L’intervento preventivato presenta, in anteprima nazionale, l’omonimo saggio che, nell’autunno del 2007, comparirà nella pubblicazione collettanea: Città di fondazione e “plantatio ecclesiae”, a cura di Giuliano Gresleri, Glauco Gresleri e Pasquale Culotta (a cui il testo è dedicato, in memoria della sua recente e tragica scomparsa). Un intervento che scaturisce da mie precedenti riflessioni, dall’evocativa e criptica titolazione: (Occulti Limites) I confini invisibili. Arcaicità ed innovatività dei processi di “territorializzazione” nella rete dei villaggi di fondazione fascisti in Libia e in AOI (1932-1942). Quali i capisaldi storiografici raggiunti in questo mio (Occulti Limites)? a) L’espressiva e genealogica interazione tra «la manipolazione della terra e l’emanazione del diritto»; esoterico statuto mitologico-giuridico, ove si sedimenta lo strategico protagonismo dell’agricolae mundus, destinato ad ospitare e divulgare gli arcaici ordinamenti poietici dell’architettura, nel «farsi materico dello spazio». b) La nevralgica ed intatta permanenza del «microcosmo agricolo romano», nella «nuova “communitas” agricola dei villaggi di colonizzazione demografica fascisti». c) La strategica, catastrofica, tragica ibridazione – un vero e proprio «corto circuito ontologico» – tra le attese del “colono-missionario” e i doveri del “colono-legionario”. d) L’irrisolvibile contaminarsi tra l’apologetica cattolica e la coercitiva e paternalistica ridondanza della cultura di regime. L’emergere, cioè, di un’esplosiva miscela tra contrastanti scenari geostorici («arcaicità VS innovatività»), capace però di sedimentare inattaccabili, metafisici, modelli di “territorializzazione”, che così gran peso ebbero nell’articolarsi della lunga vicenda insediativa nazionale, dalla “Bonifica integrale” alla “Riforma agraria” postbellica. Raffinando tali risultati, l’obiettivo che intendo raggiungere, è quello di sperimentare una complessa indagine interdisciplinare, che sia in grado, anzitutto, di investigare esaurientemente la fondante-ridondante reiterazione, nella “Modernità”, degli statuti millenari della cives agostiniana. Un ineluttabile perdurare archeologico, che scatenò un catastrofico sovrapporsi-contaminarsi, durante il Ventennio, tra la civis religio del regime fascista e l’apologetico impianto teologico-dottrinale della politica missionaria vaticana; per giungere a sedimentarsi, così, in quegli esemplari eventi spaziali – urbani, territoriali ed insediativi –, rappresentati dai centri agricoli di fondazione, nelle ex colonie italiane in Africa.

P.G. Massaretti (2009). SPAZIO SACRO E FONDAZIONE DELLA COMUNITÀ. IL TRAGICO ÒIKOS DEI VILLAGGI DI FONDAZIONE DEL FASCISMO.. LOCRI : FPE-Franco Pancallo Editore.

SPAZIO SACRO E FONDAZIONE DELLA COMUNITÀ. IL TRAGICO ÒIKOS DEI VILLAGGI DI FONDAZIONE DEL FASCISMO.

MASSARETTI, PIER GIORGIO
2009

Abstract

L’intervento preventivato presenta, in anteprima nazionale, l’omonimo saggio che, nell’autunno del 2007, comparirà nella pubblicazione collettanea: Città di fondazione e “plantatio ecclesiae”, a cura di Giuliano Gresleri, Glauco Gresleri e Pasquale Culotta (a cui il testo è dedicato, in memoria della sua recente e tragica scomparsa). Un intervento che scaturisce da mie precedenti riflessioni, dall’evocativa e criptica titolazione: (Occulti Limites) I confini invisibili. Arcaicità ed innovatività dei processi di “territorializzazione” nella rete dei villaggi di fondazione fascisti in Libia e in AOI (1932-1942). Quali i capisaldi storiografici raggiunti in questo mio (Occulti Limites)? a) L’espressiva e genealogica interazione tra «la manipolazione della terra e l’emanazione del diritto»; esoterico statuto mitologico-giuridico, ove si sedimenta lo strategico protagonismo dell’agricolae mundus, destinato ad ospitare e divulgare gli arcaici ordinamenti poietici dell’architettura, nel «farsi materico dello spazio». b) La nevralgica ed intatta permanenza del «microcosmo agricolo romano», nella «nuova “communitas” agricola dei villaggi di colonizzazione demografica fascisti». c) La strategica, catastrofica, tragica ibridazione – un vero e proprio «corto circuito ontologico» – tra le attese del “colono-missionario” e i doveri del “colono-legionario”. d) L’irrisolvibile contaminarsi tra l’apologetica cattolica e la coercitiva e paternalistica ridondanza della cultura di regime. L’emergere, cioè, di un’esplosiva miscela tra contrastanti scenari geostorici («arcaicità VS innovatività»), capace però di sedimentare inattaccabili, metafisici, modelli di “territorializzazione”, che così gran peso ebbero nell’articolarsi della lunga vicenda insediativa nazionale, dalla “Bonifica integrale” alla “Riforma agraria” postbellica. Raffinando tali risultati, l’obiettivo che intendo raggiungere, è quello di sperimentare una complessa indagine interdisciplinare, che sia in grado, anzitutto, di investigare esaurientemente la fondante-ridondante reiterazione, nella “Modernità”, degli statuti millenari della cives agostiniana. Un ineluttabile perdurare archeologico, che scatenò un catastrofico sovrapporsi-contaminarsi, durante il Ventennio, tra la civis religio del regime fascista e l’apologetico impianto teologico-dottrinale della politica missionaria vaticana; per giungere a sedimentarsi, così, in quegli esemplari eventi spaziali – urbani, territoriali ed insediativi –, rappresentati dai centri agricoli di fondazione, nelle ex colonie italiane in Africa.
2009
Città e sedi umane fondate tra realtà ed utopia
475
497
P.G. Massaretti (2009). SPAZIO SACRO E FONDAZIONE DELLA COMUNITÀ. IL TRAGICO ÒIKOS DEI VILLAGGI DI FONDAZIONE DEL FASCISMO.. LOCRI : FPE-Franco Pancallo Editore.
P.G. Massaretti
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