Gli sforzi profusi nel miglioramento delle condizioni di sicurezza della circolazione hanno portato, nell’ultimo decennio, ad una progressiva riduzione dei sinistri stradali di oltre il 25%. Di conseguenza, anche il numero di decessi e di feriti è diminuito, dato che attesta il successo delle campagne intraprese. Tuttavia, tale tendenza non riguarda il sottogruppo dei pedoni e ciclisti, che ha avuto un andamento oscillante e tendenzialmente in leggero aumento. I dati statistici relativi al territorio bolognese mostrano, inoltre, che la maggior parte di tali utenti deboli è costituita da persone anziane over 70, seguita dai giovani tra i 18 e i 29 anni, categoria, questa, di cui fanno parte gli studenti universitari.A livello nazionale, i dati Istat (2013) rilevano che i velocipedi risultano, come nel caso della città metropolitana di Bologna, il quarto veicolo più coinvolto in sinistri stradali. Il tasso di mortalità rispetto al numero di incidenti con lesioni al 2013 è stato di 1,41 morti per 100 veicoli coinvolti e rappresenta la seconda categoria di veicolo più pericolosa dopo i motocicli (1,68 morti per 100 veicoli coinvolti). In generale, gli utenti deboli della strada rappresentano quell’insieme per cui risulta più difficile ottenere una sostanziale riduzione sia del numero di incidenti che di vittime. Il tasso di riduzione della mortalità risulta difatti più basso tra pedoni e ciclisti rispetto alle altre categorie. Proprio in Emilia-Romagna si presenta anche la quota maggiore di ciclisti feriti in incidenti (13% del totale). Le situazioni maggiormente critiche in cui detti sinistri si verificano sono: 1) le intersezioni, sia quando il ciclista attraversa la strada a partire da una pista ciclabile, sia quando questa non è presente; 2) la strada “condivisa”, ovvero quando auto e velocipede si trovano sulla stessa carreggiata, in assenza di corsie separate per i ciclisti; 3) condizioni di scarsa visibilità, dovute ad esempio alla nebbia o alla pioggia, o alla scarsa illuminazione, ad esempio nelle ore notturne, spesso aggravata all’assenza di elementi ad alta visibilità tra gli indumenti della vittima. A fini giudiziari e risarcitori una corretta analisi dei sinistri che coinvolgono utenti deboli in condizioni di scarsa visibilità non può prescindere da una corretta stima del tempo di percezione e reazione, oggetto già di numerosi studi pregressi e spesso superficialmente assunto in misura canonica di 1,0 s. Nella presente memoria, dopo un breve richiamo su alcuni aspetti basilari, vengono illustrati gli esiti di una campagna prove di avvistabilità in condizioni dinamiche, sviluppata presso il dipartimento DICAM dell’Università degli Studi di Bologna.

Alfonso, M., Mattia, S. (2016). Prove di avvistabilità degli utenti deboli della strada in condizioni dinamiche. Forlì : EGAF.

Prove di avvistabilità degli utenti deboli della strada in condizioni dinamiche

MICUCCI, ALFONSO;STRANGI, MATTIA
2016

Abstract

Gli sforzi profusi nel miglioramento delle condizioni di sicurezza della circolazione hanno portato, nell’ultimo decennio, ad una progressiva riduzione dei sinistri stradali di oltre il 25%. Di conseguenza, anche il numero di decessi e di feriti è diminuito, dato che attesta il successo delle campagne intraprese. Tuttavia, tale tendenza non riguarda il sottogruppo dei pedoni e ciclisti, che ha avuto un andamento oscillante e tendenzialmente in leggero aumento. I dati statistici relativi al territorio bolognese mostrano, inoltre, che la maggior parte di tali utenti deboli è costituita da persone anziane over 70, seguita dai giovani tra i 18 e i 29 anni, categoria, questa, di cui fanno parte gli studenti universitari.A livello nazionale, i dati Istat (2013) rilevano che i velocipedi risultano, come nel caso della città metropolitana di Bologna, il quarto veicolo più coinvolto in sinistri stradali. Il tasso di mortalità rispetto al numero di incidenti con lesioni al 2013 è stato di 1,41 morti per 100 veicoli coinvolti e rappresenta la seconda categoria di veicolo più pericolosa dopo i motocicli (1,68 morti per 100 veicoli coinvolti). In generale, gli utenti deboli della strada rappresentano quell’insieme per cui risulta più difficile ottenere una sostanziale riduzione sia del numero di incidenti che di vittime. Il tasso di riduzione della mortalità risulta difatti più basso tra pedoni e ciclisti rispetto alle altre categorie. Proprio in Emilia-Romagna si presenta anche la quota maggiore di ciclisti feriti in incidenti (13% del totale). Le situazioni maggiormente critiche in cui detti sinistri si verificano sono: 1) le intersezioni, sia quando il ciclista attraversa la strada a partire da una pista ciclabile, sia quando questa non è presente; 2) la strada “condivisa”, ovvero quando auto e velocipede si trovano sulla stessa carreggiata, in assenza di corsie separate per i ciclisti; 3) condizioni di scarsa visibilità, dovute ad esempio alla nebbia o alla pioggia, o alla scarsa illuminazione, ad esempio nelle ore notturne, spesso aggravata all’assenza di elementi ad alta visibilità tra gli indumenti della vittima. A fini giudiziari e risarcitori una corretta analisi dei sinistri che coinvolgono utenti deboli in condizioni di scarsa visibilità non può prescindere da una corretta stima del tempo di percezione e reazione, oggetto già di numerosi studi pregressi e spesso superficialmente assunto in misura canonica di 1,0 s. Nella presente memoria, dopo un breve richiamo su alcuni aspetti basilari, vengono illustrati gli esiti di una campagna prove di avvistabilità in condizioni dinamiche, sviluppata presso il dipartimento DICAM dell’Università degli Studi di Bologna.
2016
Atti del XXVII CONVEGNO NAZIONALE ASAIS-EVU
1
20
Alfonso, M., Mattia, S. (2016). Prove di avvistabilità degli utenti deboli della strada in condizioni dinamiche. Forlì : EGAF.
Alfonso, Micucci; Mattia, Strangi
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/563026
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