La ricerca che si intende presentare riguarda lo studio dei differenti tipi di intonaco esterni ancora presenti in varie parti della fortezza di San Leo. Il tema, del tutto originale, è stato affrontato in due fasi parallele. La prima ha riguardato indagini indirette di carattere storiografico-archivistico e iconografico che hanno permesso di osservare sotto una nuova luce il singolare progetto valadieriano per la fortezza di San Leo. L'apprezzamento e il giudizio di valore che l’architetto assegna alla parte quattrocentesca lo inducono ad una forma di restauro, con vere e proprie anticipazioni di quelle che saranno le successive linee metodologiche della disciplina. L’altro filone di ricerca ha riguardato le indagini dirette su intonaci provenienti da diverse parti della fortezza, al fine di determinarne caratteristiche e formulazione. Le indagini diagnostiche sono state effettuate presso il Laboratorio di Scienza e Tecnologia dei Materiali (LASTM) del Dipartimento (DICAM) dell’Università di Bologna, Scuola di Ingegneria e Architettura, seguendo procedure sviluppate dal gruppo di lavoro presso la struttura. Determinazione del contenuto di carbonati, diffrattometria a raggi x, analisi granulometrica ed altre analisi sono state condotte sugli intonaci nel loro insieme e, separatamente, su leganti e aggregati. L’indagine storiografica condotta negli archivi e sulla cartografia storica ha permesso di definire con ragionevole certezza le datazioni delle differenti parti della fortezza, il che ha consentito, incrociando tali informazioni con i risultati delle indagini diagnostiche, di identificare una cronologia degli intonaci. Le ricerche archivistiche sono state svolte con la collaborazione della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Ancona (ora di Ravenna), gli Archivi di Stato di Pesaro, Firenze, Roma, l’Archivio Centrale dello Stato, l’Archivio Segreto Vaticano. La discussione e l’interpretazione dei dati, conseguente all’analisi comparata delle fonti dirette e indirette, ha permesso di comprendere i caratteri tecnico-costruttivi dei differenti trattamenti in relazione all’epoca e alle differenti parti della fortezza e di valutarne le implicazioni sotto il profilo percettivo.
Claudio Galli, Franzoni Elisa, Sassoni Enrico, Alessandro Tosarelli (2014). La Fortezza di San Leo: riflessioni critiche sulle superfici architettoniche esterne trattate ad intonaco. Udine : Forum Editrice universitaria Udinese srl.
La Fortezza di San Leo: riflessioni critiche sulle superfici architettoniche esterne trattate ad intonaco
GALLI, CLAUDIO;FRANZONI, ELISA;SASSONI, ENRICO;
2014
Abstract
La ricerca che si intende presentare riguarda lo studio dei differenti tipi di intonaco esterni ancora presenti in varie parti della fortezza di San Leo. Il tema, del tutto originale, è stato affrontato in due fasi parallele. La prima ha riguardato indagini indirette di carattere storiografico-archivistico e iconografico che hanno permesso di osservare sotto una nuova luce il singolare progetto valadieriano per la fortezza di San Leo. L'apprezzamento e il giudizio di valore che l’architetto assegna alla parte quattrocentesca lo inducono ad una forma di restauro, con vere e proprie anticipazioni di quelle che saranno le successive linee metodologiche della disciplina. L’altro filone di ricerca ha riguardato le indagini dirette su intonaci provenienti da diverse parti della fortezza, al fine di determinarne caratteristiche e formulazione. Le indagini diagnostiche sono state effettuate presso il Laboratorio di Scienza e Tecnologia dei Materiali (LASTM) del Dipartimento (DICAM) dell’Università di Bologna, Scuola di Ingegneria e Architettura, seguendo procedure sviluppate dal gruppo di lavoro presso la struttura. Determinazione del contenuto di carbonati, diffrattometria a raggi x, analisi granulometrica ed altre analisi sono state condotte sugli intonaci nel loro insieme e, separatamente, su leganti e aggregati. L’indagine storiografica condotta negli archivi e sulla cartografia storica ha permesso di definire con ragionevole certezza le datazioni delle differenti parti della fortezza, il che ha consentito, incrociando tali informazioni con i risultati delle indagini diagnostiche, di identificare una cronologia degli intonaci. Le ricerche archivistiche sono state svolte con la collaborazione della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Ancona (ora di Ravenna), gli Archivi di Stato di Pesaro, Firenze, Roma, l’Archivio Centrale dello Stato, l’Archivio Segreto Vaticano. La discussione e l’interpretazione dei dati, conseguente all’analisi comparata delle fonti dirette e indirette, ha permesso di comprendere i caratteri tecnico-costruttivi dei differenti trattamenti in relazione all’epoca e alle differenti parti della fortezza e di valutarne le implicazioni sotto il profilo percettivo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.