La relazione ha lo scopo di raggiungere generalizzazioni utili a livello teorico sull'approccio alla traducibililtà dei linguaggi abbozzato da Antonio Gramsci, soprattutto nei paragrafi 46-49 dell'undicesimo Quaderno dei Quaderni del carcere. L’idea di Gramsci è che non si passa mai direttamente da una lingua ad un’altra, ma soltanto per mezzo di un percorso che comprenda le culture delle lingue di partenza e di arrivo che, a loro volta, sono influenzate dai particolari modi in cui le loro rispettive società sono sviluppate: le società svolgono il ruolo di mediatore tra le lingue e qui il concetto di “società comprende non solo le diverse comunità nazionali ma anche quelle scientifiche che usano paradigmi diversi. La possibilità, sviluppata nei paragrafi sulla traducibilità contenuti nei Quaderni del carcere, di interpretare i concetti e i termini di un paradigma in quelli di un altro, è passato quasi inosservata in Italia, eccezione fatta per studiosi alquanto isolati come Gioele Solari, che notò che sia Gramsci sia Gobetti, formatisi nella scuola dell’“idealismo storicistico” di Croce e di Gentile, «tradussero lo storicismo speculativo in storicismo concreto in rapporto ad una data realtà storica, quella nazionale». Sono stati invece i traduttori di Gramsci in altre lingue ad accorgersi della problematica e della sua importanza nell’impostazione generale del lavoro di Gramsci; di fatto Wolfgang Fritz Haug, curatore e principale traduttore in tedesco dei Quaderni, ha recentemente osservato che «Gramsci’s concept of “translation” and “translatability” leads into the very center of his conceptual network». La problematica della traducibilità tra paradigmi diversi si capisce meglio alla luce del volume The Structure of Scientific Revolutions di Thomas Kuhn (1962). Nel suo contributo, Boothman mette a confronto i due approcci di Kuhn e di Gramsci per quanto riguarda la traducibilità dei paradigmi nei campi, rispettivamente, delle scienze c.d. esatte e quelle sociali. La differenza nel grado di traducibilità nei due campi è sintetizzato così da Tullio De Mauro: «traduzione … da un linguaggio scientifico a un altro o da uno dei due al parlare comune» è collegato intimamente al «grado di riducibilità interna di ciascun campo concettuale». E infatti nel suo lavoro degli anni Ottanta, (v. in particolare “Nuove riflessioni sui paradigmi” nel volume kuhniano “La tensione essenziale”), rispetto al suo volume precedente del 1962, Kuhn tiene più conto di tali fattori e concede più spazio alla possibilità di traduzioni tra paradigmi, avvicinandosi così alle posizioni, a lui sconosciute di Gramsci. (A sostegno della traducibilità nelle scienze sociali è l’analisi ad opera del critico e filosofo franco-rumeno Lucien Goldmann della polemica “a distanza” tra Heidegger e Lukács.) Il contributo di Boothman si conclude con l’analisi del rapporto traduttivo, difficile e probabilmente nondel tutto chiaro anche a Gramsci, del rapporto tra il concetto “rivoluzione-restaurazione”, abbozzato dallo storico francese Edgar Quinet, e quello simile di “rivoluzione passiva” dovuta in primo luogo al napoletano Vincenzo Cuoco e poi sviluppato ulteriormente da Gramsci stesso.

Boothman, D. (2006). Traduzione e traducibilità interparadigmatica alla luce della teorizzazione di Antonio Gramsci. ROMA : Aracne editore.

Traduzione e traducibilità interparadigmatica alla luce della teorizzazione di Antonio Gramsci

BOOTHMAN, DEREK
2006

Abstract

La relazione ha lo scopo di raggiungere generalizzazioni utili a livello teorico sull'approccio alla traducibililtà dei linguaggi abbozzato da Antonio Gramsci, soprattutto nei paragrafi 46-49 dell'undicesimo Quaderno dei Quaderni del carcere. L’idea di Gramsci è che non si passa mai direttamente da una lingua ad un’altra, ma soltanto per mezzo di un percorso che comprenda le culture delle lingue di partenza e di arrivo che, a loro volta, sono influenzate dai particolari modi in cui le loro rispettive società sono sviluppate: le società svolgono il ruolo di mediatore tra le lingue e qui il concetto di “società comprende non solo le diverse comunità nazionali ma anche quelle scientifiche che usano paradigmi diversi. La possibilità, sviluppata nei paragrafi sulla traducibilità contenuti nei Quaderni del carcere, di interpretare i concetti e i termini di un paradigma in quelli di un altro, è passato quasi inosservata in Italia, eccezione fatta per studiosi alquanto isolati come Gioele Solari, che notò che sia Gramsci sia Gobetti, formatisi nella scuola dell’“idealismo storicistico” di Croce e di Gentile, «tradussero lo storicismo speculativo in storicismo concreto in rapporto ad una data realtà storica, quella nazionale». Sono stati invece i traduttori di Gramsci in altre lingue ad accorgersi della problematica e della sua importanza nell’impostazione generale del lavoro di Gramsci; di fatto Wolfgang Fritz Haug, curatore e principale traduttore in tedesco dei Quaderni, ha recentemente osservato che «Gramsci’s concept of “translation” and “translatability” leads into the very center of his conceptual network». La problematica della traducibilità tra paradigmi diversi si capisce meglio alla luce del volume The Structure of Scientific Revolutions di Thomas Kuhn (1962). Nel suo contributo, Boothman mette a confronto i due approcci di Kuhn e di Gramsci per quanto riguarda la traducibilità dei paradigmi nei campi, rispettivamente, delle scienze c.d. esatte e quelle sociali. La differenza nel grado di traducibilità nei due campi è sintetizzato così da Tullio De Mauro: «traduzione … da un linguaggio scientifico a un altro o da uno dei due al parlare comune» è collegato intimamente al «grado di riducibilità interna di ciascun campo concettuale». E infatti nel suo lavoro degli anni Ottanta, (v. in particolare “Nuove riflessioni sui paradigmi” nel volume kuhniano “La tensione essenziale”), rispetto al suo volume precedente del 1962, Kuhn tiene più conto di tali fattori e concede più spazio alla possibilità di traduzioni tra paradigmi, avvicinandosi così alle posizioni, a lui sconosciute di Gramsci. (A sostegno della traducibilità nelle scienze sociali è l’analisi ad opera del critico e filosofo franco-rumeno Lucien Goldmann della polemica “a distanza” tra Heidegger e Lukács.) Il contributo di Boothman si conclude con l’analisi del rapporto traduttivo, difficile e probabilmente nondel tutto chiaro anche a Gramsci, del rapporto tra il concetto “rivoluzione-restaurazione”, abbozzato dallo storico francese Edgar Quinet, e quello simile di “rivoluzione passiva” dovuta in primo luogo al napoletano Vincenzo Cuoco e poi sviluppato ulteriormente da Gramsci stesso.
2006
Tradurre e comprendere. Pluralità di linguaggi e delle culture
387
400
Boothman, D. (2006). Traduzione e traducibilità interparadigmatica alla luce della teorizzazione di Antonio Gramsci. ROMA : Aracne editore.
Boothman, D.
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