Lo studio presenta la scoperta della cappella di famiglia dei modenesi Sorra, importanti imprenditori della seta, poi banchieri e mercanti, che in ragione del successo economico ricevono dal duca Rinaldo d’Este il titolo nobiliare a fine Seicento. Fino a questo momento, era molto nota agli studi riguardanti le ville del bolognese la dimora costruita in pieno Settecento dai Sorra nella campagna ai confini fra il ducato estense e lo Stato della Chiesa, mentre del tutto ignota era la cappella nella non lontana chiesa parrocchiale di Gaggio. Grazie alla documentazione inedita conservata nell’Archivio di Stato di Modena, nell’Archivio Abbaziale di Nonantola e nell’Archivio Arcivescovile di Bologna l’articolo ricostruisce la storia della cappella mettendone anche a fuoco i protagonisti, ne determina la posizione e ricompone l’arredo originario, ora disperso. Giunge poi a ricondurre ad essa e a studiare le opere commissionate per l’occasione. Si tratta della pala d’altare raffigurante il Crocifisso con i santi Francesco, Antonio da Padova e Antonio abate, capolavoro giovanile di Gaetano Gandolfi, e del paliotto in scagliola, di cui viene proposta, per ragioni stilistiche, l’attribuzione a Marco Mazelli, il più brillante scagliolista carpigiano, e viene letta l’iconografia, riconoscendovi fra l’altro lo stemma della famiglia, documentabile grazie alle fonti ma ad oggi sconosciuto.
S. Cavicchioli (2007). Nuovi documenti per Gaetano Gandolfi e la cappella dei Sorra a Gaggio. TACCUINI D'ARTE, 2, 143-152.
Nuovi documenti per Gaetano Gandolfi e la cappella dei Sorra a Gaggio
CAVICCHIOLI, SONIA
2007
Abstract
Lo studio presenta la scoperta della cappella di famiglia dei modenesi Sorra, importanti imprenditori della seta, poi banchieri e mercanti, che in ragione del successo economico ricevono dal duca Rinaldo d’Este il titolo nobiliare a fine Seicento. Fino a questo momento, era molto nota agli studi riguardanti le ville del bolognese la dimora costruita in pieno Settecento dai Sorra nella campagna ai confini fra il ducato estense e lo Stato della Chiesa, mentre del tutto ignota era la cappella nella non lontana chiesa parrocchiale di Gaggio. Grazie alla documentazione inedita conservata nell’Archivio di Stato di Modena, nell’Archivio Abbaziale di Nonantola e nell’Archivio Arcivescovile di Bologna l’articolo ricostruisce la storia della cappella mettendone anche a fuoco i protagonisti, ne determina la posizione e ricompone l’arredo originario, ora disperso. Giunge poi a ricondurre ad essa e a studiare le opere commissionate per l’occasione. Si tratta della pala d’altare raffigurante il Crocifisso con i santi Francesco, Antonio da Padova e Antonio abate, capolavoro giovanile di Gaetano Gandolfi, e del paliotto in scagliola, di cui viene proposta, per ragioni stilistiche, l’attribuzione a Marco Mazelli, il più brillante scagliolista carpigiano, e viene letta l’iconografia, riconoscendovi fra l’altro lo stemma della famiglia, documentabile grazie alle fonti ma ad oggi sconosciuto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.