“Niente al mondo può essere paragonato al fascino di queste giornate ardenti trascorse sui laghi del Milanese”. Così scriveva Stendhal nel 1817, ricordando una gita sul lago di Como che lo aveva portato di riva in riva da Como fino a Bellagio. In questo suo piacevole peregrinare ebbe modo di visitare anche un sontuoso edificio neoclassico opera dell’architetto lombardo Simone Cantoni (1736-1818): Villa Olmo, il cui nome deriva dalla remota presenza di un gigantesco e secolare olmo piantato, secondo la leggenda, da Plinio il Giovane e che abbelliva in passato l’incantevole giardino botanico della dimora. Raggiungere Villa Olmo da Como è facile e piacevole, dato che si trova al termine della passeggiata pedonale costruita nel 1957 per collegare in un percorso suggestivo alcune ricche dimore settecentesche della città, tra cui Villa Saporiti che, progettata da Leopoldo Pollak, ospitò Napoleone Bonaparte e la di lui consorte Giuseppina, e la seicentesca Villa Gallia, la più antica fra le dimore nobiliari dell’elegante quartiere Borgo Vico. La posizione ideale di Villa Olmo, leggermente discosta dalla città di Como, offre al visitatore un’atmosfera tranquilla ma non isolata: bastano dieci minuti di passeggiata lungo la riva, ammirando il profilo monumentale del centro storico di Como, per ritrovarsi nell’ampio Giardino della Villa incastonato tra l’imponente edificio e le calme acque del lago di Como. La storia La costruzione di Villa Olmo venne commissionata nel 1782 dal marchese Innocenzo Odescalchi prima all’architetto Innocenzo Ragazzoni, poi a S.Cantoni, originario del paese di Muggio (presso Mendrisio), che aveva già consolidato una grande esperienza realizzando il Palazzo Serbelloni a Milano e la ristrutturazione del Palazzo Ducale di Genova. La Villa doveva essere la residenza estiva degli Odescalchi, nobile famiglia romana oriunda di Como, divenuta più importante e potente dopo avere dato i natali a Benedetto, salito nel 1676 al Soglio di Pietro con il nome di Papa Innocenzo XI. Grazie alla sua abilità, Cantoni riuscì a rimediare all’imperizia del suo predecessore e ad approntare un nuovo progetto per la cui realizzazione si avvalse della collaborazione del pittore Domenico Pozzi con i fratelli Carlo Luca e Giuseppe, stuccatori e decoratori, e dello scultore Francesco Carabelli. Fu così costruito un grande edificio la cui facciata principale, rivolta verso il lago, era ritmata da colonne e lesene, e sormontata da un’ampia terrazza con enormi statue. La “parte centrale” della Villa, che oggi ammiriamo, rappresenta quindi il nucleo originario, ossia quello progettato dal Cantoni, mentre i corpi laterali (più tardi abbattuti) furono aggiunti nel 1796. L’anno successivo, la dimora venne inaugurata da Napoleone che vi giunse con la moglie Giuseppina e la sorella Elisa. Nel 1824, con la morte di Innocenzo Odescalchi, la Villa passò per eredità al marchese Giorgio Raimondi che sistemò il piazzale antistante e costruì la darsena. A causa però del suo appoggio all’insurrezione di Como, nel 1848 dovette fuggire nel canton Ticino mentre il palazzo, sequestrato dagli Austriaci, veniva trasformato con grave danno in una caserma. Rientrato nel 1859, il Raimondi ospitò a Villa Olmo Garibaldi, dandogli in sposa la figlia illegittima Giuseppina, ripudiata al termine della cerimonia nuziale per presunto tradimento. Nel 1883 la dimora venne ceduta al duca Guido Visconti di Mondrone, grande industriale e uomo politico milanese, che inaugurò l’ultimo periodo padronale di Villa Olmo. Il duca, sotto la guida dell’architetto Emilio Alemagna, demolì le tanto criticate ali laterali, sistemò l’accesso al lago ed il parco, modificò l’atrio d’ingresso, fece abbattere le scuderie e costruì un piccolo teatro affrescato da Ernesto Fontana. Nel 1924 Villa Olmo venne acquistata dal Comune di Como che vi ha ospitato negli anni l’Esposizione internazionale per il centenario della morte di Alessandro Volta, congressi, spettacoli e mostre d’a...
M.G.Bellardi (2008). Villa Olmo. FLORTECNICA, 1-2, I-XI.
Villa Olmo
BELLARDI, MARIA GRAZIA
2008
Abstract
“Niente al mondo può essere paragonato al fascino di queste giornate ardenti trascorse sui laghi del Milanese”. Così scriveva Stendhal nel 1817, ricordando una gita sul lago di Como che lo aveva portato di riva in riva da Como fino a Bellagio. In questo suo piacevole peregrinare ebbe modo di visitare anche un sontuoso edificio neoclassico opera dell’architetto lombardo Simone Cantoni (1736-1818): Villa Olmo, il cui nome deriva dalla remota presenza di un gigantesco e secolare olmo piantato, secondo la leggenda, da Plinio il Giovane e che abbelliva in passato l’incantevole giardino botanico della dimora. Raggiungere Villa Olmo da Como è facile e piacevole, dato che si trova al termine della passeggiata pedonale costruita nel 1957 per collegare in un percorso suggestivo alcune ricche dimore settecentesche della città, tra cui Villa Saporiti che, progettata da Leopoldo Pollak, ospitò Napoleone Bonaparte e la di lui consorte Giuseppina, e la seicentesca Villa Gallia, la più antica fra le dimore nobiliari dell’elegante quartiere Borgo Vico. La posizione ideale di Villa Olmo, leggermente discosta dalla città di Como, offre al visitatore un’atmosfera tranquilla ma non isolata: bastano dieci minuti di passeggiata lungo la riva, ammirando il profilo monumentale del centro storico di Como, per ritrovarsi nell’ampio Giardino della Villa incastonato tra l’imponente edificio e le calme acque del lago di Como. La storia La costruzione di Villa Olmo venne commissionata nel 1782 dal marchese Innocenzo Odescalchi prima all’architetto Innocenzo Ragazzoni, poi a S.Cantoni, originario del paese di Muggio (presso Mendrisio), che aveva già consolidato una grande esperienza realizzando il Palazzo Serbelloni a Milano e la ristrutturazione del Palazzo Ducale di Genova. La Villa doveva essere la residenza estiva degli Odescalchi, nobile famiglia romana oriunda di Como, divenuta più importante e potente dopo avere dato i natali a Benedetto, salito nel 1676 al Soglio di Pietro con il nome di Papa Innocenzo XI. Grazie alla sua abilità, Cantoni riuscì a rimediare all’imperizia del suo predecessore e ad approntare un nuovo progetto per la cui realizzazione si avvalse della collaborazione del pittore Domenico Pozzi con i fratelli Carlo Luca e Giuseppe, stuccatori e decoratori, e dello scultore Francesco Carabelli. Fu così costruito un grande edificio la cui facciata principale, rivolta verso il lago, era ritmata da colonne e lesene, e sormontata da un’ampia terrazza con enormi statue. La “parte centrale” della Villa, che oggi ammiriamo, rappresenta quindi il nucleo originario, ossia quello progettato dal Cantoni, mentre i corpi laterali (più tardi abbattuti) furono aggiunti nel 1796. L’anno successivo, la dimora venne inaugurata da Napoleone che vi giunse con la moglie Giuseppina e la sorella Elisa. Nel 1824, con la morte di Innocenzo Odescalchi, la Villa passò per eredità al marchese Giorgio Raimondi che sistemò il piazzale antistante e costruì la darsena. A causa però del suo appoggio all’insurrezione di Como, nel 1848 dovette fuggire nel canton Ticino mentre il palazzo, sequestrato dagli Austriaci, veniva trasformato con grave danno in una caserma. Rientrato nel 1859, il Raimondi ospitò a Villa Olmo Garibaldi, dandogli in sposa la figlia illegittima Giuseppina, ripudiata al termine della cerimonia nuziale per presunto tradimento. Nel 1883 la dimora venne ceduta al duca Guido Visconti di Mondrone, grande industriale e uomo politico milanese, che inaugurò l’ultimo periodo padronale di Villa Olmo. Il duca, sotto la guida dell’architetto Emilio Alemagna, demolì le tanto criticate ali laterali, sistemò l’accesso al lago ed il parco, modificò l’atrio d’ingresso, fece abbattere le scuderie e costruì un piccolo teatro affrescato da Ernesto Fontana. Nel 1924 Villa Olmo venne acquistata dal Comune di Como che vi ha ospitato negli anni l’Esposizione internazionale per il centenario della morte di Alessandro Volta, congressi, spettacoli e mostre d’a...I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.