L’importazione illegale di animali o di loro prodotti rappresenta un importante fattore di rischio per l’ingresso di patogeni in una nazione. Per l’elevata trasmissibilità, le malattie della Lista A OIE meritano particolare attenzione e in tale ambito l’influenza aviaria assume un ruolo di primo piano, a causa anche delle implicazioni zoonotiche. Al fine di valutare la presenza di virus influenzali in avifauna cacciata e importata illegalmente in Italia, nel maggio 2003, sono stati campionati a Bari 1132 uccelli selvatici, parte di un sequestro giudiziario destinato a distruzione. Il campione includeva cinque specie di anseriformi, principale serbatoio naturale dell’influenza (Anas crecca, n. 150; A. querquedula, n. 110; Anser albifrons, n. 33; A. fabalis, n. 9; A. anser, n. 4), gruiformi legati a zone umide (Fulica atra, n. 111) e tra i Caradriformi, altro importante reservoir dei virus influenzali, la Beccaccia (Scolopax rusticola, n. 300). Inoltre, data la suscettibilità della Quaglia giapponese (Coturnix coturnix japonica) a 14 diversi sottotipi virali H, 180 quaglie (C. c. coturnix) sono state incluse nel campione. Infine, tra i Colombiformi, sono state scelte la Tortora dal collare orientale (Streptopelia decaocto, n. 84) specie recettiva dalle abitudini sinantropiche e la Tortora selvatica (S. turtur, n. 151). Su tutti i volatili è stato effettuato un tampone cloacale, mentre dalle quaglie è stato raccolto anche un tampone tracheale, poiché in questa specie prevale la replicazione in sede respiratoria. I tamponi, conservati a – 80 °C, sono stati esaminati mediante una metodica “one-step reverse transcription real time” PCR (RRT-PCR) basata sull’amplificazione di una regione altamente conservata del gene matrice (M) dei virus influenzali A. Sono risultati positivi per virus influenzali di tipo A 16 tamponi cloacali prelevati da tre specie di Anseriformi, comprendenti 13 (8,7%) alzavole (A. crecca), 1 (0,9%) marzaiola (A. querquedula) e 2 (6,1%) oche lombardelle (A. albifrons). È stato possibile caratterizzare solo due campioni ottenuti da alzavole, entrambi risultati H5N3 a bassa patogenicità. I risultati negativi ottenuti da un campione di 300 beccacce sono probabilmente dovuti alla biologia di questa specie, meno legata ad ambienti acquatici rispetto ad altri Caradriformi. I nostri risultati ribadiscono il ruolo centrale degli Anseriformi nell’ecologia dell’influenza ed enfatizzano l’importanza delle azioni di controllo volte a evidenziare e bloccare tempestivamente qualsiasi attività di commercio illegale di animali selvatici o di loro prodotti.
M. Delogu, M.A. De Marco, B. Bedini, E. Falcone, I. Donatelli, L. Campitelli, et al. (2007). Ricerca di virus influenzali in avifauna abbattuta nell’ambito di attività venatoria ed importata illegalmente in Italia. ROMA : litografia Chicca.
Ricerca di virus influenzali in avifauna abbattuta nell’ambito di attività venatoria ed importata illegalmente in Italia
DELOGU, MAURO;M. A. De Marco;
2007
Abstract
L’importazione illegale di animali o di loro prodotti rappresenta un importante fattore di rischio per l’ingresso di patogeni in una nazione. Per l’elevata trasmissibilità, le malattie della Lista A OIE meritano particolare attenzione e in tale ambito l’influenza aviaria assume un ruolo di primo piano, a causa anche delle implicazioni zoonotiche. Al fine di valutare la presenza di virus influenzali in avifauna cacciata e importata illegalmente in Italia, nel maggio 2003, sono stati campionati a Bari 1132 uccelli selvatici, parte di un sequestro giudiziario destinato a distruzione. Il campione includeva cinque specie di anseriformi, principale serbatoio naturale dell’influenza (Anas crecca, n. 150; A. querquedula, n. 110; Anser albifrons, n. 33; A. fabalis, n. 9; A. anser, n. 4), gruiformi legati a zone umide (Fulica atra, n. 111) e tra i Caradriformi, altro importante reservoir dei virus influenzali, la Beccaccia (Scolopax rusticola, n. 300). Inoltre, data la suscettibilità della Quaglia giapponese (Coturnix coturnix japonica) a 14 diversi sottotipi virali H, 180 quaglie (C. c. coturnix) sono state incluse nel campione. Infine, tra i Colombiformi, sono state scelte la Tortora dal collare orientale (Streptopelia decaocto, n. 84) specie recettiva dalle abitudini sinantropiche e la Tortora selvatica (S. turtur, n. 151). Su tutti i volatili è stato effettuato un tampone cloacale, mentre dalle quaglie è stato raccolto anche un tampone tracheale, poiché in questa specie prevale la replicazione in sede respiratoria. I tamponi, conservati a – 80 °C, sono stati esaminati mediante una metodica “one-step reverse transcription real time” PCR (RRT-PCR) basata sull’amplificazione di una regione altamente conservata del gene matrice (M) dei virus influenzali A. Sono risultati positivi per virus influenzali di tipo A 16 tamponi cloacali prelevati da tre specie di Anseriformi, comprendenti 13 (8,7%) alzavole (A. crecca), 1 (0,9%) marzaiola (A. querquedula) e 2 (6,1%) oche lombardelle (A. albifrons). È stato possibile caratterizzare solo due campioni ottenuti da alzavole, entrambi risultati H5N3 a bassa patogenicità. I risultati negativi ottenuti da un campione di 300 beccacce sono probabilmente dovuti alla biologia di questa specie, meno legata ad ambienti acquatici rispetto ad altri Caradriformi. I nostri risultati ribadiscono il ruolo centrale degli Anseriformi nell’ecologia dell’influenza ed enfatizzano l’importanza delle azioni di controllo volte a evidenziare e bloccare tempestivamente qualsiasi attività di commercio illegale di animali selvatici o di loro prodotti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.