Il tema della lateralità manuale è da molti anni oggetto di ricerca in diversi campi di studio, tra i quali le scienze del comportamento e le scienze motorie e coinvolge, eventualmente in forma inconsapevole, le principali agenzie educative, come famiglia e scuola. Queste talvolta si trovano a dover rispondere ad interrogativi connessi con la dominanza manuale dei bambini, ma non è detto che il loro intervento sia sempre adeguato alle reali esigenze evolutive dei bambini: basti pensare all’azione di osteggiamento verso i mancini. Dai risultati del presente studio possono essere ricavate indicazioni utili per le educatrici della scuola d’infanzia dal momento che queste, operando con bambini che attraversano gli anni precedenti l’ingresso nella scuola primaria, hanno la possibilità di agevolare lo sviluppo della lateralità in forma naturale e spontanea prima che vincoli tecnici, ad esempio la scrittura, rendano più rigido l’uso della mano dominante e della mano subdominante. In primo luogo è possibile infatti evidenziare che la lateralità è un fenomeno più ampio di quanto lo si potrebbe considerare osservando la sola mano che scrive, dal momento che la motricità legata alla scrittura è diversa rispetto a quella dei gesti della vita quotidiana, e che i bambini che scrivono con una mano possono utilizzare la stessa, ma anche l’opposta, per altri compiti manuali quotidiani. È superfluo ricordare che proprio i gesti della vita quotidiana, come quelli della manualità naturale/spontanea, sono parte integrante delle attività della scuola d’infanzia rispetto alle attività, più tecniche, della scuola primaria. In secondo luogo è possibile riflettere su come gli/le insegnanti della scuola dell’infanzia, possono operare per individuare ed aiutare quegli allievi che incontrano difficoltà nel definire e sviluppare la propria lateralità. Lo studio in oggetto fotografa la situazione di un gruppo di bambine e bambini all’inizio della scuola primaria, tuttavia il processo di sviluppo della lateralità è già in atto negli anni della scuola d’infanzia che, proprio per questo, condiziona fortemente il prosieguo di tale sviluppo negli anni seguenti. La lateralità, inoltre, è un aspetto dello schema corporeo che attraversa una fase particolarmente sensibile proprio dai 3 ai 5 anni, cioè durante il passaggio dalla “dominanza indistinta” (Massenz M., Simonetta E., 2002) alla presa di coscienza della propria emiparte dominante (occhio, mano, piede). Si comprende come, rispetto a tali problematiche, assuma un rilievo particolare il ruolo educativo della scuola, fin dall’età pre-scolare, poiché “dove non esiste una dominanza stabile ci saranno anche difficoltà di lateralizzazione” (opera citata). In conclusione è opportuno che le educatrici divengano attente osservatrici dei propri bambini, durante le attività, annotando sia la mano di scrittura che quella di lancio, come pure la costanza nell’uso della mano preferita. Difficoltà di lateralizzazione potranno essere segnalate, prima dell’ingresso nella scuola primaria, alle famiglie e/o al medico scolastico, al fine di mantenere sotto osservazione il problema e programmare eventualmente uno specifico intervento didattico-educativo.

G. Semprini (2007). Lateralità e abilità manuali nel passaggio dalla scuola dell'infanzia alla scuola primaria. INFANZIA, 12, 539-543.

Lateralità e abilità manuali nel passaggio dalla scuola dell'infanzia alla scuola primaria

SEMPRINI, GABRIELE
2007

Abstract

Il tema della lateralità manuale è da molti anni oggetto di ricerca in diversi campi di studio, tra i quali le scienze del comportamento e le scienze motorie e coinvolge, eventualmente in forma inconsapevole, le principali agenzie educative, come famiglia e scuola. Queste talvolta si trovano a dover rispondere ad interrogativi connessi con la dominanza manuale dei bambini, ma non è detto che il loro intervento sia sempre adeguato alle reali esigenze evolutive dei bambini: basti pensare all’azione di osteggiamento verso i mancini. Dai risultati del presente studio possono essere ricavate indicazioni utili per le educatrici della scuola d’infanzia dal momento che queste, operando con bambini che attraversano gli anni precedenti l’ingresso nella scuola primaria, hanno la possibilità di agevolare lo sviluppo della lateralità in forma naturale e spontanea prima che vincoli tecnici, ad esempio la scrittura, rendano più rigido l’uso della mano dominante e della mano subdominante. In primo luogo è possibile infatti evidenziare che la lateralità è un fenomeno più ampio di quanto lo si potrebbe considerare osservando la sola mano che scrive, dal momento che la motricità legata alla scrittura è diversa rispetto a quella dei gesti della vita quotidiana, e che i bambini che scrivono con una mano possono utilizzare la stessa, ma anche l’opposta, per altri compiti manuali quotidiani. È superfluo ricordare che proprio i gesti della vita quotidiana, come quelli della manualità naturale/spontanea, sono parte integrante delle attività della scuola d’infanzia rispetto alle attività, più tecniche, della scuola primaria. In secondo luogo è possibile riflettere su come gli/le insegnanti della scuola dell’infanzia, possono operare per individuare ed aiutare quegli allievi che incontrano difficoltà nel definire e sviluppare la propria lateralità. Lo studio in oggetto fotografa la situazione di un gruppo di bambine e bambini all’inizio della scuola primaria, tuttavia il processo di sviluppo della lateralità è già in atto negli anni della scuola d’infanzia che, proprio per questo, condiziona fortemente il prosieguo di tale sviluppo negli anni seguenti. La lateralità, inoltre, è un aspetto dello schema corporeo che attraversa una fase particolarmente sensibile proprio dai 3 ai 5 anni, cioè durante il passaggio dalla “dominanza indistinta” (Massenz M., Simonetta E., 2002) alla presa di coscienza della propria emiparte dominante (occhio, mano, piede). Si comprende come, rispetto a tali problematiche, assuma un rilievo particolare il ruolo educativo della scuola, fin dall’età pre-scolare, poiché “dove non esiste una dominanza stabile ci saranno anche difficoltà di lateralizzazione” (opera citata). In conclusione è opportuno che le educatrici divengano attente osservatrici dei propri bambini, durante le attività, annotando sia la mano di scrittura che quella di lancio, come pure la costanza nell’uso della mano preferita. Difficoltà di lateralizzazione potranno essere segnalate, prima dell’ingresso nella scuola primaria, alle famiglie e/o al medico scolastico, al fine di mantenere sotto osservazione il problema e programmare eventualmente uno specifico intervento didattico-educativo.
2007
G. Semprini (2007). Lateralità e abilità manuali nel passaggio dalla scuola dell'infanzia alla scuola primaria. INFANZIA, 12, 539-543.
G. Semprini
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/52037
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