Il rapporto empatico che lega osservatore e architettura si fonda sul principio che le opere architettoniche, a differenza di altre forme d’arte, come ad esempio la pittura, dove è privilegiata una visione frontale, devono essere sperimentate, attraversate, per offrire una esperienza diretta della forma. Steen Eiler Rasmussen, nel saggio Architettura come esperienza , al capitolo dal titolo allusivo “Effetti opposti di corpi solidi e spazi cavi”, ha portato l’attenzione sul fatto che talvolta le regole che definiscono le architetture diventano familiari e gli edifici che si conformano ad esse diventano noiosi, “perciò, se un architetto vuole che il suo edificio provochi una reale esperienza, deve utilizzare forme e combinazioni di forme che non lascino facilmente l’osservatore distaccato, ma lo forzino ad una osservazione attiva”. Il concetto di forma è però un argomento elusivo, ci sono situazioni in cui l’osservatore non è in grado di individuare chiaramente ciò che sta guardando, subentra così una sensazione di stupore o spaesamento. Potremmo in un certo senso parlare di aberrazioni, deviazioni rispetto a quanto già sperimentato e già sedimentato come memoria, nel nostro soggettivo bagaglio di conoscenze. In quest’ambito può essere inserita la lettura dell’edificio a torre N10, il primo di 4 edifici progettati dallo studio di Max Dudler all’interno del nuovo quartiere Schwabinger Tor, appena realizzato a Monaco.
Trentin, A. (2016). Edificio a torre n10 Schwabinger Tor, Monaco. Piccole variazioni. CASABELLA, 867, 20-25.
Edificio a torre n10 Schwabinger Tor, Monaco. Piccole variazioni
TRENTIN, ANNALISA
2016
Abstract
Il rapporto empatico che lega osservatore e architettura si fonda sul principio che le opere architettoniche, a differenza di altre forme d’arte, come ad esempio la pittura, dove è privilegiata una visione frontale, devono essere sperimentate, attraversate, per offrire una esperienza diretta della forma. Steen Eiler Rasmussen, nel saggio Architettura come esperienza , al capitolo dal titolo allusivo “Effetti opposti di corpi solidi e spazi cavi”, ha portato l’attenzione sul fatto che talvolta le regole che definiscono le architetture diventano familiari e gli edifici che si conformano ad esse diventano noiosi, “perciò, se un architetto vuole che il suo edificio provochi una reale esperienza, deve utilizzare forme e combinazioni di forme che non lascino facilmente l’osservatore distaccato, ma lo forzino ad una osservazione attiva”. Il concetto di forma è però un argomento elusivo, ci sono situazioni in cui l’osservatore non è in grado di individuare chiaramente ciò che sta guardando, subentra così una sensazione di stupore o spaesamento. Potremmo in un certo senso parlare di aberrazioni, deviazioni rispetto a quanto già sperimentato e già sedimentato come memoria, nel nostro soggettivo bagaglio di conoscenze. In quest’ambito può essere inserita la lettura dell’edificio a torre N10, il primo di 4 edifici progettati dallo studio di Max Dudler all’interno del nuovo quartiere Schwabinger Tor, appena realizzato a Monaco.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.