Questo articolo è un lavoro di sintesi su quanto già noto e abbondantemente studiato sull’emigrazione italiana nell’Africa mediterranea ma offre un contributo originale a livello quantitativo essendo tutti i dati sull’emigrazione frutto di una nuova contabilizzazione che si basa come fonte primaria sull’emigrazione annuale per provincia. Inoltre, questo lavoro affronta il tema con un taglio tipicamente storico economico e cerca di valutare quali furono in primis le motivazioni economiche che spinsero gli italiani ad emigrare in Africa e cosa l’Africa a quel tempo poteva offrire in termini di migliori condizioni di vita e salariali. Indubbiamente per molti anni l’Africa rappresentò un sollievo contingente (in molti casi si trattava di emigrazione temporanea) da una vita di stenti e dalla fame, ma soprattutto l’unica alternativa all’accettazione fatalista della propria sorte dato che le istanze di cambiamento si erano rivelate fallimentari soprattutto al sud. La Tunisia in più offriva l’attrattiva di un fondamentale miglioramento di status: da bracciante giornaliero il contadino meridionale poteva aspirare a divenire un piccolo proprietario terriero: i siciliani approfittarono velocemente e massicciamente di questa chance, come racconta questo articolo.

L’emigrazione italiana nell’Africa mediterranea 1876-1914

FAURI, FRANCESCA
2015

Abstract

Questo articolo è un lavoro di sintesi su quanto già noto e abbondantemente studiato sull’emigrazione italiana nell’Africa mediterranea ma offre un contributo originale a livello quantitativo essendo tutti i dati sull’emigrazione frutto di una nuova contabilizzazione che si basa come fonte primaria sull’emigrazione annuale per provincia. Inoltre, questo lavoro affronta il tema con un taglio tipicamente storico economico e cerca di valutare quali furono in primis le motivazioni economiche che spinsero gli italiani ad emigrare in Africa e cosa l’Africa a quel tempo poteva offrire in termini di migliori condizioni di vita e salariali. Indubbiamente per molti anni l’Africa rappresentò un sollievo contingente (in molti casi si trattava di emigrazione temporanea) da una vita di stenti e dalla fame, ma soprattutto l’unica alternativa all’accettazione fatalista della propria sorte dato che le istanze di cambiamento si erano rivelate fallimentari soprattutto al sud. La Tunisia in più offriva l’attrattiva di un fondamentale miglioramento di status: da bracciante giornaliero il contadino meridionale poteva aspirare a divenire un piccolo proprietario terriero: i siciliani approfittarono velocemente e massicciamente di questa chance, come racconta questo articolo.
2015
Fauri, Francesca
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/525990
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