Il sangue e la terra. Forme di autorappresentazione del potere nell'antica Mesoamerica

L'articolo, facente parte del Dossier, "Il potere: forme, rappresentazioni, contestazioni", si incentra sulle principali forme di autorappresentazione del potere politico mesoamericano, indagate mediante un'analisi delle manifestazioni artistiche di carattere propagandistico. Tale analisi permette di distinguere tra diverse modalità di autorappresentazione e glorificazione del potere, mostrando come durante il periodo Classico (ca. 200-900 d.C.) esse si suddividessero essenzialmente in due grandi categorie: una che include le forme propagandistiche di carattere narrativo, incentrate sulla glorificazione delle imprese personali del sovrano, tipiche delle entità politiche con governi a carattere dinastico; la seconda include invece discorsi politici non narrativi incentrati sulla descrizione di "schemi" spaziali e di "diagrammi" delle relazioni di potere, tipici invece di entità politiche multietniche nelle quali le identità colletive erano espresse mediante indicazioni territoriali (toponimiche) e non parentali. Se modalità propagandistiche del primo tipo vennero ampiamente praticate nel mondo maya classico, dove si accompagnarono a un'ampia utilizzazione di una scrittura glifica ad alta componente fonetica, quelle del secondo tipo vennero invece sviluppate a Teotihuacan, grande città del Bacino del Messico la cui pittura murale mostra l'uso di una forma di scrittura pittografica, scarsamente fonetica e del tutto non-narrativa. La seconda delle modalità descritte ebbe grande diffusione a partire dal 900 d.C., quando la proliferazione di entità politiche multietniche in gran parte del territorio mesoamericano richiese l'adozione di ideologie politiche universalistiche il cui carattere inclusivo soppiantò le forme propagandistiche fortemente esclusive come quelle che erano state tipiche dei governi dinastici maya del periodo classico.