L’attività dell’Università di Bologna sull’Insula del Centenario [IX, 8] origina da una convenzione, finalizzata allo studio, alla documentazione e alla valorizzazione dell’Insula stessa, attivata tra l’Università di Bologna, per il tramite del Dipartimento di Archeologia, e la Soprintendenza Archeologica di Pompei. Il DISTART - Dipartimento di Ingegneria delle Strutture, dei Trasporti, delle Acque, del Rilevamento, del Territorio – oggi DICAM – Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e dei Materiali - sin dall’inizio ha collaborato alla convenzione negli ambiti strutturale e topografico. In particolare il DICAM – Scienza delle Costruzioni, si è occupato dell’analisi strutturale delle murature dell’Insula, finalizzata al recupero e al consolidamento dell’organismo edilizio esistente, nonché a verificare ipotesi di coperture di restauro (anche con sperimentazioni prototipali), nella prospettiva di una riapertura al pubblico (Custodi, Santarelli 2001, Custodi 2001, Custodi et al. 2002, Custodi 2002), e ha collaborato alla stesura delle linee guida, parte prima, per il progetto di restauro e, parte seconda, per gli interventi di restauro murario e strutturale. Un’ulteriore convenzione, di cui alla presente relazione finale, è stata firmata tra il DISTART e la Soprintendenza per la caratterizzazione di modelli geometrici e meccanici delle strutture dell’Insula, per la progettazione degli interventi di consolidamento e restauro e la definizione di linee guida per l’iter procedurale dell’esecuzione dei lavori. L’attività di ricerca si è articolata su due temi appartenenti a settori ancora oggetto di studio e sperimentazione. Il primo tema è lo studio delle murature, in particolare antiche, in cui, ad esempio, si amplificano le difficoltà connesse all’esigenza di tenere conto del comportamento non lineare e del degrado progressivo della rigidezza di una muratura al crescere delle deformazioni da sollecitazioni. Tali problematiche si riscontrano già in “ottimali” murature di mattoni (caratterizzate da una buona regolarità geometrica nella disposizione dei mattoni e dei ricorsi di malta) e si ampliano nel caso di murature in pietrame e/o a sacco, in particolare antiche, dove l’approccio matematico diventa estremamente complesso per la irregolarità delle pietre (sia per le dimensioni, sia per la disposizione), per la rilevante disomogeneità nella distribuzione della malta, per l’incertezza riguardante le caratteristiche meccaniche dei materiali utilizzati e la forte dispersione dei valori delle stesse e, infine, per le incertezze sul funzionamento dell’intero organismo strutturale, aggravate, per le strutture storiche, dal fatto che esse si trovano quasi sempre in una configurazione statica considerevolmente diversa da quella originale e comunque in una situazione tale da essere un unicum difficilmente affrontabile con tecniche standardizzate. Il secondo tema è l’informatizzazione dei dati relativi al sito archeologico in esame, da quelli di rilievo a quelli derivanti dalle analisi e studi successivi, in particolare di modellazione e comportamento strutturale, con i problemi connessi al trattamento dei dati pregressi (da quelli disponibili solo su supporto cartaceo a quelli informatizzati in modo non sistematico) e all’adozione di un linguaggio “comune” tra i vari gruppi di ricerca, che deve essere necessariamente preceduto dalla creazione di una vera e propria piattaforma condivisa, in modo da individuare un sistema informatico che riesca, in maniera semplice e veloce, a rispondere alle esigenze della ricerca archeologica sotto i suoi vari aspetti. L’informatizzazione dei dati e la loro gestione richiede la soluzione dei problemi connessi alla scelta degli strumenti software di base (che consentano la massima libertà di consultazione e facilità di utilizzo), all’organizzazione della banca dati generale (una banca dati di banche dati, dove queste ultime risultano eterogenee per tipologia di dati, organizzazione e finalità), alla realizzazione di un sistema che consenta l’aggiornamento della banca dati generale e la sua consultazione in rete, intranet e internet. Le modalità di consultazione dovrebbero permettere ai diversi utenti e ricercatori di soddisfare le proprie esigenze specifiche (di natura archeologica, storica, artistica, architettonica, strutturale, ecc.), nonché, agli utenti autorizzati, di apportare le eventuali modifiche da postazioni remote.
CUSTODI, A. (2011). DICAM - NOTA TECNICA N. 228 - ANNO 2011- RELAZIONE GENERALE - (documento finale - art. 6 convenzione) - CONVENZIONE SANP-DICAM - CARATTERIZZAZIONE DI MODELLI GEOMETRICI E MECCANICI IDONEI ALLO STUDIO DELLE STRUTTURE DELLA INSULA DEL CENTENARIO (SITUATA A POMPEI, INSULA IX,8), FINALIZZATO ALLA PROGETTAZIONE DEGLI INTERVENTI DI CONSOLIDAMENTO E RE-STAURO DEL SITO, E DEFINIZIONE DI LINEE GUIDA PER L'ITER PROCEDURALE RELATIVO ALL'ESECUZIONE DEI LAVORI..
DICAM - NOTA TECNICA N. 228 - ANNO 2011- RELAZIONE GENERALE - (documento finale - art. 6 convenzione) - CONVENZIONE SANP-DICAM - CARATTERIZZAZIONE DI MODELLI GEOMETRICI E MECCANICI IDONEI ALLO STUDIO DELLE STRUTTURE DELLA INSULA DEL CENTENARIO (SITUATA A POMPEI, INSULA IX,8), FINALIZZATO ALLA PROGETTAZIONE DEGLI INTERVENTI DI CONSOLIDAMENTO E RE-STAURO DEL SITO, E DEFINIZIONE DI LINEE GUIDA PER L'ITER PROCEDURALE RELATIVO ALL'ESECUZIONE DEI LAVORI.
CUSTODI, ALBERTO
2011
Abstract
L’attività dell’Università di Bologna sull’Insula del Centenario [IX, 8] origina da una convenzione, finalizzata allo studio, alla documentazione e alla valorizzazione dell’Insula stessa, attivata tra l’Università di Bologna, per il tramite del Dipartimento di Archeologia, e la Soprintendenza Archeologica di Pompei. Il DISTART - Dipartimento di Ingegneria delle Strutture, dei Trasporti, delle Acque, del Rilevamento, del Territorio – oggi DICAM – Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e dei Materiali - sin dall’inizio ha collaborato alla convenzione negli ambiti strutturale e topografico. In particolare il DICAM – Scienza delle Costruzioni, si è occupato dell’analisi strutturale delle murature dell’Insula, finalizzata al recupero e al consolidamento dell’organismo edilizio esistente, nonché a verificare ipotesi di coperture di restauro (anche con sperimentazioni prototipali), nella prospettiva di una riapertura al pubblico (Custodi, Santarelli 2001, Custodi 2001, Custodi et al. 2002, Custodi 2002), e ha collaborato alla stesura delle linee guida, parte prima, per il progetto di restauro e, parte seconda, per gli interventi di restauro murario e strutturale. Un’ulteriore convenzione, di cui alla presente relazione finale, è stata firmata tra il DISTART e la Soprintendenza per la caratterizzazione di modelli geometrici e meccanici delle strutture dell’Insula, per la progettazione degli interventi di consolidamento e restauro e la definizione di linee guida per l’iter procedurale dell’esecuzione dei lavori. L’attività di ricerca si è articolata su due temi appartenenti a settori ancora oggetto di studio e sperimentazione. Il primo tema è lo studio delle murature, in particolare antiche, in cui, ad esempio, si amplificano le difficoltà connesse all’esigenza di tenere conto del comportamento non lineare e del degrado progressivo della rigidezza di una muratura al crescere delle deformazioni da sollecitazioni. Tali problematiche si riscontrano già in “ottimali” murature di mattoni (caratterizzate da una buona regolarità geometrica nella disposizione dei mattoni e dei ricorsi di malta) e si ampliano nel caso di murature in pietrame e/o a sacco, in particolare antiche, dove l’approccio matematico diventa estremamente complesso per la irregolarità delle pietre (sia per le dimensioni, sia per la disposizione), per la rilevante disomogeneità nella distribuzione della malta, per l’incertezza riguardante le caratteristiche meccaniche dei materiali utilizzati e la forte dispersione dei valori delle stesse e, infine, per le incertezze sul funzionamento dell’intero organismo strutturale, aggravate, per le strutture storiche, dal fatto che esse si trovano quasi sempre in una configurazione statica considerevolmente diversa da quella originale e comunque in una situazione tale da essere un unicum difficilmente affrontabile con tecniche standardizzate. Il secondo tema è l’informatizzazione dei dati relativi al sito archeologico in esame, da quelli di rilievo a quelli derivanti dalle analisi e studi successivi, in particolare di modellazione e comportamento strutturale, con i problemi connessi al trattamento dei dati pregressi (da quelli disponibili solo su supporto cartaceo a quelli informatizzati in modo non sistematico) e all’adozione di un linguaggio “comune” tra i vari gruppi di ricerca, che deve essere necessariamente preceduto dalla creazione di una vera e propria piattaforma condivisa, in modo da individuare un sistema informatico che riesca, in maniera semplice e veloce, a rispondere alle esigenze della ricerca archeologica sotto i suoi vari aspetti. L’informatizzazione dei dati e la loro gestione richiede la soluzione dei problemi connessi alla scelta degli strumenti software di base (che consentano la massima libertà di consultazione e facilità di utilizzo), all’organizzazione della banca dati generale (una banca dati di banche dati, dove queste ultime risultano eterogenee per tipologia di dati, organizzazione e finalità), alla realizzazione di un sistema che consenta l’aggiornamento della banca dati generale e la sua consultazione in rete, intranet e internet. Le modalità di consultazione dovrebbero permettere ai diversi utenti e ricercatori di soddisfare le proprie esigenze specifiche (di natura archeologica, storica, artistica, architettonica, strutturale, ecc.), nonché, agli utenti autorizzati, di apportare le eventuali modifiche da postazioni remote.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.