La menta piperita (Mentha piperita L.) (Lamiaceae) è certamente una delle piante aromatiche più coltivate per i molteplici utilizzi derivanti dall’olio essenziale costituito prevalentemente da mentolo. Dal punto di vista fitopatologico, mentre per quanto riguarda le malattie fungine che interessano le diverse specie di Mentha le conoscenze sono ampie (tracheomicosi, ruggine, mal bianco, marciumi radicali, ecc.), poco si sa su quelle ad eziologia virale. In Europa, sono note fin da 1968 infezioni da AMV (virus del mosaico dell’erba medica), riscontrato anche in Italia negli anni ‘90 su piante di M. rotundifolia caratterizzate da ampie maculature gialle e/o biancastre sulle foglie; in diversi Paesi del mondo sono stati sporadicamente descritti casi che hanno visto coinvolti: TRSV (virus della maculatura anulare del tabacco), PVX (virus X della patata), i due tospovirus INSV (virus della maculatura necrotica dell’impatiens) e TSWV (virus dell’avvizzimento maculato del pomodoro) (entrambi in M. peperita), un Geminiviridae (nel 2005 in M. spicata “Viridis” coltivata in Pakistan) ed ancora un Closteroviridae e un Flexiviridae (entrambi nel 2007 in Mentha x gracilis ‘Variegata’, nota come golden ginger mint). Nel 2012, nel corso di un monitoraggio eseguito in aziende della Piana di Albenga, sono state notate piante in vaso cresciute all’aperto di M. piperita caratterizzate da un vistoso “mosaico giallo oro” brillante sulle foglie. La malattia è stata di nuovo riscontrata nella medesima azienda anche nel 2013. In questo caso, oltre al mosaico giallo brillante, le piante mostravano rotture di colore biancastre e, successivamente, una volta trasferite ad Imola, nelle Serre del Plesso Scarabelli (Università di Bologna), necrosi più o meno diffuse sul lembo fogliare. Inizialmente, considerata l’elevata diffusione di AMV negli impianti di orticole, floricole ed aromatiche della zona (su basilico, origano, lavanda e lavandino, rosmarino, peperoncino, erba cedrina, ecc.), si è ipotizzato che la sintomatologia fosse dovuta a questo Bromoviridae, responsabile di “mosaico giallo” sul molte delle specie ospiti naturali, per cui le indagini virologiche sono state condotte per l’individuazione di AMV. Avendo però ottenuto risultati negativi (a seguito dell’applicazione di tecniche sierologiche del tipo ELISA e di biologia molecolare del tipo RT-PCR), si è proseguito con indagini più specifiche per identificare con esattezza la specie virale presente nelle piante sintomatiche di menta piperita. Vengono sinteticamente illustrate le tecniche virologiche applicate che hanno portato all’identificazione per la prima volta in questa lamiacea di un Hordeivirus. LRSV (Lychnis ringspot virus, virus della maculatura anulare del licnide).

UNA NUOVA INFEZIONE VIRALE SU MENTA PIPERITA

BELLARDI, MARIA GRAZIA;CAVICCHI, LISA;
2016

Abstract

La menta piperita (Mentha piperita L.) (Lamiaceae) è certamente una delle piante aromatiche più coltivate per i molteplici utilizzi derivanti dall’olio essenziale costituito prevalentemente da mentolo. Dal punto di vista fitopatologico, mentre per quanto riguarda le malattie fungine che interessano le diverse specie di Mentha le conoscenze sono ampie (tracheomicosi, ruggine, mal bianco, marciumi radicali, ecc.), poco si sa su quelle ad eziologia virale. In Europa, sono note fin da 1968 infezioni da AMV (virus del mosaico dell’erba medica), riscontrato anche in Italia negli anni ‘90 su piante di M. rotundifolia caratterizzate da ampie maculature gialle e/o biancastre sulle foglie; in diversi Paesi del mondo sono stati sporadicamente descritti casi che hanno visto coinvolti: TRSV (virus della maculatura anulare del tabacco), PVX (virus X della patata), i due tospovirus INSV (virus della maculatura necrotica dell’impatiens) e TSWV (virus dell’avvizzimento maculato del pomodoro) (entrambi in M. peperita), un Geminiviridae (nel 2005 in M. spicata “Viridis” coltivata in Pakistan) ed ancora un Closteroviridae e un Flexiviridae (entrambi nel 2007 in Mentha x gracilis ‘Variegata’, nota come golden ginger mint). Nel 2012, nel corso di un monitoraggio eseguito in aziende della Piana di Albenga, sono state notate piante in vaso cresciute all’aperto di M. piperita caratterizzate da un vistoso “mosaico giallo oro” brillante sulle foglie. La malattia è stata di nuovo riscontrata nella medesima azienda anche nel 2013. In questo caso, oltre al mosaico giallo brillante, le piante mostravano rotture di colore biancastre e, successivamente, una volta trasferite ad Imola, nelle Serre del Plesso Scarabelli (Università di Bologna), necrosi più o meno diffuse sul lembo fogliare. Inizialmente, considerata l’elevata diffusione di AMV negli impianti di orticole, floricole ed aromatiche della zona (su basilico, origano, lavanda e lavandino, rosmarino, peperoncino, erba cedrina, ecc.), si è ipotizzato che la sintomatologia fosse dovuta a questo Bromoviridae, responsabile di “mosaico giallo” sul molte delle specie ospiti naturali, per cui le indagini virologiche sono state condotte per l’individuazione di AMV. Avendo però ottenuto risultati negativi (a seguito dell’applicazione di tecniche sierologiche del tipo ELISA e di biologia molecolare del tipo RT-PCR), si è proseguito con indagini più specifiche per identificare con esattezza la specie virale presente nelle piante sintomatiche di menta piperita. Vengono sinteticamente illustrate le tecniche virologiche applicate che hanno portato all’identificazione per la prima volta in questa lamiacea di un Hordeivirus. LRSV (Lychnis ringspot virus, virus della maculatura anulare del licnide).
2016
Parrella, Giuseppe; Bellardi, Maria Grazia; Cavicchi, Lisa; Bozzano, Giorgio
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