I Paradossi per pratticare la prospettiva senza saperla. Fiori, per facilitare l’intelligenza, Frutti, per non operare alla cieca. Cognitioni necessarie a Pittori, Scultori, Architetti, ed a qualunque si diletta del Disegno di Giulio Troili sono editi nel 1672 a Bologna. Evidenziano nell’insieme di testo essenziale e tavole il carattere sia scientifico sia didattico delle sue pagine. Troili vi ha precisato ed esemplificato con chiarezza ed efficacia di comunicazione, accanto alle sollecitazioni teoriche, le applicazioni e la tolleranza nel campo delle arti della prospettiva. Trasferisce nei suoi esempi di quadratura una soda architettura. Ha preso quali modelli, oltre ai suggerimenti di Vignola, le pitture di Pellegrino Tibaldi in palazzo Poggi, di Tommaso Laureti in palazzo Vizzani. Con Troili lo spazio illusivo, dipinto o in trasformazione scenica, e lo spazio reale tornano a dialogare fra loro per il trionfo dell’immaginazione e la ricerca di meraviglia. Troili, in Paradossi, ha messo in risalto non solo gli elementi di continuità con la letteratura matematica e prospettica precedente, ha posto l’accento anche sulle cesure, ha intrecciato un rapporto nuovo e inscindibile tra ricerca scientifica, rappresentazione e coinvolgimento dei meno esperti. Accanto alle indagini sulle figure geometriche, ha precisato e mostrato la sua ‘macchina’, il suo prospettografo. È un velo nero applicato ad un telaio mobile per disegnare architetture e figure con precisione e correttezza prospettica grazie ai fili della sua trama. Il velo lo aiuta nel dialogo fra reale e virtuale. Il prospettografo è un aiuto del senso della vista. Gli permette di trascendere i limiti imposti dalla natura alla vista e alla conoscenza. L’artista ha applicato il suo stratagemma sia alle quinte oblique in diagonale sul palcoscenico dei teatri per abolire le occasioni di disturbo prospettico nelle scene, sia ai passetti graduati trasferiti sul palcoscenico con fondali architettonici, sia al far quadratura suo proprio. Fiducioso nella strategia mimetica della pittura affinata dagli inganni dell’illusionismo e capace di cogliere una realtà che va oltre l’apparenza, ha esteso la decorazione coordinata di una seconda realtà ricca d’illusorie architetture e delle relative ombre dalle pareti al soffitto, alle volte, disegnandola in modo sintetico, ma chiaro. Il prospetto grafo che ci mostra si collega agli importanti esempi cinquecenteschi che Leonardo, Dürer, Vignola, ci hanno mostrato. Troili lo adatta alle sue esigenze di pittore e quadraturista, e lo vedremo confrontarsi anche con i modelli proposti dalle più recenti pubblicazioni tedesche e francesi.

GIULIO TROILI E GIUSEPPE BARBIERI, ARCHITETTI E GESUITI CHE GIOCANO CON LA SCIENZA DELLA QUADRATURA AL CONFINE TRA VIRTUOSISMO PITTORICO E FISICA TRADUZIONE DI PRINCIPI GEOMETRICO-MATEMATICI / Pigozzi, Marinella. - STAMPA. - 1:(2015), pp. 415-426. (Intervento presentato al convegno Le teorie, le tecniche, i repertori figurativi nella prospettiva d’architettura tra il ’400 e il ’700 tenutosi a Firenze nel 16-17 aprile 2015).

GIULIO TROILI E GIUSEPPE BARBIERI, ARCHITETTI E GESUITI CHE GIOCANO CON LA SCIENZA DELLA QUADRATURA AL CONFINE TRA VIRTUOSISMO PITTORICO E FISICA TRADUZIONE DI PRINCIPI GEOMETRICO-MATEMATICI

PIGOZZI, MARINELLA
2015

Abstract

I Paradossi per pratticare la prospettiva senza saperla. Fiori, per facilitare l’intelligenza, Frutti, per non operare alla cieca. Cognitioni necessarie a Pittori, Scultori, Architetti, ed a qualunque si diletta del Disegno di Giulio Troili sono editi nel 1672 a Bologna. Evidenziano nell’insieme di testo essenziale e tavole il carattere sia scientifico sia didattico delle sue pagine. Troili vi ha precisato ed esemplificato con chiarezza ed efficacia di comunicazione, accanto alle sollecitazioni teoriche, le applicazioni e la tolleranza nel campo delle arti della prospettiva. Trasferisce nei suoi esempi di quadratura una soda architettura. Ha preso quali modelli, oltre ai suggerimenti di Vignola, le pitture di Pellegrino Tibaldi in palazzo Poggi, di Tommaso Laureti in palazzo Vizzani. Con Troili lo spazio illusivo, dipinto o in trasformazione scenica, e lo spazio reale tornano a dialogare fra loro per il trionfo dell’immaginazione e la ricerca di meraviglia. Troili, in Paradossi, ha messo in risalto non solo gli elementi di continuità con la letteratura matematica e prospettica precedente, ha posto l’accento anche sulle cesure, ha intrecciato un rapporto nuovo e inscindibile tra ricerca scientifica, rappresentazione e coinvolgimento dei meno esperti. Accanto alle indagini sulle figure geometriche, ha precisato e mostrato la sua ‘macchina’, il suo prospettografo. È un velo nero applicato ad un telaio mobile per disegnare architetture e figure con precisione e correttezza prospettica grazie ai fili della sua trama. Il velo lo aiuta nel dialogo fra reale e virtuale. Il prospettografo è un aiuto del senso della vista. Gli permette di trascendere i limiti imposti dalla natura alla vista e alla conoscenza. L’artista ha applicato il suo stratagemma sia alle quinte oblique in diagonale sul palcoscenico dei teatri per abolire le occasioni di disturbo prospettico nelle scene, sia ai passetti graduati trasferiti sul palcoscenico con fondali architettonici, sia al far quadratura suo proprio. Fiducioso nella strategia mimetica della pittura affinata dagli inganni dell’illusionismo e capace di cogliere una realtà che va oltre l’apparenza, ha esteso la decorazione coordinata di una seconda realtà ricca d’illusorie architetture e delle relative ombre dalle pareti al soffitto, alle volte, disegnandola in modo sintetico, ma chiaro. Il prospetto grafo che ci mostra si collega agli importanti esempi cinquecenteschi che Leonardo, Dürer, Vignola, ci hanno mostrato. Troili lo adatta alle sue esigenze di pittore e quadraturista, e lo vedremo confrontarsi anche con i modelli proposti dalle più recenti pubblicazioni tedesche e francesi.
2015
Le teorie, le tecniche, i repertori figurativi nella prospettiva d’architettura tra il ’400 e il ’700
415
426
GIULIO TROILI E GIUSEPPE BARBIERI, ARCHITETTI E GESUITI CHE GIOCANO CON LA SCIENZA DELLA QUADRATURA AL CONFINE TRA VIRTUOSISMO PITTORICO E FISICA TRADUZIONE DI PRINCIPI GEOMETRICO-MATEMATICI / Pigozzi, Marinella. - STAMPA. - 1:(2015), pp. 415-426. (Intervento presentato al convegno Le teorie, le tecniche, i repertori figurativi nella prospettiva d’architettura tra il ’400 e il ’700 tenutosi a Firenze nel 16-17 aprile 2015).
Pigozzi, Marinella
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/547115
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