La letteratura per l’infanzia vive una condizione controversa che le deriva dall’essere se stessa e altro da sé, non per suo volere, bensì per la delicata vocazione che le compete. Una letteratura scritta dagli adulti per i bambini, o che l’infanzia ha riconosciuto come propria senza chiedere il permesso, disobbedendo ai canoni in cui le opere letterarie tendono a identificarsi. L’enigma degli autori rappresenta l’iniziale ambiguità di una letteratura capace di mettere a dura prova la categoria dell’autenticità. La letteratura per l’infanzia è dunque tentatrice e ingannevole, può imbrigliare nell’operoso sistema del controllo riservato alle divagazioni artistiche e ancora di più alle pagine per i bambini. Ma è pur sempre una letteratura audace che frequenta le ombre delle selvatichezze boschive, ed è stata idealizzata e coltivata in giardini in cui si nascondono segreti insvelabili, remote risonanze di un tempo del lontano in cui si radicano i sedimenti dei nostri profondi passati. La letteratura per l’infanzia può fendere il vento dell’ignoto con il passo perseverante dell’avventura infantile e può, al contrario, rispondere alle ispezioni che la società adulta dirige verso all’infanzia. Una letteratura, dunque, pregna del mistero che soggiace al racconto dell’infanzia e di infanzia e soprattutto per questo, esposta a incomprensione, emarginazione, svilimento. Eppure, di nuovo, sappiamo che ai libri per bambini, è stata ed è affidato un lascito di senso che scorre sottile e imperdibile verso i più giovani, eredi testimoniali e magici del tempo e delle tracce di storie, figure mitiche, i bambini per primi, sospesi tra la fascinazione divagante dell’incanto e la forza rivelatrice del disincanto che dice, mostra, sgomenta e libera. Il volume cerca di esplorare le ambiguità e quindi il disincanto che emerge dalla complessità della letteratura per l’infanzia, una letteratura che, al pari dell’infanzia, paga sempre un prezzo per salvaguardare un’identità che sembra combaciare con la propria alterità. La letteratura per l’infanzia respira della propria alterità e fronteggia continui conflitti. Utopica e quindi sorvegliata, sedotta e sovente dominata dall’ansia dell’attuale quando aspirerebbe, invece, a salvare la propria vocazione all’Inattuale, incantata nell’incantesimo dei misteri che ci parlano dell’umano e testimone implacabile della difficoltà dell’essere bambini, la letteratura per l’infanzia non può mai rinunciare alla ricerca di senso poiché quello è l’antidoto per non disperdere il tratto umano di gesto antico: raccontare storie. Il volume approfondisce il tema dell'alterità, filo conduttore dell'intera ricerca.
Bernardi, M. (2016). Letteratura per l'infanzia e alterità. Incanti, disincanti, ambiguità, tracce.. Milano : Franco Angeli.
Letteratura per l'infanzia e alterità. Incanti, disincanti, ambiguità, tracce.
BERNARDI, MILENA
2016
Abstract
La letteratura per l’infanzia vive una condizione controversa che le deriva dall’essere se stessa e altro da sé, non per suo volere, bensì per la delicata vocazione che le compete. Una letteratura scritta dagli adulti per i bambini, o che l’infanzia ha riconosciuto come propria senza chiedere il permesso, disobbedendo ai canoni in cui le opere letterarie tendono a identificarsi. L’enigma degli autori rappresenta l’iniziale ambiguità di una letteratura capace di mettere a dura prova la categoria dell’autenticità. La letteratura per l’infanzia è dunque tentatrice e ingannevole, può imbrigliare nell’operoso sistema del controllo riservato alle divagazioni artistiche e ancora di più alle pagine per i bambini. Ma è pur sempre una letteratura audace che frequenta le ombre delle selvatichezze boschive, ed è stata idealizzata e coltivata in giardini in cui si nascondono segreti insvelabili, remote risonanze di un tempo del lontano in cui si radicano i sedimenti dei nostri profondi passati. La letteratura per l’infanzia può fendere il vento dell’ignoto con il passo perseverante dell’avventura infantile e può, al contrario, rispondere alle ispezioni che la società adulta dirige verso all’infanzia. Una letteratura, dunque, pregna del mistero che soggiace al racconto dell’infanzia e di infanzia e soprattutto per questo, esposta a incomprensione, emarginazione, svilimento. Eppure, di nuovo, sappiamo che ai libri per bambini, è stata ed è affidato un lascito di senso che scorre sottile e imperdibile verso i più giovani, eredi testimoniali e magici del tempo e delle tracce di storie, figure mitiche, i bambini per primi, sospesi tra la fascinazione divagante dell’incanto e la forza rivelatrice del disincanto che dice, mostra, sgomenta e libera. Il volume cerca di esplorare le ambiguità e quindi il disincanto che emerge dalla complessità della letteratura per l’infanzia, una letteratura che, al pari dell’infanzia, paga sempre un prezzo per salvaguardare un’identità che sembra combaciare con la propria alterità. La letteratura per l’infanzia respira della propria alterità e fronteggia continui conflitti. Utopica e quindi sorvegliata, sedotta e sovente dominata dall’ansia dell’attuale quando aspirerebbe, invece, a salvare la propria vocazione all’Inattuale, incantata nell’incantesimo dei misteri che ci parlano dell’umano e testimone implacabile della difficoltà dell’essere bambini, la letteratura per l’infanzia non può mai rinunciare alla ricerca di senso poiché quello è l’antidoto per non disperdere il tratto umano di gesto antico: raccontare storie. Il volume approfondisce il tema dell'alterità, filo conduttore dell'intera ricerca.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.