Nel testo vengono analizzate alcune delle tesi che Bruce Ackerman propone nel volume The Civil Rights Revolution, terza parte dell’opera We the People. In tale volume l’autore utilizza le categorie elaborate nelle parti precedenti per analizzare un ventennio di storia costituzionale statunitense, quello avviato dalla sentenza Brown v. Board of Education del 1954 e conclusosi con la fine della presidenza Nixon. Tale periodo, che costituisce come noto la stagione di affermazione dei diritti degli afro-americani, rappresenterebbe secondo l’autore un «momento costituzionale» nell’ambito del quale, cioè, la sovranità popolare ha espresso higher laws, leggi superiori, creando le basi per un Modern Constitutional Order. Le higher laws che compongono il constitutional canon, l'ordinamento costituzionale, non assumono necessariamente la veste dell’emendamento costituzionale: quest’ultimo rappresenta quello che il costituzionalista statunitense definisce il sistema classico di produzione di leggi superiori. Al suo fianco vi è il sistema moderno di produzione di leggi superiori, costituito da transformative statutes, da leggi ordinarie che contengono i principi di un nuovo «regime costituzionale». Il problema principale sollevato dalla struttura «complessa» del constitutional canon, inclusivo di leggi ordinarie, è tuttavia quello della sua concreta definizione: la mancanza di procedure tipiche, quali l’adozione di emendamenti costituzionali, può infatti rendere mutevole e incerta l’identificazione dei principi che lo compongono. Tale tema non sfugge all’autore statunitense che, infatti, pur contestando la miopia della scuola testualista che esclude dal constitutional understanding tutto ciò che non sia parte del testo costituzionale, rifiuta parallelamente le teoriche come il dworkinismo che si affidano totalmente al best moral judgement dell’interprete.
Bologna, C. (2014). We the People o We the Judges. QUADERNI COSTITUZIONALI, 4, 975-981.
We the People o We the Judges
BOLOGNA, CHIARA
2014
Abstract
Nel testo vengono analizzate alcune delle tesi che Bruce Ackerman propone nel volume The Civil Rights Revolution, terza parte dell’opera We the People. In tale volume l’autore utilizza le categorie elaborate nelle parti precedenti per analizzare un ventennio di storia costituzionale statunitense, quello avviato dalla sentenza Brown v. Board of Education del 1954 e conclusosi con la fine della presidenza Nixon. Tale periodo, che costituisce come noto la stagione di affermazione dei diritti degli afro-americani, rappresenterebbe secondo l’autore un «momento costituzionale» nell’ambito del quale, cioè, la sovranità popolare ha espresso higher laws, leggi superiori, creando le basi per un Modern Constitutional Order. Le higher laws che compongono il constitutional canon, l'ordinamento costituzionale, non assumono necessariamente la veste dell’emendamento costituzionale: quest’ultimo rappresenta quello che il costituzionalista statunitense definisce il sistema classico di produzione di leggi superiori. Al suo fianco vi è il sistema moderno di produzione di leggi superiori, costituito da transformative statutes, da leggi ordinarie che contengono i principi di un nuovo «regime costituzionale». Il problema principale sollevato dalla struttura «complessa» del constitutional canon, inclusivo di leggi ordinarie, è tuttavia quello della sua concreta definizione: la mancanza di procedure tipiche, quali l’adozione di emendamenti costituzionali, può infatti rendere mutevole e incerta l’identificazione dei principi che lo compongono. Tale tema non sfugge all’autore statunitense che, infatti, pur contestando la miopia della scuola testualista che esclude dal constitutional understanding tutto ciò che non sia parte del testo costituzionale, rifiuta parallelamente le teoriche come il dworkinismo che si affidano totalmente al best moral judgement dell’interprete.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.