Concludendo la Premessa all’Indice 1987-1996 di «Schede Umanistiche», Luisa Avellini si augurava che «il prossimo indice decennale» confermasse per l’ARUB e per la sua rivista la miscela fra tratti di utopia ed esigenze di concretezza imposte dai conti quotidiani con la “politica” italiana della ricerca. Ma l’indice quali cato allora come prossimo, per vari motivi, esce coprendo cinque annate in più del decennio 1997-2006, e viene pubblicato come annata 2013, mentre sono in lavorazione i numeri del 2014 e del 2015 della rivista, per un ritardo dovuto al cambio di casa editrice: dall’originaria Clueb all’attuale I Libri di Emil di Odoya. Guardando al percorso che «Schede Umanistiche» e lo sta di ricercatori che la sostiene hanno disegnato n qui, andranno ricordati nodi culturali e operativi importanti: la collaborazione iniziata nel 1994 col Centro internazionale di studi Giovanni Pico della Mirandola proseguita nell’esito notevole del volume Pichiana, ricco strumento bibliogra co per l’opera e la saggistica critica su Pico uscito presso Olschki nel 2005; i due nanziamenti del comitato 12 del CNR del 1996 e 1997 concessi al nostro Laboratorio bibliologico per il progetto locale, inserito nella ricerca nazionale presentata dall’Istituto di Linguistica Computazionale di Pisa, dal titolo Formazione di un archivio di paleostampe con selezione di un campione signi cativo come base di apprendimento per una rete neurale; il Convegno internazionale organizzato a Bologna nel 2007 su Testi agronomici d’area emiliana e Rinascimento europeo: la cultura agraria fra letteratura e scienza da Pier de’ Crescenzi a Filippo Re, che ha a dato i suoi Atti alle nostre pagine del 2007/1 e 2007/2; la ripresa dell’attività del settore codicologico e paleogra co del Laboratorio bibliologico con i progetti in collaborazione con Teresa De Robertis intorno a Felice Feliciano e con la recentissima pubblicazione del volume Il Quattrocento dei copisti. Bologna (2014). Ad a ancare con varie nalità il lavoro della rivista, oltre alla collana dei «Quaderni di Schede Umanistiche» attiva dal 1988, fra 1997 e 2000 hanno visto la luce due numeri del Supplemento intitolato «Antichi e Moderni», l’uno dedicato al Leopardi, l’altro a Plutarco biografo. Nel 2009, a dar ragione testuale e critica della stagione tardocinquecentesca e delle sue prospettive nella rete dei secentismi municipali italiani, nasce la collana «Biblioteca del Rinascimento e del Barocco», ad opera di un comitato scienti co in parte comune con quello di «Schede Umanistiche»; e questo nuovo contenitore, che ha ormai raggiunto i dieci titoli, non ha mancato di o rire spunti saggistici alle nostre pagine. Fra utopia e concretezza, sono state d’obbligo anche decisioni di razionalizzazione, come il passaggio nel 2008 dal ritmo semestrale a quello annuale della rivista. D’altra parte, itinerari professionali indirizzati ai nuovi sviluppi contemporanei della cultura globale di migrazione hanno determinato un avvicendamento alla direzione, lasciata da Fulvio Pezzarossa nel 2007, dopo poco meno di vent’anni di brillante gestione, alle cure senz’altro almeno volonterose di chi scrive. Riprendendo ora in collaborazione con il nuovo editore il cammino, con l’impegno di mantenere la qualità che ci è stata riconosciuta anche dalle agenzie di valutazione che ci hanno classi cato al livello massimo per la lologia, contiamo di procedere verso altri decenni, anche se dal 2014 dobbiamo con dolore rimpiangere un Maestro che continuava con pazienza ad accompagnarci e a leggerci. Il nostro omaggio alla memoria di Ezio Raimondi non può che essere la costanza e la coerenza di un itinerario rigoroso, sulle sue orme esemplari, nei tempi e negli spazi, nei centri e nei margini di quel territorio che chiamiamo umanistico-rinascimentale.

Indice degli autori XI 1-1997 – XXVI 2012 di Schede Umanistiche XXVII 2013 (lettere M-Z)

QUAQUARELLI, LEONARDO
2015

Abstract

Concludendo la Premessa all’Indice 1987-1996 di «Schede Umanistiche», Luisa Avellini si augurava che «il prossimo indice decennale» confermasse per l’ARUB e per la sua rivista la miscela fra tratti di utopia ed esigenze di concretezza imposte dai conti quotidiani con la “politica” italiana della ricerca. Ma l’indice quali cato allora come prossimo, per vari motivi, esce coprendo cinque annate in più del decennio 1997-2006, e viene pubblicato come annata 2013, mentre sono in lavorazione i numeri del 2014 e del 2015 della rivista, per un ritardo dovuto al cambio di casa editrice: dall’originaria Clueb all’attuale I Libri di Emil di Odoya. Guardando al percorso che «Schede Umanistiche» e lo sta di ricercatori che la sostiene hanno disegnato n qui, andranno ricordati nodi culturali e operativi importanti: la collaborazione iniziata nel 1994 col Centro internazionale di studi Giovanni Pico della Mirandola proseguita nell’esito notevole del volume Pichiana, ricco strumento bibliogra co per l’opera e la saggistica critica su Pico uscito presso Olschki nel 2005; i due nanziamenti del comitato 12 del CNR del 1996 e 1997 concessi al nostro Laboratorio bibliologico per il progetto locale, inserito nella ricerca nazionale presentata dall’Istituto di Linguistica Computazionale di Pisa, dal titolo Formazione di un archivio di paleostampe con selezione di un campione signi cativo come base di apprendimento per una rete neurale; il Convegno internazionale organizzato a Bologna nel 2007 su Testi agronomici d’area emiliana e Rinascimento europeo: la cultura agraria fra letteratura e scienza da Pier de’ Crescenzi a Filippo Re, che ha a dato i suoi Atti alle nostre pagine del 2007/1 e 2007/2; la ripresa dell’attività del settore codicologico e paleogra co del Laboratorio bibliologico con i progetti in collaborazione con Teresa De Robertis intorno a Felice Feliciano e con la recentissima pubblicazione del volume Il Quattrocento dei copisti. Bologna (2014). Ad a ancare con varie nalità il lavoro della rivista, oltre alla collana dei «Quaderni di Schede Umanistiche» attiva dal 1988, fra 1997 e 2000 hanno visto la luce due numeri del Supplemento intitolato «Antichi e Moderni», l’uno dedicato al Leopardi, l’altro a Plutarco biografo. Nel 2009, a dar ragione testuale e critica della stagione tardocinquecentesca e delle sue prospettive nella rete dei secentismi municipali italiani, nasce la collana «Biblioteca del Rinascimento e del Barocco», ad opera di un comitato scienti co in parte comune con quello di «Schede Umanistiche»; e questo nuovo contenitore, che ha ormai raggiunto i dieci titoli, non ha mancato di o rire spunti saggistici alle nostre pagine. Fra utopia e concretezza, sono state d’obbligo anche decisioni di razionalizzazione, come il passaggio nel 2008 dal ritmo semestrale a quello annuale della rivista. D’altra parte, itinerari professionali indirizzati ai nuovi sviluppi contemporanei della cultura globale di migrazione hanno determinato un avvicendamento alla direzione, lasciata da Fulvio Pezzarossa nel 2007, dopo poco meno di vent’anni di brillante gestione, alle cure senz’altro almeno volonterose di chi scrive. Riprendendo ora in collaborazione con il nuovo editore il cammino, con l’impegno di mantenere la qualità che ci è stata riconosciuta anche dalle agenzie di valutazione che ci hanno classi cato al livello massimo per la lologia, contiamo di procedere verso altri decenni, anche se dal 2014 dobbiamo con dolore rimpiangere un Maestro che continuava con pazienza ad accompagnarci e a leggerci. Il nostro omaggio alla memoria di Ezio Raimondi non può che essere la costanza e la coerenza di un itinerario rigoroso, sulle sue orme esemplari, nei tempi e negli spazi, nei centri e nei margini di quel territorio che chiamiamo umanistico-rinascimentale.
2015
8
978-88-6680-176-4
Quaquarelli, Leonardo
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