Violenza delle armi spirituali, violenza delle armi temporali: nei giudizi dei contemporanei era l’uso di una doppia violenza che caratterizzava specificamente la politica di potenza dei papi rinascimentali. Nelle scomuniche e negli interdetti abbattere tiranni e punire ribelli erano gli argomenti principali che facevano di quelle leggi papali preliminari di fatto alla dichiarazione di una guerra (“giusta”). Il saggio analizza sia come tali argomenti furono costruiti, esaminando soprattutto le censure di Sisto IV contro Firenze (1478) e Venezia (1483) e quelle di Giulio II contro Bologna (1506) e Venezia (1509); sia le difese che alcuni giuristi costruirono contro quegli argomenti, contrapponendo un’altra verità a quella delle sentenze papali, marcando il dissenso con le leggi e le sentenze del papa tramite il diritto. La “guerra di scritture” provocata dall’interdetto di Paolo V contro Venezia (1606) produsse una storia dei precedenti interdetti come argomento necessario alla difesa, e rese così del tutto esplicita la contrapposizione tra ius e vis, cioè la critica della violenza della legge.
De Benedictis A. (2007). Abbattere i tiranni, punire i ribelli. Diritto e violenza negli interdetti del Rinascimento. RECHTSGESCHICHTE, 11, 76-93.
Abbattere i tiranni, punire i ribelli. Diritto e violenza negli interdetti del Rinascimento
DE BENEDICTIS, ANGELA
2007
Abstract
Violenza delle armi spirituali, violenza delle armi temporali: nei giudizi dei contemporanei era l’uso di una doppia violenza che caratterizzava specificamente la politica di potenza dei papi rinascimentali. Nelle scomuniche e negli interdetti abbattere tiranni e punire ribelli erano gli argomenti principali che facevano di quelle leggi papali preliminari di fatto alla dichiarazione di una guerra (“giusta”). Il saggio analizza sia come tali argomenti furono costruiti, esaminando soprattutto le censure di Sisto IV contro Firenze (1478) e Venezia (1483) e quelle di Giulio II contro Bologna (1506) e Venezia (1509); sia le difese che alcuni giuristi costruirono contro quegli argomenti, contrapponendo un’altra verità a quella delle sentenze papali, marcando il dissenso con le leggi e le sentenze del papa tramite il diritto. La “guerra di scritture” provocata dall’interdetto di Paolo V contro Venezia (1606) produsse una storia dei precedenti interdetti come argomento necessario alla difesa, e rese così del tutto esplicita la contrapposizione tra ius e vis, cioè la critica della violenza della legge.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.