Dato il grande interesse che la coltura del melograno stà riscuotendo negli ultimi anni ,in Italia ed in particolare nella nostra regione, il Servizio fitosanitario regionale in collaborazione con i ricercatori del DIPsA di Bologna, ha avviato un monitoraggio del melograno in campi e vivai per capire se sono presenti organismi nocivi in grado di arrecare danni alla coltura o di diffondersi in altre specie. Nel 2013 sono così iniziate le indagini di campo e le ricerche di laboratorio mediante analisi sierologiche e molecolari per accertare la presenza su questa specie di agenti di malattie infettive, quali virus e fitoplasmi. Sono così state ispezionate piante in moltiplicazione presso alcuni vivai, nonché altre presenti i collezioni varietali per il miglioramento genetico; controllati anche impianti produttivi e piante utilizzate per scopi ornamentali. In alcuni casi sono stati individuati sia in primavera che in autunno, sintomi sospetti attribuibili a virus quali: ingiallimenti, scolorazioni perinervali, deformazioni del lembo ed arrossamenti. Per la prima volta nel 2013 su alcuni melograni ornamentali è stato individuato il virus dell'accartocciamento fogliare del ciliegio (cherry leaf roll virus, CLRV), molto diffuso nei nostri areali su piante di noce e sambuco. Nel 2015, su diverse piante di origine americana, è stata invece accertata la presenza del virus della maculatura anulare del pomodoro (tomato ring spot virus, ToRSV); ben 62 campioni sono risultati positivi: si tratta di un organismo da quarantena in Europa, ubiquitario in USA, ma mai trovato in precedenza in melograno. Può causare deperimento e stentata crescita in molte specie come la vite, il melo, il pesco, il susino, il ciliegio, la fragola, il pomodoro, il geranio. Si trasmette per polline e per seme e con specifici nematodi vettori, fino ad oggi mai identificati in Italia. In seguito al ritrovamento di questo virus tutte le piante di melograno dei lotti risultati positivi sono così state estirpate e distrutte, le possibili piante ospiti limitrofe sono state ispezionate a campione, risultando tutte negative. Anche le analisi effettuate nel terreno circostante le piante infette alla ricerca del nematode vettore, non hanno dato risultato positivo. L'intento è quello di impedire che tale virus si insedi nel nostro territorio, dove risulterebbe dannoso non solo per il melograno, ma anche per tutte le altre specie arboree da reddito, come già avviene negli USA, dove è annoverato fra le principali avversità di molte colture. le ricerche sui virus e fitoplasmi del melograno saranno approfondite anche nel prossimo futuro, rivolgendo particolare attenzione alla filiera vivaistica.

Primi interventi contro il virus del melograno.

POGGI POLLINI, CARLO;RATTI, CLAUDIO
2015

Abstract

Dato il grande interesse che la coltura del melograno stà riscuotendo negli ultimi anni ,in Italia ed in particolare nella nostra regione, il Servizio fitosanitario regionale in collaborazione con i ricercatori del DIPsA di Bologna, ha avviato un monitoraggio del melograno in campi e vivai per capire se sono presenti organismi nocivi in grado di arrecare danni alla coltura o di diffondersi in altre specie. Nel 2013 sono così iniziate le indagini di campo e le ricerche di laboratorio mediante analisi sierologiche e molecolari per accertare la presenza su questa specie di agenti di malattie infettive, quali virus e fitoplasmi. Sono così state ispezionate piante in moltiplicazione presso alcuni vivai, nonché altre presenti i collezioni varietali per il miglioramento genetico; controllati anche impianti produttivi e piante utilizzate per scopi ornamentali. In alcuni casi sono stati individuati sia in primavera che in autunno, sintomi sospetti attribuibili a virus quali: ingiallimenti, scolorazioni perinervali, deformazioni del lembo ed arrossamenti. Per la prima volta nel 2013 su alcuni melograni ornamentali è stato individuato il virus dell'accartocciamento fogliare del ciliegio (cherry leaf roll virus, CLRV), molto diffuso nei nostri areali su piante di noce e sambuco. Nel 2015, su diverse piante di origine americana, è stata invece accertata la presenza del virus della maculatura anulare del pomodoro (tomato ring spot virus, ToRSV); ben 62 campioni sono risultati positivi: si tratta di un organismo da quarantena in Europa, ubiquitario in USA, ma mai trovato in precedenza in melograno. Può causare deperimento e stentata crescita in molte specie come la vite, il melo, il pesco, il susino, il ciliegio, la fragola, il pomodoro, il geranio. Si trasmette per polline e per seme e con specifici nematodi vettori, fino ad oggi mai identificati in Italia. In seguito al ritrovamento di questo virus tutte le piante di melograno dei lotti risultati positivi sono così state estirpate e distrutte, le possibili piante ospiti limitrofe sono state ispezionate a campione, risultando tutte negative. Anche le analisi effettuate nel terreno circostante le piante infette alla ricerca del nematode vettore, non hanno dato risultato positivo. L'intento è quello di impedire che tale virus si insedi nel nostro territorio, dove risulterebbe dannoso non solo per il melograno, ma anche per tutte le altre specie arboree da reddito, come già avviene negli USA, dove è annoverato fra le principali avversità di molte colture. le ricerche sui virus e fitoplasmi del melograno saranno approfondite anche nel prossimo futuro, rivolgendo particolare attenzione alla filiera vivaistica.
2015
Babini, A.R.; D'Anniballe, A.; Fini, P.; Grillini, P.; Mirotti, A.; Poggi Pollini, C. .; Biccheri, R.; Lanzoni, C.; Ratti, C.
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