Il saggio ricostruisce l’impatto scientifico che l’esperienza del primo conflitto mondiale ebbe sulla psichiatria italiana, nonché il vissuto degli psichiatri che si trovarono a confrontarsi con la « strana malattia » della nevrosi traumatica. Esaminandone gli scritti, l’autrice sostiene che, anche per non rimanere travolti dall’incomprensibilità delle nuove patologie di guerra, la maggioranza degli psichiatri confermò l’impostazione organicistica della disciplina affermando che la guerra era un’occasione dello scatenarsi di una preesistente e silente patologia, e non causa di malattia mentale. Nondimeno l’autrice rileva che, a mano a mano che la guerra proseguiva, gli psichiatri arricchirono i loro lavori scientifici di lunghe descrizioni di casi di traumatizzati, grazie alle quali, insieme al loro vissuto, veniva emergendo il dubbio che quelle patologie di guerra poco avessero a che fare con la predisposizione ereditaria alle malattie nervose, a cui pur ci si appellava scientificamente. Così, di fronte all’ingente numero dei soldati colpiti da nevrosi di guerra, il dibattito sul ruolo delle emozioni emerse anche nella comunità psichiatrica italiana (legata per tradizione scientifica a un approccio organicistico), ma non riuscì ad aprire nuove prospettive teoriche, come avvenne invece in Inghilterra con la psicoanalisi.

Effetto guerra . La psichiatria italiana di fronte al primo conflitto mondiale / Babini, Valeria Paola. - In: STUDI E PROBLEMI DI CRITICA TESTUALE. - ISSN 0049-2361. - STAMPA. - 91:2(2015), pp. 311-332.

Effetto guerra . La psichiatria italiana di fronte al primo conflitto mondiale

BABINI, VALERIA PAOLA
2015

Abstract

Il saggio ricostruisce l’impatto scientifico che l’esperienza del primo conflitto mondiale ebbe sulla psichiatria italiana, nonché il vissuto degli psichiatri che si trovarono a confrontarsi con la « strana malattia » della nevrosi traumatica. Esaminandone gli scritti, l’autrice sostiene che, anche per non rimanere travolti dall’incomprensibilità delle nuove patologie di guerra, la maggioranza degli psichiatri confermò l’impostazione organicistica della disciplina affermando che la guerra era un’occasione dello scatenarsi di una preesistente e silente patologia, e non causa di malattia mentale. Nondimeno l’autrice rileva che, a mano a mano che la guerra proseguiva, gli psichiatri arricchirono i loro lavori scientifici di lunghe descrizioni di casi di traumatizzati, grazie alle quali, insieme al loro vissuto, veniva emergendo il dubbio che quelle patologie di guerra poco avessero a che fare con la predisposizione ereditaria alle malattie nervose, a cui pur ci si appellava scientificamente. Così, di fronte all’ingente numero dei soldati colpiti da nevrosi di guerra, il dibattito sul ruolo delle emozioni emerse anche nella comunità psichiatrica italiana (legata per tradizione scientifica a un approccio organicistico), ma non riuscì ad aprire nuove prospettive teoriche, come avvenne invece in Inghilterra con la psicoanalisi.
2015
Effetto guerra . La psichiatria italiana di fronte al primo conflitto mondiale / Babini, Valeria Paola. - In: STUDI E PROBLEMI DI CRITICA TESTUALE. - ISSN 0049-2361. - STAMPA. - 91:2(2015), pp. 311-332.
Babini, Valeria Paola
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