Questo volume monografico raccoglie diversi contributi relativi alle tecniche di mitigazione del rischio da frana nell’Appennino centro-settentrionale. Esso è il prodotto di un originario progetto di ricerca – a suo tempo proposto dall’Unità operativa del Gruppo Nazionale di Difesa dalle Catastrofi Idrogeologiche (GNDCI) dell’Università di Modena e Reggio Emilia, sotto il coordinamento del prof. M. Pellegrini – definito come “Sottoprogetto 19-UMO: Metodologie per la progettazione di interventi strutturali di mitigazione del rischio nelle frane a cinematica lenta dell’Appennino settentrionale”. Inizialmente il progetto prevedeva anche una fase successiva, finalizzata allo studio di sistemi di monitoraggio oltre che di allerta in situazioni di emergenza ma, in seguito alla mancata erogazione di finanziamenti da parte dell’Ente preposto (ENEA), si è potuto sviluppare soltanto il primo aspetto della ricerca. L’area oggetto di studio corrisponde al settore appenninico delle province emiliane, ove affiorano formazioni geologiche che, secondo l’attuale nomenclatura tecnica, possono rientrare nelle cosiddette “rocce deboli”, litologicamente e strutturalmente complesse, entro le quali i movimenti di versante più diffusi corrispondono a frane dallo stile di attività complesso, del tipo scivolamenti roto-traslativi profondi associati a colamenti di terra superficiali. Si tratta nella maggior parte dei casi di frane caratterizzate da velocità di deformazione lente o lentissime, generalmente riattivate dopo periodi di quiescenza anche prolungati. Nei territori considerati si ritrovano comunque tutte le tipologie di dissesti, tra cui fenomeni di crollo di roccia e di erosione concentrata, che saranno trattati in due note specifiche. Lo scopo principale di questa iniziativa editoriale è quello di dare opportuna visibilità ai numerosi interventi operati dagli enti pubblici che operano sul territorio (regioni e province), in molti casi redatti e concordati con i ricercatori universitari partecipanti al progetto, finalizzati al controllo e alla mitigazione di fenomeni franosi nei territori appenninici di competenza, tanto in occasione di eventi calamitosi di una certa rilevanza, quanto nel corso dell’attività ordinaria di difesa del suolo. Il volume non ha pertanto l’ambizione di presentare contributi scientifici innovativi, ma di illustrare lo stato dell’arte degli interventi di mitigazione effettivamente applicati sul territorio e discutere i risultati ottenuti, anche alla luce del rapporto costi/benefici. La tipologia di frane oggetto della ricerca rappresenta un elemento di rischio di notevole incidenza socioeconomica, considerando la presenza di numerosi insediamenti abitativi e produttivi e di vitali infrastrutture viarie in tutto il settore considerato. Di conseguenza, tanto la gestione del territorio, quanto la corretta pianificazione territoriale da parte degli Enti pubblici non può ignorare i condizionamenti che i fenomeni di dissesto impongono a tutte le attività antropiche. I contributi sono presentati secondo la tipologia di opere di consolidamento che sono state approntate su frane per scivolamento-colata dallo stile di attività complesso e/o composito, con riferimento a interventi di tipo strutturale, eventualmente associati ad opere di ingegneria naturalistica. A conclusione del volume, si presentano un caso di studio che ha previsto il consolidamento di estese aree calanchive e un caso di mitigazione del rischio associato a frane di crollo. Il lavoro che apre il volume, ad opera di Sartini et al., descrive gli interventi di consolidamento eseguiti dal Servizio Tecnico Bacini Enza, Panaro e Secchia, sede di Reggio Emilia, su quattro grandi frane situate nell’Appennino reggiano. Si tratta di interventi basati su opere drenanti e di sostegno, quali schermi modulari di pozzi drenanti e drenanti ispezionabili, pozzi di grande diametro e paratie di pali di grande diametro tirantate. Oltre ag...
Pellegrini M., Tosatti G., Borgatti L. (2007). Esempi di Interventi strutturali di mitigazione del rischio da frana nell’Appennino centro-settentrionale. GIORNALE DI GEOLOGIA APPLICATA, 7, 3-4.
Esempi di Interventi strutturali di mitigazione del rischio da frana nell’Appennino centro-settentrionale
BORGATTI, LISA
2007
Abstract
Questo volume monografico raccoglie diversi contributi relativi alle tecniche di mitigazione del rischio da frana nell’Appennino centro-settentrionale. Esso è il prodotto di un originario progetto di ricerca – a suo tempo proposto dall’Unità operativa del Gruppo Nazionale di Difesa dalle Catastrofi Idrogeologiche (GNDCI) dell’Università di Modena e Reggio Emilia, sotto il coordinamento del prof. M. Pellegrini – definito come “Sottoprogetto 19-UMO: Metodologie per la progettazione di interventi strutturali di mitigazione del rischio nelle frane a cinematica lenta dell’Appennino settentrionale”. Inizialmente il progetto prevedeva anche una fase successiva, finalizzata allo studio di sistemi di monitoraggio oltre che di allerta in situazioni di emergenza ma, in seguito alla mancata erogazione di finanziamenti da parte dell’Ente preposto (ENEA), si è potuto sviluppare soltanto il primo aspetto della ricerca. L’area oggetto di studio corrisponde al settore appenninico delle province emiliane, ove affiorano formazioni geologiche che, secondo l’attuale nomenclatura tecnica, possono rientrare nelle cosiddette “rocce deboli”, litologicamente e strutturalmente complesse, entro le quali i movimenti di versante più diffusi corrispondono a frane dallo stile di attività complesso, del tipo scivolamenti roto-traslativi profondi associati a colamenti di terra superficiali. Si tratta nella maggior parte dei casi di frane caratterizzate da velocità di deformazione lente o lentissime, generalmente riattivate dopo periodi di quiescenza anche prolungati. Nei territori considerati si ritrovano comunque tutte le tipologie di dissesti, tra cui fenomeni di crollo di roccia e di erosione concentrata, che saranno trattati in due note specifiche. Lo scopo principale di questa iniziativa editoriale è quello di dare opportuna visibilità ai numerosi interventi operati dagli enti pubblici che operano sul territorio (regioni e province), in molti casi redatti e concordati con i ricercatori universitari partecipanti al progetto, finalizzati al controllo e alla mitigazione di fenomeni franosi nei territori appenninici di competenza, tanto in occasione di eventi calamitosi di una certa rilevanza, quanto nel corso dell’attività ordinaria di difesa del suolo. Il volume non ha pertanto l’ambizione di presentare contributi scientifici innovativi, ma di illustrare lo stato dell’arte degli interventi di mitigazione effettivamente applicati sul territorio e discutere i risultati ottenuti, anche alla luce del rapporto costi/benefici. La tipologia di frane oggetto della ricerca rappresenta un elemento di rischio di notevole incidenza socioeconomica, considerando la presenza di numerosi insediamenti abitativi e produttivi e di vitali infrastrutture viarie in tutto il settore considerato. Di conseguenza, tanto la gestione del territorio, quanto la corretta pianificazione territoriale da parte degli Enti pubblici non può ignorare i condizionamenti che i fenomeni di dissesto impongono a tutte le attività antropiche. I contributi sono presentati secondo la tipologia di opere di consolidamento che sono state approntate su frane per scivolamento-colata dallo stile di attività complesso e/o composito, con riferimento a interventi di tipo strutturale, eventualmente associati ad opere di ingegneria naturalistica. A conclusione del volume, si presentano un caso di studio che ha previsto il consolidamento di estese aree calanchive e un caso di mitigazione del rischio associato a frane di crollo. Il lavoro che apre il volume, ad opera di Sartini et al., descrive gli interventi di consolidamento eseguiti dal Servizio Tecnico Bacini Enza, Panaro e Secchia, sede di Reggio Emilia, su quattro grandi frane situate nell’Appennino reggiano. Si tratta di interventi basati su opere drenanti e di sostegno, quali schermi modulari di pozzi drenanti e drenanti ispezionabili, pozzi di grande diametro e paratie di pali di grande diametro tirantate. Oltre ag...I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.