In questo articolo mi focalizzo sulla rappresentazione della paura nelle produzioni rivolte a un pubblico di teenager. Il caso di studio è quello del franchise teen-horror "Scream", che nasce come trilogia cinematografica nella seconda metà degli anni '90 (a cui poi si aggiunge un quarto capitolo nel 2011), per poi diventare una serie TV nel 2015. Un confronto fra il primo film della serie cinematografica e il primo episodio di quella televisiva (che pongono le basi per le scelte estetiche e narrative dei film e degli episodi successivi, rimanendo quindi dei prototipi, dei campioni d'analisi più o meno autonomi) permette di vedere come la rappresentazione della paura cambi a seconda di diverse variabili: il medium di appartenenza e i suoi linguaggi, il target di riferimento del prodotto, ma anche la società e il periodo in cui vive quello stesso target. La scelta del caso ci permette quindi di indagare come la paura, in quanto fattore di attrazione, possa essere sfruttata e declinata secondo esigenze commerciali e creative diversificate.
Brembilla, P. (2015). You Can Literally Feel The Fear in This Campus. La rappresentazione della paura nel franchise di "Scream", tra cinema e televisione. GRISELDAONLINE, 15, 1-10.
You Can Literally Feel The Fear in This Campus. La rappresentazione della paura nel franchise di "Scream", tra cinema e televisione
BREMBILLA, PAOLA
2015
Abstract
In questo articolo mi focalizzo sulla rappresentazione della paura nelle produzioni rivolte a un pubblico di teenager. Il caso di studio è quello del franchise teen-horror "Scream", che nasce come trilogia cinematografica nella seconda metà degli anni '90 (a cui poi si aggiunge un quarto capitolo nel 2011), per poi diventare una serie TV nel 2015. Un confronto fra il primo film della serie cinematografica e il primo episodio di quella televisiva (che pongono le basi per le scelte estetiche e narrative dei film e degli episodi successivi, rimanendo quindi dei prototipi, dei campioni d'analisi più o meno autonomi) permette di vedere come la rappresentazione della paura cambi a seconda di diverse variabili: il medium di appartenenza e i suoi linguaggi, il target di riferimento del prodotto, ma anche la società e il periodo in cui vive quello stesso target. La scelta del caso ci permette quindi di indagare come la paura, in quanto fattore di attrazione, possa essere sfruttata e declinata secondo esigenze commerciali e creative diversificate.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.