Frank Zappa, com’è noto, è stato senz’altro uno dei protagonisti del Novecento musicale e, soprattutto, una delle figure meno inquadrabili, più difficilmente classificabili nel panorama contemporaneo. Nel caso di Zappa, infatti, pressoché tutte le griglie concettuali e gli schemi categoriali con i quali siamo soliti comprendere – o, quanto meno, tentare di comprendere – i fenomeni artistici della nostra epoca vengono irrimediabilmente a perdere il loro senso e la loro funzione. Tali schemi e griglie finiscono semplicemente ma fatalmente per saltare per aria, per così dire, a contatto con forme e materiali musicali così “esplosivi” e, soprattutto, “non incasellabili”, come quelli prodotti da Zappa in quantità debordante, a dir poco incontenibile, in poco più di un venticinquennio di attività ufficiale – dall’esordio fulminante con Freak Out! del 1966 all’ultimo disco da lui realizzato ancora in vita, The Yellow Shark del 1993. Zappa si è spento prematuramente nel dicembre 1993, stroncato a soli 52 anni da un cancro alla prostata. Nel 2013, dunque, si è celebrato il ventennale dalla sua scomparsa e, com’era prevedibile, in quell’anno e anche in quelli immediatamente successivi si è assistito a un discreto proliferare di iniziative di vario tipo volte a ricordare la sua figura e ad esaltare il suo estro e la sua estetica particolarissima, assolutamente imprevedibile, insomma “absolutely free” per dirla col titolo di uno dei suoi dischi più belli e famosi. Tra queste iniziative è possibile citare sia la pubblicazione di libri su Zappa, sia la realizzazione di dischi con nuove interpretazioni delle sue composizioni, sia infine omaggi sotto forma di concerti e manifestazioni musicali dal vivo. Essendo rimasto favorevolmente impressionato dalla meticolosità e, al contempo, originalità di un’operazione condotta sulle partiture zappiane da Marco Dalpane e Vincenzo Vasi in occasione del loro concerto del 2 febbraio 2016 presso il Centro di Ricerca Musicale / Teatro San Leonardo di Bologna, ho contattato il pianista Dalpane per rivolgergli alcune domande a proposito del suo rapporto, come esecutore, con l’estetica eccentrica di musicista “absolutely free”, per così dire, che è sempre stata un po’ la cifra caratteristica di Zappa. Il mio articolo verte dunque su una recensione al concerto e un'intervista al pianista che ha interpretato le composizioni di Zappa.

Frank Zappa: l’estetica eccentrica di un musicista “absolutely free”. Parte 2 / Marino, Stefano. - In: SCENARI. - ISSN 2385-1139. - ELETTRONICO. - 14 maggio 2016:(2016), pp. 0-0.

Frank Zappa: l’estetica eccentrica di un musicista “absolutely free”. Parte 2

MARINO, STEFANO
2016

Abstract

Frank Zappa, com’è noto, è stato senz’altro uno dei protagonisti del Novecento musicale e, soprattutto, una delle figure meno inquadrabili, più difficilmente classificabili nel panorama contemporaneo. Nel caso di Zappa, infatti, pressoché tutte le griglie concettuali e gli schemi categoriali con i quali siamo soliti comprendere – o, quanto meno, tentare di comprendere – i fenomeni artistici della nostra epoca vengono irrimediabilmente a perdere il loro senso e la loro funzione. Tali schemi e griglie finiscono semplicemente ma fatalmente per saltare per aria, per così dire, a contatto con forme e materiali musicali così “esplosivi” e, soprattutto, “non incasellabili”, come quelli prodotti da Zappa in quantità debordante, a dir poco incontenibile, in poco più di un venticinquennio di attività ufficiale – dall’esordio fulminante con Freak Out! del 1966 all’ultimo disco da lui realizzato ancora in vita, The Yellow Shark del 1993. Zappa si è spento prematuramente nel dicembre 1993, stroncato a soli 52 anni da un cancro alla prostata. Nel 2013, dunque, si è celebrato il ventennale dalla sua scomparsa e, com’era prevedibile, in quell’anno e anche in quelli immediatamente successivi si è assistito a un discreto proliferare di iniziative di vario tipo volte a ricordare la sua figura e ad esaltare il suo estro e la sua estetica particolarissima, assolutamente imprevedibile, insomma “absolutely free” per dirla col titolo di uno dei suoi dischi più belli e famosi. Tra queste iniziative è possibile citare sia la pubblicazione di libri su Zappa, sia la realizzazione di dischi con nuove interpretazioni delle sue composizioni, sia infine omaggi sotto forma di concerti e manifestazioni musicali dal vivo. Essendo rimasto favorevolmente impressionato dalla meticolosità e, al contempo, originalità di un’operazione condotta sulle partiture zappiane da Marco Dalpane e Vincenzo Vasi in occasione del loro concerto del 2 febbraio 2016 presso il Centro di Ricerca Musicale / Teatro San Leonardo di Bologna, ho contattato il pianista Dalpane per rivolgergli alcune domande a proposito del suo rapporto, come esecutore, con l’estetica eccentrica di musicista “absolutely free”, per così dire, che è sempre stata un po’ la cifra caratteristica di Zappa. Il mio articolo verte dunque su una recensione al concerto e un'intervista al pianista che ha interpretato le composizioni di Zappa.
2016
Frank Zappa: l’estetica eccentrica di un musicista “absolutely free”. Parte 2 / Marino, Stefano. - In: SCENARI. - ISSN 2385-1139. - ELETTRONICO. - 14 maggio 2016:(2016), pp. 0-0.
Marino, Stefano
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/538837
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