VILLA ARVEDI Le origini di Villa Arvedi sono antiche e possono farsi risalire al 1200, come documentato da alcuni scritti che la indicano proprietà di Mastino, Alberto e Cangrande Della Scala. Nel 1432 viene descritta come “possessione con casa merlata con torcolo da vino e torcolo da olio”. E’ l’epoca in cui Jacopo Dal Verme ne entra in possesso attraverso la permuta del castello e del borgo di Viganò, ceduti a Gian Galeazzo Visconti. Nel 1442, la Repubblica Veneta confisca la Villa e la mette in vendita assieme a tutte le rimanenti proprietà del ribelle nipote di Jacopo, Alvise Dal Verme. La Villa, che negli atti è documentata come “palatio merlato” situata “in Cuzzano, in pertinentia Grezane Vallis Pantene” passa così dalle mani della famiglia Dal Verme a quella degli Allegri. La dinastia degli Allegri vide gradualmente scemare la propria potenza politico-finanziaria nel corso degli anni e, nel 1824, Lucrezia, ultima discendente di questa famiglia veronese, fu costretta a vendere la Villa per la modica somma di 362.068,97 lire Austriache al trentino Giovanni Antonio Arvedi. Da allora, la famiglia Arvedi possiede questa splendida Villa. L’edificio, così come si presenta oggi, venne eretto nel 1650 su disegno dell’architetto-scultore G.B. Bianchi. Il Giardino all’italiana Villa Arvedi è conosciuta anche per il suo Giardino all’italiana, nato come ornamento elegante e sobrio del Palazzo. In effetti, la parte di maggiore rilievo della facciata della Villa è la Loggia, le cui sei alte colonne sorreggono l’ampia terrazza che domina il Giardino, ponendosi come puro ed aereo elemento di raccordo tra gli spazi esterni ed i volumi dell’architettura. Il Giardino, posto anch’esso su di un terrazzamento, sembra essere stato disegnato in funzione della Loggia e della sovrastante terrazza, ovvero non tanto per essere percorso, ma per essere “con gli occhi della mente” guardato dall’alto. E’ dalla Loggia che difatti si svela il bel disegno delle aiuole di bosso quadrato nel quale si riflette appieno quello spirito di rinascimentale perfezione geometrica così lontano dagli svolazzi delle broderies francesi. Il Giardino è diviso in due da un viale centrale delimitato sempre da cespugli di bosso, con una fontana al centro da cui si irradia un complicato disegno a duplice ventaglio (unico del suo genere in Italia) costituito da siepi di bosso pluricentenari, che crea uno straordinario senso di spazio, in armonia con la facciata dell’edifico. Il parterre è sovrastato da due grandi state romane che ne sottolineano l’effetto prospettico. Tutto il Giardino, delimitato da una bassa recinzione in muratura, è chiuso verso nord da un alto muro che lo protegge dai venti freddi, mentre a est è aperto sulla campagna e sul maestoso viale che conduce dall’ingresso della proprietà alla Villa, delimitato da alti bossi accuratamente potati in forme geometriche prospettiche. L’aria buona della campagna, la raffinata e suggestiva atmosfera del Giardino e la sobrietà dell’edificio, fanno di Villa Arvedi un luogo ospitale da assaporare con la mente e con il cuore.
Bellardi M.G. (2007). Villa Arvedi. FLORTECNICA, 11, 37-47.
Villa Arvedi
BELLARDI, MARIA GRAZIA
2007
Abstract
VILLA ARVEDI Le origini di Villa Arvedi sono antiche e possono farsi risalire al 1200, come documentato da alcuni scritti che la indicano proprietà di Mastino, Alberto e Cangrande Della Scala. Nel 1432 viene descritta come “possessione con casa merlata con torcolo da vino e torcolo da olio”. E’ l’epoca in cui Jacopo Dal Verme ne entra in possesso attraverso la permuta del castello e del borgo di Viganò, ceduti a Gian Galeazzo Visconti. Nel 1442, la Repubblica Veneta confisca la Villa e la mette in vendita assieme a tutte le rimanenti proprietà del ribelle nipote di Jacopo, Alvise Dal Verme. La Villa, che negli atti è documentata come “palatio merlato” situata “in Cuzzano, in pertinentia Grezane Vallis Pantene” passa così dalle mani della famiglia Dal Verme a quella degli Allegri. La dinastia degli Allegri vide gradualmente scemare la propria potenza politico-finanziaria nel corso degli anni e, nel 1824, Lucrezia, ultima discendente di questa famiglia veronese, fu costretta a vendere la Villa per la modica somma di 362.068,97 lire Austriache al trentino Giovanni Antonio Arvedi. Da allora, la famiglia Arvedi possiede questa splendida Villa. L’edificio, così come si presenta oggi, venne eretto nel 1650 su disegno dell’architetto-scultore G.B. Bianchi. Il Giardino all’italiana Villa Arvedi è conosciuta anche per il suo Giardino all’italiana, nato come ornamento elegante e sobrio del Palazzo. In effetti, la parte di maggiore rilievo della facciata della Villa è la Loggia, le cui sei alte colonne sorreggono l’ampia terrazza che domina il Giardino, ponendosi come puro ed aereo elemento di raccordo tra gli spazi esterni ed i volumi dell’architettura. Il Giardino, posto anch’esso su di un terrazzamento, sembra essere stato disegnato in funzione della Loggia e della sovrastante terrazza, ovvero non tanto per essere percorso, ma per essere “con gli occhi della mente” guardato dall’alto. E’ dalla Loggia che difatti si svela il bel disegno delle aiuole di bosso quadrato nel quale si riflette appieno quello spirito di rinascimentale perfezione geometrica così lontano dagli svolazzi delle broderies francesi. Il Giardino è diviso in due da un viale centrale delimitato sempre da cespugli di bosso, con una fontana al centro da cui si irradia un complicato disegno a duplice ventaglio (unico del suo genere in Italia) costituito da siepi di bosso pluricentenari, che crea uno straordinario senso di spazio, in armonia con la facciata dell’edifico. Il parterre è sovrastato da due grandi state romane che ne sottolineano l’effetto prospettico. Tutto il Giardino, delimitato da una bassa recinzione in muratura, è chiuso verso nord da un alto muro che lo protegge dai venti freddi, mentre a est è aperto sulla campagna e sul maestoso viale che conduce dall’ingresso della proprietà alla Villa, delimitato da alti bossi accuratamente potati in forme geometriche prospettiche. L’aria buona della campagna, la raffinata e suggestiva atmosfera del Giardino e la sobrietà dell’edificio, fanno di Villa Arvedi un luogo ospitale da assaporare con la mente e con il cuore.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.