RIASSUNTO La formazione dell’economia politica e’ strettamente collegata alle tradizioni intellettuali dell’illuminismo. Tuttavia l’illuminismo degli economisti e’ un fenomeno complesso di cui e’ importante non dimenticare la pluralita’ di articolazioni. Non diversamente da quello che accade per l’lluminismo in generale, anche l’illuminismo degli economisti si esprime attraverso analisi e proposte spesso molto lontane fra loro, anche se non e’ difficile individuarne una matrice comune. Ad esempio, l’illuminismo di coloro che, come i Fisiocrati, assumono il punto di vista dei “consiglieri esterni” rispetto all’autorita’ sovrana e’ profondamente diverso dalla prospettiva degli economisti che adottano l’ottica dei “commercianti colti” e sottolineano l’autonomia relativa di divisione del lavoro e mercati rispetto agli stati; cosi’ come e’ diverso dalla prospettiva di quegli economisti che si collocano per cosi’ dire in una posizione intermedia fra mercati e strutture di governo e ne esplorano le interdipendenze sul piano analitico e su quello dell’azione politico-amministrativa. La riflessione economica degli illuministi lombardi si caratterizza per la capacita’ di visualizzare, all’interno di uno stesso sistema di analisi e di proposte, sia il punto di vista “orizzontale” della divisione del lavoro e degli scambi sia la prospettiva “verticale” degli apparati amministrativi. Si delinea in questo modo uno schema di economia politica e di governo dell’economia che e’ lontano dall’illuminismo radicale di Condorcet, Morellet, Paine, cosi’ come e’ lontano dal punto di vista del laisser faire “dirigista” di Quesnay e della sua scuola, e dal riformismo più aperto a interventi mirati di Genovesi, Galiani e Tanucci. Il duplice inserimento di molti dei suoi esponenti (e in primo luogo di Cesare Beccaria e Pietro Verri) all’interno della classe dirigente milanese ma anche nelle strutture di governo dell’autorita’ centrale rende il loro contributo di particolare efficacia. L’obiettivo principale di questa relazione e’ discutere il contributo degli illuministi lombardi alla definizione di un corpus di economia politica caratterizzato dalla sovrapposizione fra punto di vista della societa’ commerciale e punto di vista degli apparati di governo (sovrapposizione che in questo convegno abbiamo inteso caratterizzare con l’espressione di illuminismo civile). I risultati di questo intreccio sono spesso di grande interesse per quanto riguarda la comprensione dei nessi tra divisione del lavoro e mercati, ordinamemento giuridico e governo dell’economia. Come si è prima osservato, divisione del lavoro e mercati costituiscono ambiti privilegiati di attenzione per economisti che assegnano alle capacità di iniziativa di individui e gruppi un’efficacia autonoma rispetto alle decisioni politiche e alle loro conseguenze sul piano amministrativo. Questo spiega la centralità rispettiva di divisione del lavoro e commerci negli scritti economici di Beccaria e Verri. In particolare, il punto di vista dell’illuminismo civile suggerisce immediatamente la necessità di inserire la divisione del lavoro in un tessuto complesso di organizzazione “gerarchica” delle strutture produttive (Beccaria); lo stesso punto di vista indica l’esigenza di studiare commerci e mercati mettendo in risalto architetture istituzionali e configurazioni amministrative piuttosto che situazioni e criteri di scelta derivati per via inferenziale da principi di razionalità astratta (Verri). In questa prospettiva, assume un ruolo centrale l’analisi delle azioni di governo intese come interventi “interni” alle stesse strutture della divisione del lavoro e dei mercati, e proprio per questa ragione efficaci a sollecitare e orientare capacità già esistenti all’interno del tessuto sociale. Diritto, amministrazione e politica monetaria configurano un quadro di analisi e di proposte che colloca al centro dell’interesse i processi di formazione della ricchezza e li considera parte integrante della struttura sociale nelle sue articolazioni istituzionali e amministrative. Si delinea in questo modo un insieme di implicazioni reciproche fra economia, politica e società che costituisce l’aspetto più caratteristico dell’illuminismo delle riforme civili. THE ENLIGHTENMENT OF CIVIL REFORMS: COMMERCE, DIVISION OF LABOUR, AND THE PRODUCTION OF WEALTH ABSTRACT The formation of political economy is closely associated with the intellectual traditions of the enlightenment. However, the economists’ enlightenment is a complex process characterized by a plurality of roots and expressions. It encompasses analyses and policy proposals remarkably distant from each other and yet pointing to a common matrix of concepts and beliefs. To take one example, the enlightenment of the Physiocrats, who take the standpoint of ‘external advisors’ to the Sovereign, is different from the enlightenment of those ‘cultivated traders’ who emphasize the relative autonomy of division of labour and markets relative to the state; as it is different from the standpoint of economists who focus on the middle ground between markets and governmental structures and explore that interdependence both at the level of analysis and at that of administrative and political action. The contributions of the Lombard Enlightenment are characterized by the ability to visualize, within a given analytical framework, both the ‘horizontal’ standpoint of division of labour and exchange, and the ‘vertical’ perspective of administrative structures. In this way, the Lombard economic enlightenment brings into being a scheme of economic analysis and economic governance that is distinct from the radical Enlightenment of Condorcet, Morellet and Paine, as it is distinct from the ‘top-down’ laisser faire of Quesnay and Physiocracy in France, and from Genovesi’s, Galiani’s and Tanucci’s more active and context-dependent approach to economic policy in Naples. Many economists of the Lombard Enlightenment, such as Cesare Beccaria and Pietro Verri, were part of the Milanese social elite but were also active in the administrative structures of government. This makes their intellectual and policy activity of special interest. The principal objective of this paper is to discuss the contribution of the Lombard Enlightenment to the definition of a body of economic knowledge in which it is possible to see a clear overlap between the point of view of commercial society and that of governmental structures (an overlap that is characteristic of the intellectual make up of civil enlightenment). This overlap is of distinctive importance for investigation of the relationship between division of labour and markets, legal arrangements, and governance of the economy. Division of labour and markets are central to economists considering the initiatives of individuals and groups independently of political decisions and of their administrative consequences. This explains the central position of trade and division of labour in the writings of Beccaria and Verri. However, the perspective of the civil enlightenment suggests including division of labour within a complex organizational hierarchy of productive activities (Beccaria). The same point of view also calls attention to the need of investigating commerce and markets by focusing on institutional and administrative conditions rather than on choice criteria derived from abstract rationality principles (Verri). The Lombard enlightenment economists emphasize the central position of governmental actions as external interventions with respect to division of labour and markets, and for this reason capable of triggering the activation of possibilities existing within the given social context. Law, administration and monetary policy bring about an analytical and policy framework focusing on the process of wealth formation and considering this process as embedded in the institutional and administrative arrangements of society. In this way, the economists of the Lombard Enlightenment emphasize the mutual relationship between administrative governance, economic improvement , and social structures, and take this relationship to be at the core of that enlightenment of civil reforms to which they contribute.
Scazzieri, R. (2014). L'illuminismo delle riforme civili: divisione del lavoro, commercio, produzione della ricchezza. Milano : Istituto Lombardo di Scienz e Lettere.
L'illuminismo delle riforme civili: divisione del lavoro, commercio, produzione della ricchezza
SCAZZIERI, ROBERTO
2014
Abstract
RIASSUNTO La formazione dell’economia politica e’ strettamente collegata alle tradizioni intellettuali dell’illuminismo. Tuttavia l’illuminismo degli economisti e’ un fenomeno complesso di cui e’ importante non dimenticare la pluralita’ di articolazioni. Non diversamente da quello che accade per l’lluminismo in generale, anche l’illuminismo degli economisti si esprime attraverso analisi e proposte spesso molto lontane fra loro, anche se non e’ difficile individuarne una matrice comune. Ad esempio, l’illuminismo di coloro che, come i Fisiocrati, assumono il punto di vista dei “consiglieri esterni” rispetto all’autorita’ sovrana e’ profondamente diverso dalla prospettiva degli economisti che adottano l’ottica dei “commercianti colti” e sottolineano l’autonomia relativa di divisione del lavoro e mercati rispetto agli stati; cosi’ come e’ diverso dalla prospettiva di quegli economisti che si collocano per cosi’ dire in una posizione intermedia fra mercati e strutture di governo e ne esplorano le interdipendenze sul piano analitico e su quello dell’azione politico-amministrativa. La riflessione economica degli illuministi lombardi si caratterizza per la capacita’ di visualizzare, all’interno di uno stesso sistema di analisi e di proposte, sia il punto di vista “orizzontale” della divisione del lavoro e degli scambi sia la prospettiva “verticale” degli apparati amministrativi. Si delinea in questo modo uno schema di economia politica e di governo dell’economia che e’ lontano dall’illuminismo radicale di Condorcet, Morellet, Paine, cosi’ come e’ lontano dal punto di vista del laisser faire “dirigista” di Quesnay e della sua scuola, e dal riformismo più aperto a interventi mirati di Genovesi, Galiani e Tanucci. Il duplice inserimento di molti dei suoi esponenti (e in primo luogo di Cesare Beccaria e Pietro Verri) all’interno della classe dirigente milanese ma anche nelle strutture di governo dell’autorita’ centrale rende il loro contributo di particolare efficacia. L’obiettivo principale di questa relazione e’ discutere il contributo degli illuministi lombardi alla definizione di un corpus di economia politica caratterizzato dalla sovrapposizione fra punto di vista della societa’ commerciale e punto di vista degli apparati di governo (sovrapposizione che in questo convegno abbiamo inteso caratterizzare con l’espressione di illuminismo civile). I risultati di questo intreccio sono spesso di grande interesse per quanto riguarda la comprensione dei nessi tra divisione del lavoro e mercati, ordinamemento giuridico e governo dell’economia. Come si è prima osservato, divisione del lavoro e mercati costituiscono ambiti privilegiati di attenzione per economisti che assegnano alle capacità di iniziativa di individui e gruppi un’efficacia autonoma rispetto alle decisioni politiche e alle loro conseguenze sul piano amministrativo. Questo spiega la centralità rispettiva di divisione del lavoro e commerci negli scritti economici di Beccaria e Verri. In particolare, il punto di vista dell’illuminismo civile suggerisce immediatamente la necessità di inserire la divisione del lavoro in un tessuto complesso di organizzazione “gerarchica” delle strutture produttive (Beccaria); lo stesso punto di vista indica l’esigenza di studiare commerci e mercati mettendo in risalto architetture istituzionali e configurazioni amministrative piuttosto che situazioni e criteri di scelta derivati per via inferenziale da principi di razionalità astratta (Verri). In questa prospettiva, assume un ruolo centrale l’analisi delle azioni di governo intese come interventi “interni” alle stesse strutture della divisione del lavoro e dei mercati, e proprio per questa ragione efficaci a sollecitare e orientare capacità già esistenti all’interno del tessuto sociale. Diritto, amministrazione e politica monetaria configurano un quadro di analisi e di proposte che colloca al centro dell’interesse i processi di formazione della ricchezza e li considera parte integrante della struttura sociale nelle sue articolazioni istituzionali e amministrative. Si delinea in questo modo un insieme di implicazioni reciproche fra economia, politica e società che costituisce l’aspetto più caratteristico dell’illuminismo delle riforme civili. THE ENLIGHTENMENT OF CIVIL REFORMS: COMMERCE, DIVISION OF LABOUR, AND THE PRODUCTION OF WEALTH ABSTRACT The formation of political economy is closely associated with the intellectual traditions of the enlightenment. However, the economists’ enlightenment is a complex process characterized by a plurality of roots and expressions. It encompasses analyses and policy proposals remarkably distant from each other and yet pointing to a common matrix of concepts and beliefs. To take one example, the enlightenment of the Physiocrats, who take the standpoint of ‘external advisors’ to the Sovereign, is different from the enlightenment of those ‘cultivated traders’ who emphasize the relative autonomy of division of labour and markets relative to the state; as it is different from the standpoint of economists who focus on the middle ground between markets and governmental structures and explore that interdependence both at the level of analysis and at that of administrative and political action. The contributions of the Lombard Enlightenment are characterized by the ability to visualize, within a given analytical framework, both the ‘horizontal’ standpoint of division of labour and exchange, and the ‘vertical’ perspective of administrative structures. In this way, the Lombard economic enlightenment brings into being a scheme of economic analysis and economic governance that is distinct from the radical Enlightenment of Condorcet, Morellet and Paine, as it is distinct from the ‘top-down’ laisser faire of Quesnay and Physiocracy in France, and from Genovesi’s, Galiani’s and Tanucci’s more active and context-dependent approach to economic policy in Naples. Many economists of the Lombard Enlightenment, such as Cesare Beccaria and Pietro Verri, were part of the Milanese social elite but were also active in the administrative structures of government. This makes their intellectual and policy activity of special interest. The principal objective of this paper is to discuss the contribution of the Lombard Enlightenment to the definition of a body of economic knowledge in which it is possible to see a clear overlap between the point of view of commercial society and that of governmental structures (an overlap that is characteristic of the intellectual make up of civil enlightenment). This overlap is of distinctive importance for investigation of the relationship between division of labour and markets, legal arrangements, and governance of the economy. Division of labour and markets are central to economists considering the initiatives of individuals and groups independently of political decisions and of their administrative consequences. This explains the central position of trade and division of labour in the writings of Beccaria and Verri. However, the perspective of the civil enlightenment suggests including division of labour within a complex organizational hierarchy of productive activities (Beccaria). The same point of view also calls attention to the need of investigating commerce and markets by focusing on institutional and administrative conditions rather than on choice criteria derived from abstract rationality principles (Verri). The Lombard enlightenment economists emphasize the central position of governmental actions as external interventions with respect to division of labour and markets, and for this reason capable of triggering the activation of possibilities existing within the given social context. Law, administration and monetary policy bring about an analytical and policy framework focusing on the process of wealth formation and considering this process as embedded in the institutional and administrative arrangements of society. In this way, the economists of the Lombard Enlightenment emphasize the mutual relationship between administrative governance, economic improvement , and social structures, and take this relationship to be at the core of that enlightenment of civil reforms to which they contribute.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


