L'articolo si occupa dell'approccio giuridico al benessere animale in quanto le politiche in tema di benessere animale non vanno considerate come un tema legato unicamente alle passioni di 'fanatici animalisti', poiché esiste ormai da tempo, un approccio politico-legislativo alla questione animale, non solo nazionale ma pure sovranazionale. L'Europa infatti ha dimostrato un forte interesse nei confronti degli esseri animali già dal 1991 quando venne approvata a Maastricht una Dichiarazione sulla protezione degli animali, in cui veniva loro riconosciuta la qualità di esseri senzienti e non di meri prodotti agricoli. Ancora, il nuovo Trattato europeo sottoscritto a Lisbona nel dicembre del 2007 dispone all’articolo 13 che: "Nella formulazione e nell'attuazione delle politiche dell'Unione nei settori dell'agricoltura, della pesca, dei trasporti, del mercato interno, della ricerca e sviluppo tecnologico e dello spazio, l'Unione e gli Stati membri tengono pienamente conto delle esigenze in materia di benessere degli animali in quanto esseri senzienti, rispettando nel contempo le disposizioni legislative o amministrative e le consuetudini degli Stati membri per quanto riguarda, in particolare, i riti religiosi, le tradizioni culturali e il patrimonio regionale”. Gli animali sono dunque -almeno secondo l'Europa- "esseri senzienti" e tale affermazione non può considerarsi priva di conseguenze anche se la lettura dell’intera previsione dimostra che non ci si trova dinanzi ad una ‘rivoluzione’ poiché è evidente che gli animali continueranno ad essere mangiati, usati nei laboratori, tenuti negli zoo, e soprattutto è stigmatizzabile la posizione neutrale rispetto ad atteggiamenti antianimalisti nazionali giustificati sulla base delle tradizioni (si pensi ed esempio alla pratica della corrida). In ogni caso affermare a livello europeo che gli animali sono esseri senzienti può costituire la base di una nuova fase nel rapporto essere umano-ambiente-essere animale: cioè si apre la possibilità di passare dalle mere politiche protezionistiche di tutela e di preservazione nell’interesse delle generazioni future, alla condivisione di un destino comune ontologicamente e giuridicamente parlando.

Gli animali tra benessere e diritti: un difficile compromesso tra norma e attuazione, nell'attesa della definizione della soggettività animale.

RESCIGNO, FRANCESCA
2015

Abstract

L'articolo si occupa dell'approccio giuridico al benessere animale in quanto le politiche in tema di benessere animale non vanno considerate come un tema legato unicamente alle passioni di 'fanatici animalisti', poiché esiste ormai da tempo, un approccio politico-legislativo alla questione animale, non solo nazionale ma pure sovranazionale. L'Europa infatti ha dimostrato un forte interesse nei confronti degli esseri animali già dal 1991 quando venne approvata a Maastricht una Dichiarazione sulla protezione degli animali, in cui veniva loro riconosciuta la qualità di esseri senzienti e non di meri prodotti agricoli. Ancora, il nuovo Trattato europeo sottoscritto a Lisbona nel dicembre del 2007 dispone all’articolo 13 che: "Nella formulazione e nell'attuazione delle politiche dell'Unione nei settori dell'agricoltura, della pesca, dei trasporti, del mercato interno, della ricerca e sviluppo tecnologico e dello spazio, l'Unione e gli Stati membri tengono pienamente conto delle esigenze in materia di benessere degli animali in quanto esseri senzienti, rispettando nel contempo le disposizioni legislative o amministrative e le consuetudini degli Stati membri per quanto riguarda, in particolare, i riti religiosi, le tradizioni culturali e il patrimonio regionale”. Gli animali sono dunque -almeno secondo l'Europa- "esseri senzienti" e tale affermazione non può considerarsi priva di conseguenze anche se la lettura dell’intera previsione dimostra che non ci si trova dinanzi ad una ‘rivoluzione’ poiché è evidente che gli animali continueranno ad essere mangiati, usati nei laboratori, tenuti negli zoo, e soprattutto è stigmatizzabile la posizione neutrale rispetto ad atteggiamenti antianimalisti nazionali giustificati sulla base delle tradizioni (si pensi ed esempio alla pratica della corrida). In ogni caso affermare a livello europeo che gli animali sono esseri senzienti può costituire la base di una nuova fase nel rapporto essere umano-ambiente-essere animale: cioè si apre la possibilità di passare dalle mere politiche protezionistiche di tutela e di preservazione nell’interesse delle generazioni future, alla condivisione di un destino comune ontologicamente e giuridicamente parlando.
2015
Rescigno Francesca
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