposte nella prassi didattica svincolata dall’azione sul sistema educativo generale in cui l’esperienza scolastica è inserita. Per poter orientare azioni educative efficaci in questo ambito occorre tenere conto che l’oggetto della dispersione non è (solo) lo studente, ma anche gli operatori del settore (spesso demotivati e lasciati soli nel tentativo di fare fronte a questa problematica) e tutta la struttura educativa di cui il ragazzo/a disperso non è che il sintomo del fallimento. Il sistema scolastico italiano presenta alcune criticità strutturali che non favoriscono il successo scolastico per tutti gli studenti. In particolare, facciamo riferimento alle transizioni tra i livelli scolastici (tra primaria e secondaria e tra secondaria di primo e secondo grado) e alla scarsa connessione tra scuola e territorio, tra sistema educativo formale e non formale. Questi passaggi spesso rappresentano delle fratture, delle terre di mezzo insidiose e piene di ostacoli, dei passaggi troppo repentini tra contesti molto differenti e a cui gli studenti devono fare fronte senza adeguati sostegni.
2016
Fare sistema nella lotta alla dispersione scolastica / Tolomelli, Alessandro. - In: ANIMAZIONE SOCIALE. - ISSN 0392-5870. - STAMPA. - 300, aprile 2016:(2016), pp. 63-73.
Tolomelli, Alessandro
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/568475
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