Il saggio analizza il problema della cosiddetta ateologia di Caproni all’interno della sezione "Altre cadenze" del "Conte di Kevenhüller" (1986), considerata dal poeta stesso come un vero e proprio libro nel libro (mai però analizzata dalla critica nella sua parziale, presunta autonomia). Sulla base delle interviste al poeta recentemente raccolte da Melissa Rota, il saggio mostra anzitutto che l’ateologia caproniana non esclude affatto un viscerale amore per la vita, disilluso e stoico, proclamato anche di fronte al Dio assente; che è impossibile isolare e assolutizzare il tema di Dio nei versi del poeta livornese; e infine che la ricerca ateologica immanente all’ultima maniera caproniana tende a tradursi in un ideale di musica poetica (attentamente distinta da una più generica e banale musicalità). Per queste ragioni, anziché isolare il tema teologico all’interno degli ultimi libri di poesia allestiti da Caproni, come si fa di solito, in questo saggio si è preferito analizzare sistematicamente una sezione del "Conte" parzialmente autonoma, "Altre cadenze", mostrando come la vena ateologica si possa comprendere solo rinunciando a una prospettiva antologica e osservando l'attentissima tessitura musicale delle sette sezioncine indicate col termine musicale di “cadenze”. Anche alla luce della vocazione musicale dell’ultimo Caproni, il quale confessa di aver composto il "Conte" suggestionato dall’op. 132 di Beethoven, si propone altresì una nuova interpretazione musicale del suo ultimo libro di poesia (il cui primo titolo, ricordo, era "Il Conte di Kevenhüller e altre cadenze").
Francesco, F. (2016). Dio e altri io. "Altre cadenze" e il "Conte di Kevenhüller" di Giorgio Caproni.. Bologna : il Mulino.
Dio e altri io. "Altre cadenze" e il "Conte di Kevenhüller" di Giorgio Caproni.
FERRETTI, FRANCESCO
2016
Abstract
Il saggio analizza il problema della cosiddetta ateologia di Caproni all’interno della sezione "Altre cadenze" del "Conte di Kevenhüller" (1986), considerata dal poeta stesso come un vero e proprio libro nel libro (mai però analizzata dalla critica nella sua parziale, presunta autonomia). Sulla base delle interviste al poeta recentemente raccolte da Melissa Rota, il saggio mostra anzitutto che l’ateologia caproniana non esclude affatto un viscerale amore per la vita, disilluso e stoico, proclamato anche di fronte al Dio assente; che è impossibile isolare e assolutizzare il tema di Dio nei versi del poeta livornese; e infine che la ricerca ateologica immanente all’ultima maniera caproniana tende a tradursi in un ideale di musica poetica (attentamente distinta da una più generica e banale musicalità). Per queste ragioni, anziché isolare il tema teologico all’interno degli ultimi libri di poesia allestiti da Caproni, come si fa di solito, in questo saggio si è preferito analizzare sistematicamente una sezione del "Conte" parzialmente autonoma, "Altre cadenze", mostrando come la vena ateologica si possa comprendere solo rinunciando a una prospettiva antologica e osservando l'attentissima tessitura musicale delle sette sezioncine indicate col termine musicale di “cadenze”. Anche alla luce della vocazione musicale dell’ultimo Caproni, il quale confessa di aver composto il "Conte" suggestionato dall’op. 132 di Beethoven, si propone altresì una nuova interpretazione musicale del suo ultimo libro di poesia (il cui primo titolo, ricordo, era "Il Conte di Kevenhüller e altre cadenze").I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.