Spesso ci si chiede da dove derivi il nome botanico di una pianta. Le origini possono essere diverse, come la forma di certe sue parti, vedi il gladiolo le cui foglie sembrano piccole spade: da latino gladius e gladiolus, e la digitale (Digitalis spp.) il cui fiore ha la forma del ditale della sarta; oppure il genere si rifà a personaggi più o meno famosi, come l’erba scopiaria il cui nome botanico è Hottonia palustris in quanto Limneo dedicò il genere a Pierre Hotton, professore di Botanica a Leida nel ‘600. Molto spesso il nome botanico richiama direttamente quello dello scopritore. E’ il caso della fresia (Freesia spp., dallo studioso Fr.H.Th. Freese) e dell’alstroemeria (Alstroemeria spp.) i cui semi furono importati in Europa dal Sud America dal barone svedese, allievo di Limneo, Klaes von Alstroemer (1736–1794). Questi la trovò che cresceva spontanea ai piedi delle Ande, in Cile e Perù, tanto è vero che viene anche comunemente chiamata giglio degli Incas o peruviano. Perché acquistare l’alstroemeria? I suoi fiori recisi danno molta soddisfazione: durano a lungo, oltre le tre settimane, e sono piacevoli ed eleganti, con la leggera corolla imbutiforme dalle diverse tonalità di rosso, giallo, arancio, viola, rosa, bianco, con maculature e striature in colori contrastanti. Possiamo anche piantarne qualche esemplare in giardino per creare vivaci bordure: ama posizioni luminose, con qualche ora di sole ogni giorno, ma dove possa godere del refrigerio dell’ombra nelle ore più calde della giornata, al riparo dai venti. L’alstroemeria può sopportare periodi di brevi gelate (le radici resistono fino a una temperatura di -5°C). E’ quindi, come si suol dire, poco esigente ma…. Le virosi ….ogni pianta ha il proprio “tallone d’Achille” e per l’alstroemeria sono le virosi che spesso deturpano l’apparato fogliare con ogni sorta di decolorazioni (“mosaici”, “striature”, “maculature”, ecc.). Spesso, però, nonostante queste vistose alterazioni interessino quasi tutte le foglie, la pianta produce ugualmente fiori belli e coloratissimi, che sembrano sfuggire all’aggressività dei virus che la infettano. Pare quasi un miracolo che una pianta tanto “brutta” fino alla fioritura possa poi arricchirsi di eleganti piccoli gigli perfetti nella forma e nel colore. Cosa fare e cosa dire?…..da Virologo sostengo che ogni pianta virosata vada eliminata dal giardino, ma in questo caso lascio libertà di scelta a chi la possiede e vuole reciderne i fiori per abbellire gli ambienti domestici.

Bellardi, M.G. (2016). Eppure fiorisce!. GIARDINI, 281, 48-48.

Eppure fiorisce!

BELLARDI, MARIA GRAZIA
2016

Abstract

Spesso ci si chiede da dove derivi il nome botanico di una pianta. Le origini possono essere diverse, come la forma di certe sue parti, vedi il gladiolo le cui foglie sembrano piccole spade: da latino gladius e gladiolus, e la digitale (Digitalis spp.) il cui fiore ha la forma del ditale della sarta; oppure il genere si rifà a personaggi più o meno famosi, come l’erba scopiaria il cui nome botanico è Hottonia palustris in quanto Limneo dedicò il genere a Pierre Hotton, professore di Botanica a Leida nel ‘600. Molto spesso il nome botanico richiama direttamente quello dello scopritore. E’ il caso della fresia (Freesia spp., dallo studioso Fr.H.Th. Freese) e dell’alstroemeria (Alstroemeria spp.) i cui semi furono importati in Europa dal Sud America dal barone svedese, allievo di Limneo, Klaes von Alstroemer (1736–1794). Questi la trovò che cresceva spontanea ai piedi delle Ande, in Cile e Perù, tanto è vero che viene anche comunemente chiamata giglio degli Incas o peruviano. Perché acquistare l’alstroemeria? I suoi fiori recisi danno molta soddisfazione: durano a lungo, oltre le tre settimane, e sono piacevoli ed eleganti, con la leggera corolla imbutiforme dalle diverse tonalità di rosso, giallo, arancio, viola, rosa, bianco, con maculature e striature in colori contrastanti. Possiamo anche piantarne qualche esemplare in giardino per creare vivaci bordure: ama posizioni luminose, con qualche ora di sole ogni giorno, ma dove possa godere del refrigerio dell’ombra nelle ore più calde della giornata, al riparo dai venti. L’alstroemeria può sopportare periodi di brevi gelate (le radici resistono fino a una temperatura di -5°C). E’ quindi, come si suol dire, poco esigente ma…. Le virosi ….ogni pianta ha il proprio “tallone d’Achille” e per l’alstroemeria sono le virosi che spesso deturpano l’apparato fogliare con ogni sorta di decolorazioni (“mosaici”, “striature”, “maculature”, ecc.). Spesso, però, nonostante queste vistose alterazioni interessino quasi tutte le foglie, la pianta produce ugualmente fiori belli e coloratissimi, che sembrano sfuggire all’aggressività dei virus che la infettano. Pare quasi un miracolo che una pianta tanto “brutta” fino alla fioritura possa poi arricchirsi di eleganti piccoli gigli perfetti nella forma e nel colore. Cosa fare e cosa dire?…..da Virologo sostengo che ogni pianta virosata vada eliminata dal giardino, ma in questo caso lascio libertà di scelta a chi la possiede e vuole reciderne i fiori per abbellire gli ambienti domestici.
2016
Bellardi, M.G. (2016). Eppure fiorisce!. GIARDINI, 281, 48-48.
Bellardi, Maria Grazia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/562966
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