Il saggio ricostruisce il fondamento e l'estensione del potere direttivo del datore di lavoro, con riguardo al trasferimento ed al mutamento delle mansioni del lavoratore. Dopo aver posto in luce la natura dei limiti introdotti dal legislatore, che sono posti a tutela degli interessi configgenti dei lavoratori, l'A. ne delinea significato e portata. Emerge un quadro ricco di soluzioni dottrinali e giurisprudenziali assai diversificate e non ancora del tutto assestate in ordine sia al giustificato motivo oggettivo di trasferimento, sia alla nozione di equivalenza professionale relativamente alla modifica delle mansioni. In particolare, quanto al primo, restano controversi anche gli ambiti del sindacato giudiziale, che, di solito formalmente contenuto all'interno di un controllo di legittimità o di liceità, non manca talora di fare concessioni a valutazioni sull'opportunità, ovvero sulla ragionevolezza, delle scelte imprenditoriali. Quanto alla seconda, si sono venuti ad affermare, da un lato, una lettura rigida e garantista, poco adeguata ai mutamenti organizzativi e sovente poco rispettosa della fondamentale funzione qualificatoria che va attribuita alla contrattazione collettiva; dall'altro, un orientamento eccessivamente flessibile, ma non univoco, in tema di patti in deroga al divieto di adibizione a mansioni inferiori.

Zoli C. (2014). Il controllo giudiziario e gli atti di esercizio del potere direttivo: il trasferimento del lavoratore e il mutamento delle mansioni. DIRITTO DELLE RELAZIONI INDUSTRIALI, 3, 709-740.

Il controllo giudiziario e gli atti di esercizio del potere direttivo: il trasferimento del lavoratore e il mutamento delle mansioni

ZOLI, CARLO
2014

Abstract

Il saggio ricostruisce il fondamento e l'estensione del potere direttivo del datore di lavoro, con riguardo al trasferimento ed al mutamento delle mansioni del lavoratore. Dopo aver posto in luce la natura dei limiti introdotti dal legislatore, che sono posti a tutela degli interessi configgenti dei lavoratori, l'A. ne delinea significato e portata. Emerge un quadro ricco di soluzioni dottrinali e giurisprudenziali assai diversificate e non ancora del tutto assestate in ordine sia al giustificato motivo oggettivo di trasferimento, sia alla nozione di equivalenza professionale relativamente alla modifica delle mansioni. In particolare, quanto al primo, restano controversi anche gli ambiti del sindacato giudiziale, che, di solito formalmente contenuto all'interno di un controllo di legittimità o di liceità, non manca talora di fare concessioni a valutazioni sull'opportunità, ovvero sulla ragionevolezza, delle scelte imprenditoriali. Quanto alla seconda, si sono venuti ad affermare, da un lato, una lettura rigida e garantista, poco adeguata ai mutamenti organizzativi e sovente poco rispettosa della fondamentale funzione qualificatoria che va attribuita alla contrattazione collettiva; dall'altro, un orientamento eccessivamente flessibile, ma non univoco, in tema di patti in deroga al divieto di adibizione a mansioni inferiori.
2014
Zoli C. (2014). Il controllo giudiziario e gli atti di esercizio del potere direttivo: il trasferimento del lavoratore e il mutamento delle mansioni. DIRITTO DELLE RELAZIONI INDUSTRIALI, 3, 709-740.
Zoli C.
File in questo prodotto:
Eventuali allegati, non sono esposti

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/505366
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact