L’esperienza condotta ha fornito informazioni di interesse per le diverse figure professionali coinvolte nel gruppo di lavoro e più in generale per i diversi operatori della filiera cerealicola. Per quanto concerne in particolare i costitutori, si sono potute evidenziare valide fonti di resistenza da affiancarea quelle più note. Sarà quindi possibile inserire scientemente nei programmi di incrocio ulteriore germoplasma dotato di maggiori potenzialità agronomiche, rispetto a varietà esotiche (ad esempio Sumai 3) che associano ai pregi gati alla resistenza a FHB molteplici altre caratteristiche negative (ad esempio sensibilità ad altre fitopatie). La metodica messa a punto ha inoltre confermato la possibilitàdi effettuare uno screening per resistenza a FHB su di un elevato numero di genotipi, con adeguata riproducibilità dei risultati negli anni. Ne deriva l’opportunità di lavorare con continuità a un’attivitàdi selezione che trova nella discontinuità dell’infezione naturale un fattore limitante l’efficacia del breeding. Per la ricerca di base si rendono disponibili ulteriori genotipi, le cui caratteristiche di resistenza attiva potranno essere indagate in studi di metabolomica e genomica, allo scopo di cquisire conoscenze fruibili in programmi di selezione assistita (MAS), per l’ accumulo di fattori utili in germoplasma coltivabile. La caratterizzazione effettuata su varietà di interesse commerciale offre agli operatori di filiera indicazioni per integrare le conoscenze disponibili, in particolare laddove la scelta varietale assume una valenza strategica nel piano colturale. In tal senso si pensi agli agricoltori che si trovano a produrre in condizioni di elevato rischio d’infezione (ad esempio dopo mais, semina su sodo e ambienti a elevata frequenza di FHB) o che devono comunque puntare all’ottenimento di livelli particolarmente contenuti della contaminazione da DON (ad esempio prodotti per l’infanzia). In conclusione, va rimarcato che le positive sinergie create all’interno del gruppo di lavoro consentiranno la prosecuzione dell’iniziativa, con l’intento di fornire utili contributi e aggiornamenti alla filiera cerealicola nazionale.

Fusariosi e grano tenero:quali sono le varietà più resistenti / Mayerle M.; Pancaldi D.; Haidukowski M.; Pascale M.; Ravaglia S.. - In: L'INFORMATORE AGRARIO. - ISSN 0020-0689. - STAMPA. - 32:(2007), pp. 45-49.

Fusariosi e grano tenero:quali sono le varietà più resistenti

PANCALDI, DAVIDE;
2007

Abstract

L’esperienza condotta ha fornito informazioni di interesse per le diverse figure professionali coinvolte nel gruppo di lavoro e più in generale per i diversi operatori della filiera cerealicola. Per quanto concerne in particolare i costitutori, si sono potute evidenziare valide fonti di resistenza da affiancarea quelle più note. Sarà quindi possibile inserire scientemente nei programmi di incrocio ulteriore germoplasma dotato di maggiori potenzialità agronomiche, rispetto a varietà esotiche (ad esempio Sumai 3) che associano ai pregi gati alla resistenza a FHB molteplici altre caratteristiche negative (ad esempio sensibilità ad altre fitopatie). La metodica messa a punto ha inoltre confermato la possibilitàdi effettuare uno screening per resistenza a FHB su di un elevato numero di genotipi, con adeguata riproducibilità dei risultati negli anni. Ne deriva l’opportunità di lavorare con continuità a un’attivitàdi selezione che trova nella discontinuità dell’infezione naturale un fattore limitante l’efficacia del breeding. Per la ricerca di base si rendono disponibili ulteriori genotipi, le cui caratteristiche di resistenza attiva potranno essere indagate in studi di metabolomica e genomica, allo scopo di cquisire conoscenze fruibili in programmi di selezione assistita (MAS), per l’ accumulo di fattori utili in germoplasma coltivabile. La caratterizzazione effettuata su varietà di interesse commerciale offre agli operatori di filiera indicazioni per integrare le conoscenze disponibili, in particolare laddove la scelta varietale assume una valenza strategica nel piano colturale. In tal senso si pensi agli agricoltori che si trovano a produrre in condizioni di elevato rischio d’infezione (ad esempio dopo mais, semina su sodo e ambienti a elevata frequenza di FHB) o che devono comunque puntare all’ottenimento di livelli particolarmente contenuti della contaminazione da DON (ad esempio prodotti per l’infanzia). In conclusione, va rimarcato che le positive sinergie create all’interno del gruppo di lavoro consentiranno la prosecuzione dell’iniziativa, con l’intento di fornire utili contributi e aggiornamenti alla filiera cerealicola nazionale.
2007
Fusariosi e grano tenero:quali sono le varietà più resistenti / Mayerle M.; Pancaldi D.; Haidukowski M.; Pascale M.; Ravaglia S.. - In: L'INFORMATORE AGRARIO. - ISSN 0020-0689. - STAMPA. - 32:(2007), pp. 45-49.
Mayerle M.; Pancaldi D.; Haidukowski M.; Pascale M.; Ravaglia S.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/54648
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