Introduzione La costituzione di varietà migliorate ha contribuito considerevolmente agli incrementi produttivi ed ai miglioramenti qualitativi registrati nel corso dell’ultimo secolo ed il seme è il mezzo mediante il quale tale innovazione ha potuto essere efficacemente diffusa. Il breeding richiede investimenti cospicui e deve essere remunerativo, e per questo si è affermato un sistema internazionale di tutela delle novità vegetali. Inoltre, a seguito della globalizzazione, si è sviluppata l’esigenza di tracciare le filiere produttive anche a valle del seme per valorizzare i prodotti e garantire gli utilizzatori. La relazione fa il punto sulle applicazioni delle tecniche molecolari in ambito sementiero. Metodologia Il quadro presentato è il risultato da un lato di una disamina della letteratura scientifica e di documenti di organizzazioni del settore, dall’altro dell’esperienza diretta del LaRAS nel campo dei servizi analitici su aspetti varietali. Risultati e conclusione Nel corso degli ultimi decenni si è assistito ad un boom nelle applicazioni delle tecniche di indagine molecolare in campo vegetale sia per la ricerca che per lo sviluppo varietale. Da subito sono risultate evidenti le potenzialità dei marcatori molecolari (MM) nell’ambito della protezione e registrazione delle nuove varietà, tradizionalmente basate sulla verifica dei requisiti di distinguibilità, uniformità e stabilità (DUS) per caratteri morfologici. Per la loro capacità discriminante ed indipendenza da effetti ambientali i MM consentono procedure di valutazione semplificate e notevole precisione delle determinazioni, ma la loro adozione nella pratica è ancora limitata e procede con prudenza. Per alcune specie i MM sono già utilizzati per la scelta delle varietà con cui le nuove costituzioni dovranno essere comparate nelle prove di campo; in altri casi marcatori strettamente associati a geni che controllano descrittori DUS sono analizzati in alternativa e con maggiore efficienza rispetto ai descrittori stessi; tuttavia, al fine di non indebolire l’attuale sistema di tutela, ad oggi i polimorfismi genetici non collegati al fenotipo non sono ritenuti prove sufficienti di distinguibilità. D’altra parte i MM sono considerati indispensabili per identificare, mediante stime di distanza genetica, varietà essenzialmente derivate da altre preesistenti protette, dalle quali le prime differiscono per uno o pochi caratteri; le biotecnologie, infatti, rendendo più semplice la derivazione, hanno aumentato i rischi di abuso nell’impiego di materiali protetti. Nell’ambito della moltiplicazione sementiera, l’automazione delle procedure analitiche e la diminuzione dei costi rendono oggi realizzabili controlli di qualità genetica (identità e purezza varietale) di routine nella produzione di semente ibrida di elevato valore commerciale, oppure più specifici e mirati al mantenimento di elevati livelli di purezza nelle prime generazioni, quali il nucleo del costitutore o il seme prebase. I medesimi strumenti molecolari permettono l’accertamento della rispondenza varietale delle partite alle esigenze delle filiere di trasformazione, siano esse relative a produzioni convenzionali legate a determinati parametri qualitativi, oppure a produzioni biologiche o tipiche a marchio di qualità ed aderenti a specifici disciplinari. Infine, la resistenza del DNA ai trattamenti utilizzati nei processi di trasformazione consente in genere di estendere la tracciabilità ai prodotti finali e di verificarne le dichiarazioni riportate in etichetta, contribuendo a mantenere la fiducia del consumatore.

Noli, E. (2015). Nuovi strumenti per la tracciabilità e la protezione della proprietà intellettuale in ambito sementiero.

Nuovi strumenti per la tracciabilità e la protezione della proprietà intellettuale in ambito sementiero

NOLI, ENRICO
2015

Abstract

Introduzione La costituzione di varietà migliorate ha contribuito considerevolmente agli incrementi produttivi ed ai miglioramenti qualitativi registrati nel corso dell’ultimo secolo ed il seme è il mezzo mediante il quale tale innovazione ha potuto essere efficacemente diffusa. Il breeding richiede investimenti cospicui e deve essere remunerativo, e per questo si è affermato un sistema internazionale di tutela delle novità vegetali. Inoltre, a seguito della globalizzazione, si è sviluppata l’esigenza di tracciare le filiere produttive anche a valle del seme per valorizzare i prodotti e garantire gli utilizzatori. La relazione fa il punto sulle applicazioni delle tecniche molecolari in ambito sementiero. Metodologia Il quadro presentato è il risultato da un lato di una disamina della letteratura scientifica e di documenti di organizzazioni del settore, dall’altro dell’esperienza diretta del LaRAS nel campo dei servizi analitici su aspetti varietali. Risultati e conclusione Nel corso degli ultimi decenni si è assistito ad un boom nelle applicazioni delle tecniche di indagine molecolare in campo vegetale sia per la ricerca che per lo sviluppo varietale. Da subito sono risultate evidenti le potenzialità dei marcatori molecolari (MM) nell’ambito della protezione e registrazione delle nuove varietà, tradizionalmente basate sulla verifica dei requisiti di distinguibilità, uniformità e stabilità (DUS) per caratteri morfologici. Per la loro capacità discriminante ed indipendenza da effetti ambientali i MM consentono procedure di valutazione semplificate e notevole precisione delle determinazioni, ma la loro adozione nella pratica è ancora limitata e procede con prudenza. Per alcune specie i MM sono già utilizzati per la scelta delle varietà con cui le nuove costituzioni dovranno essere comparate nelle prove di campo; in altri casi marcatori strettamente associati a geni che controllano descrittori DUS sono analizzati in alternativa e con maggiore efficienza rispetto ai descrittori stessi; tuttavia, al fine di non indebolire l’attuale sistema di tutela, ad oggi i polimorfismi genetici non collegati al fenotipo non sono ritenuti prove sufficienti di distinguibilità. D’altra parte i MM sono considerati indispensabili per identificare, mediante stime di distanza genetica, varietà essenzialmente derivate da altre preesistenti protette, dalle quali le prime differiscono per uno o pochi caratteri; le biotecnologie, infatti, rendendo più semplice la derivazione, hanno aumentato i rischi di abuso nell’impiego di materiali protetti. Nell’ambito della moltiplicazione sementiera, l’automazione delle procedure analitiche e la diminuzione dei costi rendono oggi realizzabili controlli di qualità genetica (identità e purezza varietale) di routine nella produzione di semente ibrida di elevato valore commerciale, oppure più specifici e mirati al mantenimento di elevati livelli di purezza nelle prime generazioni, quali il nucleo del costitutore o il seme prebase. I medesimi strumenti molecolari permettono l’accertamento della rispondenza varietale delle partite alle esigenze delle filiere di trasformazione, siano esse relative a produzioni convenzionali legate a determinati parametri qualitativi, oppure a produzioni biologiche o tipiche a marchio di qualità ed aderenti a specifici disciplinari. Infine, la resistenza del DNA ai trattamenti utilizzati nei processi di trasformazione consente in genere di estendere la tracciabilità ai prodotti finali e di verificarne le dichiarazioni riportate in etichetta, contribuendo a mantenere la fiducia del consumatore.
2015
Atti del XLIV Convegno Nazionale della Società Italiana di Agronomia: L'agronomia per la gestione dei sistemi produttivi agrari
10
10
Noli, E. (2015). Nuovi strumenti per la tracciabilità e la protezione della proprietà intellettuale in ambito sementiero.
Noli, Enrico
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/556007
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