I supporti odierni, maggiormente utilizzati per la crescita cellulare, sono realizzati con polimeri bio-compatibili e bio-riassorbibili, ma presentano una struttura interna inadeguata alla crescita veloce e controllata delle cellule. Conseguenza di ciò è la difficoltà di produrre tessuti con densità cellulare subottimale per fabbricare pseudo-tessuti idonei alla riparazione di tessuti irrimediabilmente danneggiati. In questo studio abbiamo utilizzato una nuova tecnologia basata sull'elettrofilatura per realizzare supporti polimerici a base di acido poli-L-lattico, aventi una struttura interna potenzialmente utile a ottenere una crescita cellulare più veloce e a maggiore densità. Uno degli obiettivi è la realizzazione di scaffold nano-strutturati di dimensioni eccezionalmente ridotte, in grado di imitare l’ambiente naturale del corpo umano nel quale le cellule si replicano velocemente e di fornire un adeguato supporto strutturale in seguito all’impianto nel corpo umano. La metodica utilizzata per la produzione degli scaffold è basata sulla elettrofilatura che, applicando un elevato campo elettrostatico, permette di filare un fluido polimerico fino ad ottenere fibre stirate, in seguito all’evaporazione del solvente, il cui diametro è nano-metrico dell’ordine di 0,1 micrometri, e provviste di morfologia controllabile variando opportunamente i parametri del processo. La proliferazione cellulare e l’interazione cellula-fibre di acido polilattico sono state valutate mediante saggi di bio-compatibilità col test Alamar Blue e saggi di migrazione con camera di Boyden, utilizzando fattori chemotattici quali il VEGF (fattore di crescita vascolare). L’osservazione al microscopio elettronico a scansione e su sezioni ottenute al criostato dei primi supporti elettrofilati, su cui sono state seminate cellule H9C2, mostrano una elevata affinità per le fibre di acido polilattico e una buona crescita cellulare con distribuzione delle cellule sia in superficie che nello spessore dei supporti stessi, fino a colonizzare focalmente anche il versante opposto alla superficie di semina.
S. Valente, L. Foroni, M.L. Focarete, C. Gualandi, C. Gamberini, M. Govoni, et al. (2008). NANOPOLIMERI INNOVATIVI PER L’INGEGNERIA TISSUTALE: VALUTAZIONE ISTOLOGICA E ULTRASTRUTTURALE DELL’INTERAZIONE CELLULA-FIBRA. s.l : s.n.
NANOPOLIMERI INNOVATIVI PER L’INGEGNERIA TISSUTALE: VALUTAZIONE ISTOLOGICA E ULTRASTRUTTURALE DELL’INTERAZIONE CELLULA-FIBRA
VALENTE, SABRINA;FORONI, LAURA;FOCARETE, MARIA LETIZIA;GUALANDI, CHIARA;GAMBERINI, CHIARA;A. Zucchelli;E. Giordano;PASQUINELLI, GIANANDREA
2008
Abstract
I supporti odierni, maggiormente utilizzati per la crescita cellulare, sono realizzati con polimeri bio-compatibili e bio-riassorbibili, ma presentano una struttura interna inadeguata alla crescita veloce e controllata delle cellule. Conseguenza di ciò è la difficoltà di produrre tessuti con densità cellulare subottimale per fabbricare pseudo-tessuti idonei alla riparazione di tessuti irrimediabilmente danneggiati. In questo studio abbiamo utilizzato una nuova tecnologia basata sull'elettrofilatura per realizzare supporti polimerici a base di acido poli-L-lattico, aventi una struttura interna potenzialmente utile a ottenere una crescita cellulare più veloce e a maggiore densità. Uno degli obiettivi è la realizzazione di scaffold nano-strutturati di dimensioni eccezionalmente ridotte, in grado di imitare l’ambiente naturale del corpo umano nel quale le cellule si replicano velocemente e di fornire un adeguato supporto strutturale in seguito all’impianto nel corpo umano. La metodica utilizzata per la produzione degli scaffold è basata sulla elettrofilatura che, applicando un elevato campo elettrostatico, permette di filare un fluido polimerico fino ad ottenere fibre stirate, in seguito all’evaporazione del solvente, il cui diametro è nano-metrico dell’ordine di 0,1 micrometri, e provviste di morfologia controllabile variando opportunamente i parametri del processo. La proliferazione cellulare e l’interazione cellula-fibre di acido polilattico sono state valutate mediante saggi di bio-compatibilità col test Alamar Blue e saggi di migrazione con camera di Boyden, utilizzando fattori chemotattici quali il VEGF (fattore di crescita vascolare). L’osservazione al microscopio elettronico a scansione e su sezioni ottenute al criostato dei primi supporti elettrofilati, su cui sono state seminate cellule H9C2, mostrano una elevata affinità per le fibre di acido polilattico e una buona crescita cellulare con distribuzione delle cellule sia in superficie che nello spessore dei supporti stessi, fino a colonizzare focalmente anche il versante opposto alla superficie di semina.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.