Con la serie di video-interviste realizzate nel 2010 da una troupe che attraversa gli Stati Uniti da costa a costa inanellando storie di vita David Lynch preserva ciò che per sua natura è effimero – il racconto orale - e mostra l’instabilità intrinseca degli oggetti fruiti attraverso la rete. Interview Project è ora un archivio online. Questo materiale audiovisivo , poiché organizzato in un archivio, mediato attraverso un sistema di broadcast e un sito web, effigiato dal brand David Lynch, non ha la natura effimera dell’oralità. D’altro canto, l’instabilità stessa del web, in qualche modo simile alle sorti della cultura orale, minaccia la durevolezza della memoria che esso preserva. Come altri fenomeni, diffusi in ambito statunitense, di celebrazione dell’ordinario, della “sapienza” della gente comune, IP porta in superficie un’ansia collettiva per la perdita di una memoria viva, diretta. Il progetto partecipa ad una preoccupazione crescente per la memoria e l’oblio e un conseguente interesse per questioni di identità (collettiva) e di trasmissione culturale. Radicate nel territorio nazionale, nella concretezza di luoghi tanto specifici quanto anonimi, queste immagini danno al transitorio e all’effimero “un’abitazione locale e un nome”. IP si propone come mediatore di contenuti memoriali. Fa ciò utilizzando le caratteristiche del web - spreadability, condivisione, comunicazione istantanea – sia di un solido immaginario cinematografico, che coniuga pluralità ed esperienza collettiva, frammentazione e unità. IP offre un orientamento nel periferico e nel marginale. Nel guardare le immagini di IP lo spettatore scopre quanto l’esperienza americana sia connaturata all’esperienza dello schermo e utilizza la fascinazione di questo legame tra immagine, realtà e mito per giungere a un senso etico.
Pesce, S. (2015). Interview Project. Memoria, paesaggio, esperienza, web, <<Fata Morgana. Memoria>> n.25 pp.271-277. FATA MORGANA, 25, 271-277.
Interview Project. Memoria, paesaggio, esperienza, web, <> n.25 pp.271-277.
PESCE, SARA
2015
Abstract
Con la serie di video-interviste realizzate nel 2010 da una troupe che attraversa gli Stati Uniti da costa a costa inanellando storie di vita David Lynch preserva ciò che per sua natura è effimero – il racconto orale - e mostra l’instabilità intrinseca degli oggetti fruiti attraverso la rete. Interview Project è ora un archivio online. Questo materiale audiovisivo , poiché organizzato in un archivio, mediato attraverso un sistema di broadcast e un sito web, effigiato dal brand David Lynch, non ha la natura effimera dell’oralità. D’altro canto, l’instabilità stessa del web, in qualche modo simile alle sorti della cultura orale, minaccia la durevolezza della memoria che esso preserva. Come altri fenomeni, diffusi in ambito statunitense, di celebrazione dell’ordinario, della “sapienza” della gente comune, IP porta in superficie un’ansia collettiva per la perdita di una memoria viva, diretta. Il progetto partecipa ad una preoccupazione crescente per la memoria e l’oblio e un conseguente interesse per questioni di identità (collettiva) e di trasmissione culturale. Radicate nel territorio nazionale, nella concretezza di luoghi tanto specifici quanto anonimi, queste immagini danno al transitorio e all’effimero “un’abitazione locale e un nome”. IP si propone come mediatore di contenuti memoriali. Fa ciò utilizzando le caratteristiche del web - spreadability, condivisione, comunicazione istantanea – sia di un solido immaginario cinematografico, che coniuga pluralità ed esperienza collettiva, frammentazione e unità. IP offre un orientamento nel periferico e nel marginale. Nel guardare le immagini di IP lo spettatore scopre quanto l’esperienza americana sia connaturata all’esperienza dello schermo e utilizza la fascinazione di questo legame tra immagine, realtà e mito per giungere a un senso etico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


