Al pari di tutte le specie vegetali coltivate e spontanee, erbacee, arbustive ed arboree, le piante officinali (medicinali, aromatiche e tintorie) sono soggette a malattie ad eziologia parassitaria, fra cui virosi e fitoplasmosi che, negli ultimi decenni, si stanno rivelando sempre più importanti e pericolose. Nonostante, però, gli aspetti fitosanitari occupino da sempre un posto di rilievo nell’economicità delle produzioni agricole, in Italia fino agli anni ’90, virus e fitoplasmi erano del tutto ignorati: quando si citavano le “avversità” che vedevano protagoniste le piante officinali, ci si limitava ad elencare quali malattie infettive quelle fungine (ruggine, oidio, muffa grigia, fusariosi, ecc.) e batteriche (tumori radicali e maculature fogliari), trascurando del tutto virosi e fitoplasmosi. Solamente agli inizi degli anni ’90, presso il DipSA dell’Università di Bologna, hanno avuto inizio indagini specifiche per il Settore Erboristico con lo scopo di individuare ed identificare i virus ed i fitoplasmi maggiormente diffusi e pericolosi nelle aree di produzione italiane, definirne le principali caratteristiche epidemiologiche, valutare le sintomatologie sulle piante coinvolte e suggerire la profilassi da adottare per scongiurarne l’ulteriore diffusione. Oltre alle indagini di tipo epidemiologico eseguite con lo scopo di delineare un quadro dettagliato sulla diffusione e pericolosità di questi patogeni infettivi soprattutto in Liguria, regione molto vocata alla produzione di aromatiche in vaso, particolari ricerche sono state eseguite anche sugli oli essenziali per verificare, per la prima volta, l’eventuale influenza di virus e fitoplasmi sulla loro resa e composizione. Infatti, se si considera che nelle piante officinali, e medicinali in particolare, ogni tessuto è un vero laboratorio chimico dove gli elementi naturali vengono convertiti in principi attivi, è facile ipotizzare come patogeni infettivi, quali virus e fitoplasmi, possano essere causa anche di cambiamenti di tipo “qualitativo”. Le cellule vegetali, condizionate nel proprio metabolismo dalla presenza di un’entità patogena estranea, possono cioè elaborare principi chimici diversi da quelli propri di un organismo sano. E’ ormai noto come il metabolismo secondario delle piante possa essere condizionato da diversi fattori intrinseci ed estrinseci: condizioni colturali e climatiche, caratteristiche edafiche del suolo, genetiche, ecc.; ma nessuno studio, fino al 2000, era stato eseguito sugli effetti dovuti alla presenza di virus e/o fitoplasmi. E’ per questo motivo che si è voluto verificare se questi patogeni, oltre a diminuire la resa delle produzioni (a causa delle sintomatologie) potessero influire sulla sintesi dei principi attivi e, in particolare, sulla quantità e qualità degli oli essenziali. Di seguito vengono illustrati i virus ed i fitoplasmi oggetto di studio negli ultimi 15 anni in Italia; indicandone gli aspetti epidemiologici e le sintomatologie ad essi associati. Si descrivono le tecniche diagnostiche oggi maggiormente utilizzate e la profilassi da adottare per evitarne la continua diffusione sia a livello vivaistico che produttivo.

Summer School of Floriculture 2015 - V Edizione “Tradizione e innovazione nel comparto delle colture aromatiche e officinali” Sanremo • Albenga 7-11 settembre 2015

BELLARDI, MARIA GRAZIA
2015

Abstract

Al pari di tutte le specie vegetali coltivate e spontanee, erbacee, arbustive ed arboree, le piante officinali (medicinali, aromatiche e tintorie) sono soggette a malattie ad eziologia parassitaria, fra cui virosi e fitoplasmosi che, negli ultimi decenni, si stanno rivelando sempre più importanti e pericolose. Nonostante, però, gli aspetti fitosanitari occupino da sempre un posto di rilievo nell’economicità delle produzioni agricole, in Italia fino agli anni ’90, virus e fitoplasmi erano del tutto ignorati: quando si citavano le “avversità” che vedevano protagoniste le piante officinali, ci si limitava ad elencare quali malattie infettive quelle fungine (ruggine, oidio, muffa grigia, fusariosi, ecc.) e batteriche (tumori radicali e maculature fogliari), trascurando del tutto virosi e fitoplasmosi. Solamente agli inizi degli anni ’90, presso il DipSA dell’Università di Bologna, hanno avuto inizio indagini specifiche per il Settore Erboristico con lo scopo di individuare ed identificare i virus ed i fitoplasmi maggiormente diffusi e pericolosi nelle aree di produzione italiane, definirne le principali caratteristiche epidemiologiche, valutare le sintomatologie sulle piante coinvolte e suggerire la profilassi da adottare per scongiurarne l’ulteriore diffusione. Oltre alle indagini di tipo epidemiologico eseguite con lo scopo di delineare un quadro dettagliato sulla diffusione e pericolosità di questi patogeni infettivi soprattutto in Liguria, regione molto vocata alla produzione di aromatiche in vaso, particolari ricerche sono state eseguite anche sugli oli essenziali per verificare, per la prima volta, l’eventuale influenza di virus e fitoplasmi sulla loro resa e composizione. Infatti, se si considera che nelle piante officinali, e medicinali in particolare, ogni tessuto è un vero laboratorio chimico dove gli elementi naturali vengono convertiti in principi attivi, è facile ipotizzare come patogeni infettivi, quali virus e fitoplasmi, possano essere causa anche di cambiamenti di tipo “qualitativo”. Le cellule vegetali, condizionate nel proprio metabolismo dalla presenza di un’entità patogena estranea, possono cioè elaborare principi chimici diversi da quelli propri di un organismo sano. E’ ormai noto come il metabolismo secondario delle piante possa essere condizionato da diversi fattori intrinseci ed estrinseci: condizioni colturali e climatiche, caratteristiche edafiche del suolo, genetiche, ecc.; ma nessuno studio, fino al 2000, era stato eseguito sugli effetti dovuti alla presenza di virus e/o fitoplasmi. E’ per questo motivo che si è voluto verificare se questi patogeni, oltre a diminuire la resa delle produzioni (a causa delle sintomatologie) potessero influire sulla sintesi dei principi attivi e, in particolare, sulla quantità e qualità degli oli essenziali. Di seguito vengono illustrati i virus ed i fitoplasmi oggetto di studio negli ultimi 15 anni in Italia; indicandone gli aspetti epidemiologici e le sintomatologie ad essi associati. Si descrivono le tecniche diagnostiche oggi maggiormente utilizzate e la profilassi da adottare per evitarne la continua diffusione sia a livello vivaistico che produttivo.
2015
Summer School of Floriculture 2015 - V Edizione
N/A
N/A
Bellardi, MARIA GRAZIA
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