S osserva, nel film Il Principe e la Ballerina (Olivier, 1957), l’emergere di alcune nuove leve dell’appeal divistico usate da Marilyn, particolarmente significative nel contesto delle mutazioni della performance cinematografica nel cruciale punto di svolta degli anni Cinquanta. Monroe porta sul grande schermo competenze escluse dal bacino di comportamenti e apparati delle dive del periodo classico: gesti e pose del foto-reportage - rotocalchi, riviste maschili, o di moda - e usi differenti di vecchi dispositivi della performance come l’abbigliamento e il trucco. Ella dà prova di una consapevole appropriazione del rapporto tra costumi e semantica corporea, forte di esperienze esterne al cinema, implicate nelle nuove sinergie tra moda e modelli di femminilità (destinate a minare la separazione netta tra costumi cinematografici e fashion design). Tali competenze chiamano in causa sfere dell’esperienza degli spettatori prima poco visitate dal cinema, fortemente imbrigliate nel consumo moderno, assiduo, femminile
Nel piccolo spazio tra l'obiettivo e la pellicola. La professionalità incerta di Marilyn e "Il Principe e la Ballerina", / Pesce, Sara. - In: LA VALLE DELL'EDEN. - ISSN 1970-6391. - STAMPA. - 28,29:(2015), pp. 90-96. [ISSN 1970-6391]
Nel piccolo spazio tra l'obiettivo e la pellicola. La professionalità incerta di Marilyn e "Il Principe e la Ballerina",
PESCE, SARA
2015
Abstract
S osserva, nel film Il Principe e la Ballerina (Olivier, 1957), l’emergere di alcune nuove leve dell’appeal divistico usate da Marilyn, particolarmente significative nel contesto delle mutazioni della performance cinematografica nel cruciale punto di svolta degli anni Cinquanta. Monroe porta sul grande schermo competenze escluse dal bacino di comportamenti e apparati delle dive del periodo classico: gesti e pose del foto-reportage - rotocalchi, riviste maschili, o di moda - e usi differenti di vecchi dispositivi della performance come l’abbigliamento e il trucco. Ella dà prova di una consapevole appropriazione del rapporto tra costumi e semantica corporea, forte di esperienze esterne al cinema, implicate nelle nuove sinergie tra moda e modelli di femminilità (destinate a minare la separazione netta tra costumi cinematografici e fashion design). Tali competenze chiamano in causa sfere dell’esperienza degli spettatori prima poco visitate dal cinema, fortemente imbrigliate nel consumo moderno, assiduo, femminileI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.