Il saggio si propone di indagare il fenomeno della laicità in Italia anche se questo tema non è certo nuovo in quanto molti lo hanno già affrontato dal punto di vista di diverse discipline: dalla storia, al diritto, alla sociologia, tuttavia, in particolare nel nostro Stato ed in questo frangente storico, la questione della laicità non può dirsi risolta sebbene un approccio realmente laico sia indispensabile per affrontare le sfide che vengono poste da una società che avanza ad una grande velocità.La laicità non si presenta come un concetto astratto, non è una divagazione filosofica ma ha un contenuto specifico, concreto e tangibile; non è un esercizio dottrinale, «il sogno di un giurista», poiché solo lo Stato laico è l’unico in grado di essere «il luogo di confronto ed integrazione di tutte le verità, riconosciute e relativizzate come tali nella loro infinità varietà». Seguendo questo filo conduttore il saggio esamina brevemente il periodo statutario per poi affrontare l’esame della Carta costituzionale repubblicana e specificatamente gli articoli 7, 8, 19 e 20 per evidenziare come l’approccio dei nostri Costituenti non è riuscito ad essere realmente neutrale rispetto al fenomeno religioso. La laicità non appare nella nostra Costituzione ma è il frutto dell’esegesi della Corte costituzionale che nel 1989 l’ha annoverata tra i principi fondamentali dello Stato, tuttavia la laicità “evidenziata” dalla Corte si presenta edulcorata, attenuata, una sorta di “laicità battezzata” che si fonda sui principi del cristianesimo e non sulla neutralità dello Stato rispetto a tutte le confessioni religiose.La democrazia ha bisogno di laicità, siamo uguali senza distinzione di religione e lo Stato laico neutrale, ma non indifferente, si deve impegnare a rimuovere gli ostacoli che impediscono il concreto dispiegarsi di tale eguaglianza. Nel saggio vengono esaminati alcuni profili a dimostrazione dei danni che produce nel nostro ordinamento giuridico l’esistenza di un concetto di “laicità confessionale”: amore, simboli, diritti, doveri; non è più possibile ignorare che ognuna di queste parole acquista significato solo se declinata nel senso dell’eguaglianza e della laicità ed è arrivato il momento che il nostro Legislatore se ne renda conto e partecipi alla realizzazione del principio di eguaglianza al di là della barriera della religione

Francesca Rescigno (2015). Se non ora quando? Principio di eguaglianza e laicità all'italiana. IANUS DIRITTO E FINANZA, n.12-2015(n.12-2015), 1-61.

Se non ora quando? Principio di eguaglianza e laicità all'italiana.

RESCIGNO, FRANCESCA
2015

Abstract

Il saggio si propone di indagare il fenomeno della laicità in Italia anche se questo tema non è certo nuovo in quanto molti lo hanno già affrontato dal punto di vista di diverse discipline: dalla storia, al diritto, alla sociologia, tuttavia, in particolare nel nostro Stato ed in questo frangente storico, la questione della laicità non può dirsi risolta sebbene un approccio realmente laico sia indispensabile per affrontare le sfide che vengono poste da una società che avanza ad una grande velocità.La laicità non si presenta come un concetto astratto, non è una divagazione filosofica ma ha un contenuto specifico, concreto e tangibile; non è un esercizio dottrinale, «il sogno di un giurista», poiché solo lo Stato laico è l’unico in grado di essere «il luogo di confronto ed integrazione di tutte le verità, riconosciute e relativizzate come tali nella loro infinità varietà». Seguendo questo filo conduttore il saggio esamina brevemente il periodo statutario per poi affrontare l’esame della Carta costituzionale repubblicana e specificatamente gli articoli 7, 8, 19 e 20 per evidenziare come l’approccio dei nostri Costituenti non è riuscito ad essere realmente neutrale rispetto al fenomeno religioso. La laicità non appare nella nostra Costituzione ma è il frutto dell’esegesi della Corte costituzionale che nel 1989 l’ha annoverata tra i principi fondamentali dello Stato, tuttavia la laicità “evidenziata” dalla Corte si presenta edulcorata, attenuata, una sorta di “laicità battezzata” che si fonda sui principi del cristianesimo e non sulla neutralità dello Stato rispetto a tutte le confessioni religiose.La democrazia ha bisogno di laicità, siamo uguali senza distinzione di religione e lo Stato laico neutrale, ma non indifferente, si deve impegnare a rimuovere gli ostacoli che impediscono il concreto dispiegarsi di tale eguaglianza. Nel saggio vengono esaminati alcuni profili a dimostrazione dei danni che produce nel nostro ordinamento giuridico l’esistenza di un concetto di “laicità confessionale”: amore, simboli, diritti, doveri; non è più possibile ignorare che ognuna di queste parole acquista significato solo se declinata nel senso dell’eguaglianza e della laicità ed è arrivato il momento che il nostro Legislatore se ne renda conto e partecipi alla realizzazione del principio di eguaglianza al di là della barriera della religione
2015
Francesca Rescigno (2015). Se non ora quando? Principio di eguaglianza e laicità all'italiana. IANUS DIRITTO E FINANZA, n.12-2015(n.12-2015), 1-61.
Francesca Rescigno
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/529605
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