Le Jobs Act : le chemin italien vers la sécurisation de l’entreprise (et de ses abus)

Le riforme del lavoro italiane, nel quinquennio 2010-2015, sono state fortemente caratterizzate dalla necessità di dare certezza al datore di lavoro, sia con riguardo all'utilizzo dei contratti atipici (c.d. flessibilità in entrata), sia con riferimento alla disciplina dei licenziamenti (c.d. flessibilità in uscita). L'elemento comune alle diverse riforme è stato, senza dubbio, l'intenzione di escludere o limitare l'intervento del giudice del lavoro, ritenendo che le scelte economico organizzative dell'impresa siano di esclusiva pertinenza del datore di lavoro, persino quanto questi abusa dei propri poteri. Ciò è particolarmente evidente nella disciplina del c.d. contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, laddove il datore di lavoro è messo in condizione di precedere, in anticipo, il costo di un licenziamento abusivo, con palese rovesciamento dei principi fondamentali della Costituzione italiana.