Inserire in giardino piante “commestibili” è ormai una prassi molto comune, e non mi riferisco solo alle aromatiche, ma anche a specie prettamente orticole come insalate, cavoli ed anche solanacee, fra cui il pomodoro. Ho scelto il pomodoro per affrontare un problema molto spinoso nella lotta alle malattie infettive delle piante: quello della capacità di un agente infettivo di mutare nel tempo e superare in maniera oserei dire “intelligente” le barriere difensive della pianta. Di pomodoro se ne conoscono centinaia di varietà anche se, per quanto riguarda quelle coltivate su larga scala, nel corso degli anni la scelta è stata profondamente influenzata dall’insorgere di alcune virosi, tanto da ricorrere a ibridi “resistenti”. Uno dei virus più temibili è TSWV (virus dell’avvizzimento maculato del pomodoro), trasmesso da tripidi, per cui da oltre 15 anni i produttori di pomodoro coltivano ibridi capaci di contrastarne gli effetti negativi: necrosi su fusti e foglie, alterazioni cromatiche sui frutti. In altre parole, sono le piante stesse definite appunto “resistenti” che mettono in atto meccanismi di riconoscimento del virus che il tripide ha iniettato con la saliva per arrestarne la diffusione nei tessuti. Ma, come accade per le malattie dell’uomo, gli agenti patogeni mutano nel tempo e si corredano di meccanismi di attacco nuovi sempre più sofisticati. Negli ultimi anni sono infatti comparsi ceppi evoluti di TSWV, chiamati Resistance Breaking (RB). Ciò significa che ibridi di pomodoro indicati come resistenti in effetti non lo sono: i ceppi RB sfuggono al riconoscimento da parte della pianta che non riesce a contrastarne gli effetti. Quali sono questi effetti? I SINTOMI Durante l’accrescimento delle bacche si formano anulature necrotiche pluriconcentriche assai caratteristiche. Infatti, dal punto iniziale dell’infezione, ossia da quelle poche cellule interessate dalla puntura del tripide, ha inizio la diffusione di TSWV. La pianta cerca di contrastarne l’avanzata con “tentativi successivi”, ma sono tentativi parziali poiché TSWV riesce a moltiplicarsi e a diffondersi nei tessuti adiacenti, causando reazioni necrotiche consecutive fino alla formazione del caratteristico sintomo “a bersaglio”. Se quindi ci capita di incontrare bacche con questi strani decori sappiamo che a monte c’è una storia, o meglio una lotta messa in atto da un virus da una parte e da un organismo vegetale dall’altro. Chi ha vinto? Difficile dirlo, ma noi certamente non possiamo cibarci di quello strano frutto.
Bellardi, M.G. (2016). Pomodori "decorati". GIARDINI, 279, 83-83.
Pomodori "decorati"
BELLARDI, MARIA GRAZIA
2016
Abstract
Inserire in giardino piante “commestibili” è ormai una prassi molto comune, e non mi riferisco solo alle aromatiche, ma anche a specie prettamente orticole come insalate, cavoli ed anche solanacee, fra cui il pomodoro. Ho scelto il pomodoro per affrontare un problema molto spinoso nella lotta alle malattie infettive delle piante: quello della capacità di un agente infettivo di mutare nel tempo e superare in maniera oserei dire “intelligente” le barriere difensive della pianta. Di pomodoro se ne conoscono centinaia di varietà anche se, per quanto riguarda quelle coltivate su larga scala, nel corso degli anni la scelta è stata profondamente influenzata dall’insorgere di alcune virosi, tanto da ricorrere a ibridi “resistenti”. Uno dei virus più temibili è TSWV (virus dell’avvizzimento maculato del pomodoro), trasmesso da tripidi, per cui da oltre 15 anni i produttori di pomodoro coltivano ibridi capaci di contrastarne gli effetti negativi: necrosi su fusti e foglie, alterazioni cromatiche sui frutti. In altre parole, sono le piante stesse definite appunto “resistenti” che mettono in atto meccanismi di riconoscimento del virus che il tripide ha iniettato con la saliva per arrestarne la diffusione nei tessuti. Ma, come accade per le malattie dell’uomo, gli agenti patogeni mutano nel tempo e si corredano di meccanismi di attacco nuovi sempre più sofisticati. Negli ultimi anni sono infatti comparsi ceppi evoluti di TSWV, chiamati Resistance Breaking (RB). Ciò significa che ibridi di pomodoro indicati come resistenti in effetti non lo sono: i ceppi RB sfuggono al riconoscimento da parte della pianta che non riesce a contrastarne gli effetti. Quali sono questi effetti? I SINTOMI Durante l’accrescimento delle bacche si formano anulature necrotiche pluriconcentriche assai caratteristiche. Infatti, dal punto iniziale dell’infezione, ossia da quelle poche cellule interessate dalla puntura del tripide, ha inizio la diffusione di TSWV. La pianta cerca di contrastarne l’avanzata con “tentativi successivi”, ma sono tentativi parziali poiché TSWV riesce a moltiplicarsi e a diffondersi nei tessuti adiacenti, causando reazioni necrotiche consecutive fino alla formazione del caratteristico sintomo “a bersaglio”. Se quindi ci capita di incontrare bacche con questi strani decori sappiamo che a monte c’è una storia, o meglio una lotta messa in atto da un virus da una parte e da un organismo vegetale dall’altro. Chi ha vinto? Difficile dirlo, ma noi certamente non possiamo cibarci di quello strano frutto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


