Il numero esiguo delle pagine dipende dal formato della rivista: si tratta, in realtà, di un lavoro di 25.270 battute. Il saggio è il primo risultato di un lavoro ancora in corso su Serra e la filosofia. Vi si mette in luce, in particolare, la doppia figura dell'io nei due tempi dell'"Esame di coscienza di un letterato": l’io della prima parte, un io scettico, appartenente alla tradizione occidentale del pensiero postcartesiano, un io che perviene esausto all’appuntamento della coscienza davanti all’evento-guerra; e l'io che apre se stesso alla relazione, a quella "moltitudine" tipica (per singolare, inconsapevole sintonia) di certi filoni carsici degli inizi della filosofia politica moderna (fra Machiavelli, Spinoza e Vico). L'obbiettivo, in ogni caso, è superare un’antitesi troppo marcata e a rischio di convenzionalità, fra l’egotismo logoro della prima parte dell’«Esame», la scepsi ormai usurata del pensiero critico, e la passione irrazionale che, nel momento in cui si salda a un abbraccio con la moltitudine (prima che diventi massa, branco) si rivitalizza, ma per la morte, non più per la vita, secondo il paradosso che si cerca di mettere in rilievo nelle cadenze finali.
R. Caporali (2007). Le “ingiustizie dell’universo”. Suggestioni filosofiche intorno a Renato Serra. CONFINI, 25, 37-40.
Le “ingiustizie dell’universo”. Suggestioni filosofiche intorno a Renato Serra.
CAPORALI, RICCARDO
2007
Abstract
Il numero esiguo delle pagine dipende dal formato della rivista: si tratta, in realtà, di un lavoro di 25.270 battute. Il saggio è il primo risultato di un lavoro ancora in corso su Serra e la filosofia. Vi si mette in luce, in particolare, la doppia figura dell'io nei due tempi dell'"Esame di coscienza di un letterato": l’io della prima parte, un io scettico, appartenente alla tradizione occidentale del pensiero postcartesiano, un io che perviene esausto all’appuntamento della coscienza davanti all’evento-guerra; e l'io che apre se stesso alla relazione, a quella "moltitudine" tipica (per singolare, inconsapevole sintonia) di certi filoni carsici degli inizi della filosofia politica moderna (fra Machiavelli, Spinoza e Vico). L'obbiettivo, in ogni caso, è superare un’antitesi troppo marcata e a rischio di convenzionalità, fra l’egotismo logoro della prima parte dell’«Esame», la scepsi ormai usurata del pensiero critico, e la passione irrazionale che, nel momento in cui si salda a un abbraccio con la moltitudine (prima che diventi massa, branco) si rivitalizza, ma per la morte, non più per la vita, secondo il paradosso che si cerca di mettere in rilievo nelle cadenze finali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.