Ciò che dobbiamo domandarci, è quale sia il quadro d’insieme in cui esperienze apparentemente così lontane e diverse del rapporto tra tecnica e lavoro, come quelle fin qui richiamate – tra evaporazione e intensificazione – coesistono e anzi si alimentano reciprocamente. Diversi anni fa Renate Mayntz concludeva una sua analisi di questo tema riassumendo i passaggi chiave del rapporto tra tecnica e società. In una prima fase, le innovazioni tecniche e quelle infrastrutturali che le prime avevano alimentato hanno contribuito ad un processo di centralizzazione e di gerarchizzazione della società. A tale processo si sono però affiancati effetti negativi, tanto nello Stato quanto nelle organizzazioni private e nelle stesse infrastrutture. Legati alle diverse manifestazioni della gerarchia, quegli effetti negativi hanno provocato reazioni ispirate a forme di coordinamento di tipo orizzontale. Le innovazioni tecniche, soprattutto quelle nel campo delle telecomunicazioni, hanno quindi significativamente contribuito a soppiantare la centralità del principio di organizzazione sociale di tipo gerarchico, svolgendo «un ruolo importante anche nell’affermarsi di modelli di relazioni strutturate in reti» e segnando così un mutamento che «potrebbe costituire la trasformazione strutturale più significativa delle società moderne». A distanza di tempo, quella trasformazione di cui parlava nella sua riflessione Renate Mayntz – dalla gerarchia al coordinamento orizzontale – può essere colta in realtà evidenziandone invece gli aspetti di continuità. Entrambe queste fasi – a differenza delle prospettive che, sui fronti opposti del cieco entusiasmo e del mero rifiuto, ne sopravvalutano di volta in volta l’univocità e l’unidirezionalità – devono essere interpretate come parte di un processo storico di fondo, nel quale vincoli e opportunità, condizioni di dominio e orizzonti di emancipazione, vengono continuamente riformulati; un processo storico che si genera nel campo di tensione del rapporto tra capitalismo e modernità, nel quale anche la dimensione della tecnica prende forma.

Vando Borghi (2014). La tecnica al lavoro. Dominio e democrazia nella messa in forma del reale. PAROLECHIAVE, 1, 69-90 [10.7377/77672].

La tecnica al lavoro. Dominio e democrazia nella messa in forma del reale

BORGHI, VANDO
2014

Abstract

Ciò che dobbiamo domandarci, è quale sia il quadro d’insieme in cui esperienze apparentemente così lontane e diverse del rapporto tra tecnica e lavoro, come quelle fin qui richiamate – tra evaporazione e intensificazione – coesistono e anzi si alimentano reciprocamente. Diversi anni fa Renate Mayntz concludeva una sua analisi di questo tema riassumendo i passaggi chiave del rapporto tra tecnica e società. In una prima fase, le innovazioni tecniche e quelle infrastrutturali che le prime avevano alimentato hanno contribuito ad un processo di centralizzazione e di gerarchizzazione della società. A tale processo si sono però affiancati effetti negativi, tanto nello Stato quanto nelle organizzazioni private e nelle stesse infrastrutture. Legati alle diverse manifestazioni della gerarchia, quegli effetti negativi hanno provocato reazioni ispirate a forme di coordinamento di tipo orizzontale. Le innovazioni tecniche, soprattutto quelle nel campo delle telecomunicazioni, hanno quindi significativamente contribuito a soppiantare la centralità del principio di organizzazione sociale di tipo gerarchico, svolgendo «un ruolo importante anche nell’affermarsi di modelli di relazioni strutturate in reti» e segnando così un mutamento che «potrebbe costituire la trasformazione strutturale più significativa delle società moderne». A distanza di tempo, quella trasformazione di cui parlava nella sua riflessione Renate Mayntz – dalla gerarchia al coordinamento orizzontale – può essere colta in realtà evidenziandone invece gli aspetti di continuità. Entrambe queste fasi – a differenza delle prospettive che, sui fronti opposti del cieco entusiasmo e del mero rifiuto, ne sopravvalutano di volta in volta l’univocità e l’unidirezionalità – devono essere interpretate come parte di un processo storico di fondo, nel quale vincoli e opportunità, condizioni di dominio e orizzonti di emancipazione, vengono continuamente riformulati; un processo storico che si genera nel campo di tensione del rapporto tra capitalismo e modernità, nel quale anche la dimensione della tecnica prende forma.
2014
Vando Borghi (2014). La tecnica al lavoro. Dominio e democrazia nella messa in forma del reale. PAROLECHIAVE, 1, 69-90 [10.7377/77672].
Vando Borghi
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