La sindrome dell’uomo moderno, che Jacques Derrida ha definito “un mal d’archivio” e Hal Foster “un impulso archiviale”, dal 1839 ha generato un inedito stimolo al mantenimento visivo: dai grandi dispositivi di schedatura per il controllo e l’ordine fino alla volontà di cristallizzazione della propria identità nell’album di famiglia. Alcune esperienze visive della memoria cinefotografica sono utili a individuare due grandi necessità contigue e diverse che alimentano questa sindrome: il collezionismo e l’archiviazione. Necessità entrambe passate, contaminandola, in molta produzione dell’arte contemporanea.
Federica, M. (2015). Memorie cinefotografiche. La sindrome archiviale della modernità. FATA MORGANA, 25, 115-127.
Memorie cinefotografiche. La sindrome archiviale della modernità
MUZZARELLI, FEDERICA
2015
Abstract
La sindrome dell’uomo moderno, che Jacques Derrida ha definito “un mal d’archivio” e Hal Foster “un impulso archiviale”, dal 1839 ha generato un inedito stimolo al mantenimento visivo: dai grandi dispositivi di schedatura per il controllo e l’ordine fino alla volontà di cristallizzazione della propria identità nell’album di famiglia. Alcune esperienze visive della memoria cinefotografica sono utili a individuare due grandi necessità contigue e diverse che alimentano questa sindrome: il collezionismo e l’archiviazione. Necessità entrambe passate, contaminandola, in molta produzione dell’arte contemporanea.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.