Le misure di intensità e cadenza della nuzialità di Hajnal: qualche riflessione sulle condizioni di applicabilità.

In mancanza di altre informazioni, Hajnal (1953) ha proposto di stimare la cadenza e l’intensità della primo-nuzialità sfruttando unicamente le frazioni di celibi (nubili) alle varie età ottenute da dati censuari. L’applicazione della tecnica richiede però che sia soddisfatta la condizione di l’indipendenza tra l’evento studiato (primo-nuzialità) e gli eventi perturbatori (mortalità e migratorietà) nonché la condizione di stazionarietà dei comportamenti legati alla primo-nuzialità negli anni che precedono la rilevazione (almeno per 35 anni precedenti la rilevazione). Il presente lavoro contiene una serie di riflessioni sulle misure di Hajnal al fine di fornire un ordine di grandezza delle distorsioni provocate dal non soddisfacimento delle ipotesi poste. I risultati, ottenuti sviluppando delle simulazioni sull’andamento dello SMAM in base a specifiche ipotesi sull’andamento della primo-nuzialità per coorte, e dall’applicazione su dati reali (primi-matrimoni della popolazione italiana femminile nella prima metà del XX secolo), ribadiscono il rischio insito nell’utilizzo delle misure trasversali e, più in generale, nell’adozione dell’artificio della generazione fittizia. Se, nel periodo considerato la diversa mortalità tra coniugati e nubili non sembra inficiare le misure della nuzialità proposte da Hajnal, l’effetto della migratorietà differenziale sembra avere un peso decisamente più rilevante, almeno per i censimenti del 1901 e del 1911, fermo restando l’indeterminatezza dovuta alle difficoltà nel reperire precise informazioni a riguardo. E’ invece evidente e valutabile per grosse linee la distorsione provocata dai cambiamenti in corso nella cadenza e soprattutto nell’intensità delle coorti volta per volta coinvolte nel calcolo di SMAM ai vari censimenti.