I Tospovirus (famiglia Bunyaviridae) costituiscono un gruppo di virus estremamente pericolosi in tutto il mondo, il cui capostipite (TSWV: virus dell’avvizzimento maculato del pomodoro) è purtroppo assai noto ai coltivatori liguri (e non solo) di orticole, aromatiche ed ornamentali. Di TSWV (e di INSV, virus della maculatura necrotica dell’impatiens) ci siamo ampiamente occupati in questi ultimi anni; basti citare le recenti segnalazioni su specie ornamentali (Iberis semperflorens, Lupinus spp., Stephanotis floribunda, Arctotis x hybrida, ciclamino, calla bianca, ecc.) caratterizzate da gravi sintomatologie che hanno compromesso la produttività degli impianti. TSWV e INSV non rappresentano però le uniche specie di Tospovirus note: fino ad oggi nel mondo ne sono state descritte almeno 19, fra cui IYSV (virus della maculatura gialla dell’iris) presente in Italia su cipolla da seme. In questa breve nota ci occupiamo di una rizomatosa, Alstroemeria spp., segnalata nel 1992 in Italia ospite naturale di TSWV: le piante, cresciute in una serra ligure, manifestavano anulature e maculature gialle sulle foglie, e producevano un numero limitato di fiori. Da allora non si sono registrate ulteriori segnalazioni su questa ornamentale, fino al mese di aprile del 2015 quando, in una serra della Piana di Albenga (Savona) su due piante di una varietà “nana” (proveniente dall’Olanda) sono stati osservati sintomi attribuibili a TSWV. Prendiamo spunto da questo recente caso per parlare degli altri Tospovirus presenti in Europa e del costante pericolo di una loro introduzione nel nostro Paese mediante materiale di propagazione già infetto o contaminato da tripidi viruliferi. Le due piante oggetto di studio, cresciute in vaso, sono state inviate al DipSA (Università di Bologna) nel febbraio del 2015. I sintomi consistevano in anulature più o meno ampie, bianche o giallastre, sulle foglie e/o “variegatura” del lembo fogliare. Nel mese di marzo, si è assistito alla produzione dei boccioli: i fiori, di colore rosso porpora, sono apparsi nomali come forma e dimensione. Questa breve indagine conferma Alstroemeria spp. ospite naturale di TSWV in Italia. Nel 1992 (anno del primo ritrovamento) l’identificazione era stata ottenuta unicamente grazie all’applicazione di tecniche sierologiche (immunodiffusione in gel di agar), mentre oggi sono state utilizzate quelle ben più sensibili di biologia molecolare. La sintomatologia di allora solo in parte è simile a quella osservata sulle due piante oggetto di studio; un “punto” in comune è il non coinvolgimento dei fiori. Una volta esclusa fortunatamente l’introduzione nel nostro Paese del “nuovo” Tospovirus ANSV, resta il dubbio se TSWV fosse già presente nel materiale di propagazione importato o se l’infezione sia stata contratta durante la crescita nella serra ligure, trasmessa da tripidi vettori. Considerando che non si sono notati altri esemplari infetti, si è più propensi verso la prima ipotesi. Ciò significa che, quando si tratta di Tospovirus non bisogna mai abbassare la guardia e che, anche quando gli effetti negativi dell’infezione sulla produzione appaiono molti contenuti (come nel nostro caso), occorre comunque rivolgersi a Laboratori di analisi specializzati nella diagnosi di fitovirus.
Bellardi, M.G., Cavicchi, L., Bozzano, G., Mattone, M., Parrella, G. (2015). Infezione da TSWV in Alstroemeria spp. in Liguria Maria Grazia Bellardi, Lisa Cavicchi, Giorgio Bozzano, Mario Mattone, Giuseppe Parrella. CLAMER INFORMA, 7/8, 49-53.
Infezione da TSWV in Alstroemeria spp. in Liguria Maria Grazia Bellardi, Lisa Cavicchi, Giorgio Bozzano, Mario Mattone, Giuseppe Parrella
BELLARDI, MARIA GRAZIA;CAVICCHI, LISA;
2015
Abstract
I Tospovirus (famiglia Bunyaviridae) costituiscono un gruppo di virus estremamente pericolosi in tutto il mondo, il cui capostipite (TSWV: virus dell’avvizzimento maculato del pomodoro) è purtroppo assai noto ai coltivatori liguri (e non solo) di orticole, aromatiche ed ornamentali. Di TSWV (e di INSV, virus della maculatura necrotica dell’impatiens) ci siamo ampiamente occupati in questi ultimi anni; basti citare le recenti segnalazioni su specie ornamentali (Iberis semperflorens, Lupinus spp., Stephanotis floribunda, Arctotis x hybrida, ciclamino, calla bianca, ecc.) caratterizzate da gravi sintomatologie che hanno compromesso la produttività degli impianti. TSWV e INSV non rappresentano però le uniche specie di Tospovirus note: fino ad oggi nel mondo ne sono state descritte almeno 19, fra cui IYSV (virus della maculatura gialla dell’iris) presente in Italia su cipolla da seme. In questa breve nota ci occupiamo di una rizomatosa, Alstroemeria spp., segnalata nel 1992 in Italia ospite naturale di TSWV: le piante, cresciute in una serra ligure, manifestavano anulature e maculature gialle sulle foglie, e producevano un numero limitato di fiori. Da allora non si sono registrate ulteriori segnalazioni su questa ornamentale, fino al mese di aprile del 2015 quando, in una serra della Piana di Albenga (Savona) su due piante di una varietà “nana” (proveniente dall’Olanda) sono stati osservati sintomi attribuibili a TSWV. Prendiamo spunto da questo recente caso per parlare degli altri Tospovirus presenti in Europa e del costante pericolo di una loro introduzione nel nostro Paese mediante materiale di propagazione già infetto o contaminato da tripidi viruliferi. Le due piante oggetto di studio, cresciute in vaso, sono state inviate al DipSA (Università di Bologna) nel febbraio del 2015. I sintomi consistevano in anulature più o meno ampie, bianche o giallastre, sulle foglie e/o “variegatura” del lembo fogliare. Nel mese di marzo, si è assistito alla produzione dei boccioli: i fiori, di colore rosso porpora, sono apparsi nomali come forma e dimensione. Questa breve indagine conferma Alstroemeria spp. ospite naturale di TSWV in Italia. Nel 1992 (anno del primo ritrovamento) l’identificazione era stata ottenuta unicamente grazie all’applicazione di tecniche sierologiche (immunodiffusione in gel di agar), mentre oggi sono state utilizzate quelle ben più sensibili di biologia molecolare. La sintomatologia di allora solo in parte è simile a quella osservata sulle due piante oggetto di studio; un “punto” in comune è il non coinvolgimento dei fiori. Una volta esclusa fortunatamente l’introduzione nel nostro Paese del “nuovo” Tospovirus ANSV, resta il dubbio se TSWV fosse già presente nel materiale di propagazione importato o se l’infezione sia stata contratta durante la crescita nella serra ligure, trasmessa da tripidi vettori. Considerando che non si sono notati altri esemplari infetti, si è più propensi verso la prima ipotesi. Ciò significa che, quando si tratta di Tospovirus non bisogna mai abbassare la guardia e che, anche quando gli effetti negativi dell’infezione sulla produzione appaiono molti contenuti (come nel nostro caso), occorre comunque rivolgersi a Laboratori di analisi specializzati nella diagnosi di fitovirus.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


