Ovunque è possibile cogliere uno strettissimo rapporto biunivoco tra la comparsa, lo sviluppo e i retaggi della normativa locale e la disponibilità di beni comunitari. Siccome il possesso di un bene in comune comporta automaticamente l’emanazione di regole per disciplinarlo e dato che ogni normativa comunitaria è nello tempo causa ed esito di uno spazio reale di autodeterminazione, non vi è dubbio che esista un nesso inscindibile tra gestione di risorse comuni, i relativi codici normativi e le capacità di partecipazione e autogoverno della comunità dei comproprietari o dei possessori. È indicativo che in tutte le aree e i centri che hanno poi conservato spettanze comuni o collettive la loro stessa presenza sia stato elemento di contenzioso e di pattuizione tra le comunità locali e i loro interlocutori, fossero essi domini loci o comuni cittadini, protettori o avversari; e che quasi spontaneamente la gestione dei beni comuni si saldasse o travalicasse nella capacità di audeterminazione. D’altronde questa constatazione rafforza la citata supposizione che quelli noti non siano che i retaggi superstiti di una fenomenologia ben più ricca nella quale la gran parte dei possessi comuni si erano già evoluti in proprietà divise o in beni demaniali della dominante. E' quanto si rileva nella vicenda della genesi e del consolidamento delle Partecipanze agrarie che d'altronde presentano tutte caratteri ed evoluzioni peculiari.
R. Dondarini (2006). Comunità rurali: beni comuni e beni collettivi. ROMA : Gangemi Editore.
Comunità rurali: beni comuni e beni collettivi
DONDARINI, ROLANDO
2006
Abstract
Ovunque è possibile cogliere uno strettissimo rapporto biunivoco tra la comparsa, lo sviluppo e i retaggi della normativa locale e la disponibilità di beni comunitari. Siccome il possesso di un bene in comune comporta automaticamente l’emanazione di regole per disciplinarlo e dato che ogni normativa comunitaria è nello tempo causa ed esito di uno spazio reale di autodeterminazione, non vi è dubbio che esista un nesso inscindibile tra gestione di risorse comuni, i relativi codici normativi e le capacità di partecipazione e autogoverno della comunità dei comproprietari o dei possessori. È indicativo che in tutte le aree e i centri che hanno poi conservato spettanze comuni o collettive la loro stessa presenza sia stato elemento di contenzioso e di pattuizione tra le comunità locali e i loro interlocutori, fossero essi domini loci o comuni cittadini, protettori o avversari; e che quasi spontaneamente la gestione dei beni comuni si saldasse o travalicasse nella capacità di audeterminazione. D’altronde questa constatazione rafforza la citata supposizione che quelli noti non siano che i retaggi superstiti di una fenomenologia ben più ricca nella quale la gran parte dei possessi comuni si erano già evoluti in proprietà divise o in beni demaniali della dominante. E' quanto si rileva nella vicenda della genesi e del consolidamento delle Partecipanze agrarie che d'altronde presentano tutte caratteri ed evoluzioni peculiari.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


