Il saggio è una conseguenza del prestigioso incarico ricevuto dalla Commissione Nazionale delle Opere di Galileo Galilei di integrare il corpus curato da Antonio Favaro con i testi non compresi nella sua pur magistrale edizione, di cui non fanno parte le postille a Petrarca. Dopo avere decifrato e trascritto tutte le 1385 postille vergate da Galileo nell’edizione delle Rime di Petrarca del 1582 commentate da Castelvetro, il saggio illustra le ragioni della loro attribuzione a Galileo, ricava il periodo a cui esse risalgono attraverso gli anni delle edizioni degli autori citati dal chiosatore e ne mostra le caratteristiche esegetiche, notando le preferenze di Galileo per le forme epigrammatiche e le sue censure dei passi ritenuti troppo enfatici o eccessivi nelle metafore. Petrarca è anche criticato con giudizi morali e religiosi per le parti in cui allude alla sua esperienza amorosa e per quelle in cui si fanno paragoni tra la condizione umana e quella dei beati. Infine si analizzano le postille al commento di Castelvetro, di cui Galileo non ammette che per i versi profani di Petrarca si possano fare rimandi alla Bibbia.
Le postille petrarchesche di Galileo
BATTISTINI, ANDREA
2015
Abstract
Il saggio è una conseguenza del prestigioso incarico ricevuto dalla Commissione Nazionale delle Opere di Galileo Galilei di integrare il corpus curato da Antonio Favaro con i testi non compresi nella sua pur magistrale edizione, di cui non fanno parte le postille a Petrarca. Dopo avere decifrato e trascritto tutte le 1385 postille vergate da Galileo nell’edizione delle Rime di Petrarca del 1582 commentate da Castelvetro, il saggio illustra le ragioni della loro attribuzione a Galileo, ricava il periodo a cui esse risalgono attraverso gli anni delle edizioni degli autori citati dal chiosatore e ne mostra le caratteristiche esegetiche, notando le preferenze di Galileo per le forme epigrammatiche e le sue censure dei passi ritenuti troppo enfatici o eccessivi nelle metafore. Petrarca è anche criticato con giudizi morali e religiosi per le parti in cui allude alla sua esperienza amorosa e per quelle in cui si fanno paragoni tra la condizione umana e quella dei beati. Infine si analizzano le postille al commento di Castelvetro, di cui Galileo non ammette che per i versi profani di Petrarca si possano fare rimandi alla Bibbia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.